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CAPITOLO 34.


CASI VISSUTI.

Ho digiunato 17 giorni: dopo aver sopportato le sofferenze dell’artritismo per 14 anni, eccomi finalmente guarito.

Fu nel 1952 che io scoprii il Sistema igienista. Siccome desideravo migliorare la mia salute, avevo letteralmente divorato tutti i libri che trattavano la questione. Fu così che conobbi le opere di A. Mosséri, di J. C. Thomson e di H. M. Shelton. Quest’ultimo autore attirò la mia attenzione e passai allora mesi interi a leggere i suoi grossi volumi. Nessun altro autore aveva sviluppato fino ad oggi la questione della salute in una maniera altrettanto perfetta come il dottor Shelton. Cominciai a sopprimere alcol, sigarette, tè, caffè, medicinali, punture. Ho modificato la mia dieta, nutrendomi unicamente della serie delle noci, dei frutti e delle verdure, - il tutto crudo. Nel frattempo, digiunai 1 o 2 giorni non bevendo che acqua. E la mia salute migliorò di giorno in giorno.

Le crisi di disintossicazione:
Avevo già un’idea delle crisi benefiche che dovevo attraversare. Il Dr. Shelton aveva, infatti, spiegato che quando si sopprimono gli alimenti malsani e si adotta un’alimentazione sana formata da crudezze, l’organismo rigenerato e fortificato intraprende, dopo qualche tempo, una disintossicazione violenta. Questa può prendere la forma di foruncoli, di diarrea, di mal di testa, di febbre, ecc. Più la vitalità è grande, più la crisi è violenta e benefica. Le tossine immagazzinate nel corpo in decine di anni sono eliminate così.
Un anno dopo aver modificato la mia dieta malsana, persi la mia obesità e godetti di una salute che non avevo mai conosciuta. La mia vitalità era diventata talmente grande che l’intelligenza somatica delle mie cellule aveva senza dubbio deciso che era il momento opportuno per disintossicarmi da cima a fondo. Me l’attendevo in qualche modo.
Avevo, inoltre, appreso che le crisi di disintossicazione prendevano generalmente la forma delle vecchie malattie e nel senso inverso della loro incidenza. Ora, quattordici anni fa, io ebbi una crisi acuta di artritismo alle articolazioni che mi aveva totalmente paralizzato, che colpiva fino alla colonna vertebrale. Questa crisi era stata guarita in alcuni giorni con l’aiuto di punture e di medicinali. In realtà il mio artritismo non era realmente guarito" poiché le tossine che cercavano di uscire erano state semplicemente respinte dal trattamento sintomatico medico. Questa crisi acuta si era in seguito trasformata in artritismo cronico e io soffrivo soprattutto alla pianta dei piedi. Dunque, nessuna guarigione. Il passaggio di un’affezione dallo stato acuto allo stato cronico, l’avevo appreso più tardi, è un aggravamento che si spiega con la diminuzione della vitalità. Il cammino del ristabilimento doveva dunque essere dal cronico all’acuto, cioè nel senso inverso, un vero cammino del ritorno alla vitalità e alla salute.
In seguito ai cambiamenti nel mio modo di vita, il mio organismo cominciò dunque ad eliminare la tossiemia e sentii dolori violenti alle articolazioni come quelli sentiti 14 anni prima. Le tossine, che erano state obbligate a tornare indietro verso le articolazioni, allora non cercavano che di essere eliminate. Per affrettare questa eliminazione, io allora intrapresi un digiuno di diciassette giorni, bevendo acqua secondo la sete, e restando a letto tutto il tempo.
Il signor Mosséri, che sorvegliò il mio digiuno, mi spiegò più tardi che le tossine che risultano dagli alimenti malsani erano respinte dall’organismo nel luogo più lontano in modo che esse non potessero ostacolare il buon funzionamento dell’organismo. Questo non cerca di eliminarle che quando ne ha il tempo e la forza necessari.
Dunque, durante il mio primo giorno di digiuno i dolori erano intensi alle articolazioni delle dita del piede sinistro. Questi dolori cessarono il secondo giorno per riprendere alle dita dell’altro piede. Il terzo giorno, i dolori lasciarono il piede per cominciare al ginocchio. Il quarto giorno si spostarono all’altro ginocchio. E’ così che il corpo aveva organizzato il suo meraviglioso lavoro di eliminazione. Ogni giorno, esso intraprendeva di pulire un’articolazione differente. Per assicurare l’immobilità e quindi il riposo, il corpo anchilosava (io ho capito perché l’igienismo rifiuta i massaggi in generale e gli esercizi in caso di dolore) l’articolazione durante tutta la notte. Al tempo stesso esso le inviava molto sangue per sciogliere le tossine e i cristalli depositati, causando così una forte infiammazione e dei dolori inimmaginabili. Quando nello spazio di una notte il lavoro di eliminazione terminava in un’articolazione, questa riprendeva la sua andatura normale - l’anchilosi locale e l’infiammazione sparivano. E’ così che le mie dita, le mie spalle e le mie ginocchia avevano subito, ciascuna a turno, una pulizia perfetta. Aggiungo che a momenti, io gridavo dal dolore.
Ogni sera, io ricevevo la visita di differenti amici igienisti venuti per incoraggiarmi a perseverare. Mia moglie e mia madre credevano che non si potesse vivere più di 3 giorni senza cibo. Un giorno la loro resistenza divenne difficile da superare poiché avevano usato tutti gli artifici per portarmi a mangiare. Quella sera, il signor Albert Mosséri e il Padre J. Rialland ebbero con la mia famiglia una lunga discussione il cui risultato fu che essi mi lasciarono in pace. Io proseguii dunque il digiuno con più libertà.
Il mio polso faceva a momenti i 145 al minuto e il mio cuore batteva forte. Io non avevo alcuna paura, poiché avendo studiato seriamente la questione del digiuno, sapevo quali sintomi potevano sopraggiungere. La mia urina era di colore marrone, carica com’era di tossine che i miei reni eliminavano. In breve, io stavo espiando i bagordi della mia vita passata. Il signor Mosséri mi aveva spiegato che la violenza delle mie crisi era dovuta a due fattori:
1) la mia grande vitalità
2) i veleni chimici (medicinali) che avevo preso e che sono difficili da eliminare.

Il ristabilimento:
Verso il 17° giorno del mio digiuno, i dolori cominciarono a sparire, la mia lingua saburrale diventò rosea e l’urina chiara. Il signor Mosséri che mi faceva visita ogni giorno per incoraggiarmi a sopportare i dolori mi confermò che questi sintomi indicavano il momento di interrompere il digiuno.
Io interruppi dunque il digiuno succhiando alcuni limoni acidi il primo giorno e io li avevo trovati succulenti. Il secondo giorno, succhiai con delizia il succo di un grosso pompelmo, ogni 3 ore. Il terzo giorno, i miei 3 pasti comprendevano arance e fragole, mandorle, pistacchi, pinoli e verdure - tutto crudo preso secondo le regole delle concordanze alimentari.
Le mie feci che erano rare durante il digiuno furono molto abbondanti il giorno in cui interruppi il digiuno. Non avevo preso né purghe, né clisteri.
Io persi durante i 17 giorni di digiuno 8 kg che ripresi in tre settimane con la differenza che il peso perduto rappresentava dei rifiuti e il peso guadagnato tessuti rigenerati e sani.
Adesso, la mia salute è radiosa, e io sono totalmente liberato dall’artritismo, che mi ha martirizzato per 14 lunghi anni.
Il digiuno è certamente meraviglioso poiché permette a tutti i malati di recuperare la salute. Esso realizza il rinnovamento, la rigenerazione e il ringiovanimento di tutto l’organismo. Ci si sente un’altra persona.
D’altronde, la casa non è il posto ideale per digiunare a causa dell’ambiente ostile. Inoltre, nessuno deve digiunare prima di aver studiato l’argomento leggendo un’opera seria. Un profano non deve mai arrischiarsi a digiunare. La sorveglianza di un igienista competente è in tutti i casi indispensabile per la conduzione della tecnica del digiuno secondo le regole. Il digiuno non è mai pericoloso in queste condizioni. Esso diviene, al contrario, una cosa meravigliosa." - Umberto Micalizi.

Il mio tumore riassorbito in 30 giorni, la mia vista migliorata, le mie regole senza dolore.

Con mio grande spavento, io mi accorsi un bel mattino della presenza di una palla nel mio seno destro grossa quanto una noce. Persi la testa, ma nel mio sgomento, non pensai mai alla medicina, né alla chirurgia, essendo ben istruita contro di esse. Mi sono procurata l’opera del dottor Shelton, avendola letta, mi sono decisa a digiunare. Mio marito m’incoraggiò e facemmo appello alla sorveglianza del signor Mosséri.
Cominciai dunque il digiuno che durò 21 giorni, a letto, bevendo acqua secondo la mia sete allo scopo di permettere l’autolisi (assorbimento) del mio tumore. Al mio capezzale avevo l’opera del dottor Shelton, come pure tutte le opere di Mosséri che io consultavo di quando in quando.
Il primo giorno passò banalmente. Il secondo giorno la mia bocca diventò amara. Sentivo una grande sete e dolori nel seno in questione. Il signor Mosséri mi spiegò che la sete significa che il corpo riversa nel sangue grandi quantità di tossine che reclamano acqua per essere rigettate nelle urine. I dolori al seno affetto erano il segno dell’inizio del lavoro di riassorbimento e della disintegrazione del tumore. La mia lingua in seguito divenne bianchissima.
Tutti questi sintomi persistettero e al dodicesimo giorno del digiuno, si formò intorno alla mia lingua una piccola bordatura che si allargava un poco ogni giorno.
Siccome i dolori nel mio seno persistevano senza violenza, l’amarezza della bocca e il biancore della mia lingua non diminuivano che lentamente, il signor Mosséri mi spiegò che la disintossicazione era rallentata, le riserve di sali minerali si riducevano sensibilmente, il digiuno diventava allora meno rapido. La mia lingua era ancora carica e io avevo voglia di mangiare.
Per affrettare la disintossicazione e prolungare dunque il digiuno, "prendete tre foglie di lattuga non lavate, due volte il giorno, a mezzogiorno e sera" ordinò Mosséri.
Io presi dunque queste foglie di lattuga che sono molto ricche di sali minerali alcalini. Il risultato fu immediato. Infatti, due giorni dopo, il dolore nel mio seno aumentò e la mia temperatura si alzò a 37,5° C. Sono degli eccellenti segni, mi disse Mosséri.
La mia lingua si caricò sempre meno e al ventunesimo giorno, diventò quasi interamente rosa. Evidentemente, io compresi che il mio digiuno arrivava alla fine, ma avevo ancora una temperatura di 37 °C e la bocca un poco amara alzandomi. Il tumore in quel momento non era diminuito che della metà o poco più, e io stesso pensai che avrei avuto bisogno di un secondo digiuno qualche tempo dopo per finirla con quello che restava.
Ma la mia idea di un secondo digiuno provocò un sorriso nel signor Mosséri, ciò che mi era apparso al momento perfino un poco misterioso.
Lei ha deciso di interrompere il digiuno, mi disse, ma il digiuno continua! - Io non avevo capito niente.
Per ragioni professionali, interruppi il digiuno il ventiduesimo giorno con un quarto di pompelmo di cui succhiai il succo, quattro volte il giorno. A poco a poco le mie forze ritornarono e io camminai ogni giorno un poco di più, oltre a esercizi coricata. Il secondo giorno, la dose alimentare fu raddoppiata, poi triplicata.
Il venticinquesimo giorno, la mia febbre sparì e anche i dolori. Al trentesimo giorno, avevo dimenticato la ragione del mio digiuno: il tumore non esisteva più! Assolutamente nulla più. Esso era senza dubbio sparito totalmente dopo alcuni giorni, ma io non l’ho notato che soltanto al trentesimo giorno. Che felicità, che sollievo!
E questo non è l’unico beneficio che io ho tratto dal mio digiuno. Infatti, la mia vista è migliorata sensibilmente, non sento più quei mal di schiena che io ho avuto sempre, né le palpitazioni, né il nervosismo. Le mestruazioni che avevo avuto sempre molto dolorose e molto penose, sono arrivate tre volte in seguito senza dolore, né stanchezza, né alcun malessere. E’ un miracolo che si è operato in me." - Signora Maury.
Adesso, noi attribuiamo più importanza al gusto della bocca nel digiunatore che all’apparenza della sua lingua che è spesso ingannevole. Finché tale gusto è cattivo al risveglio e possiamo sentirlo avvicinando il naso alla bocca aperta, finché esso è cattivo, ciò significa che l’eliminazione continua. E’ soltanto quando esso si attenua sensibilmente che noi rilanciamo l’eliminazione con un dito di succo di carote in un mezzo litro d’acqua, una o due volte il giorno.

Ha settant’anni, elimina l’asma, la prostatite, l’impotenza, la sordità, la sinusite e la bronchite digiunando trentadue giorni.
Il 10 luglio 1960, fu ammesso nella nostra casa un uomo di settant’anni sofferente di una moltitudine di mali. Il suo naso colava, egli diceva, dall’età di cinque anni. Soffriva inoltre di sinusite, bronchite, catarri al naso, asma, crampi alle gambe, prostata ingrossata, impotenza e sordità all’orecchio sinistro. Diceva di soffrire di crampi da quindici anni e che essi spesso lo obbligavano a uscire dal letto. La sua prostata era congestionata da tre anni e il catarro nei polmoni lo teneva sveglio la notte. Impotente da sei anni e sordo all’orecchio sinistro dal 1953. La sordità era iniziata con un dolore all’orecchio che è scomparso per far luogo alla sordità. Aveva avuto l’asma da dieci anni nei quali era stato ospedalizzato per essa parecchie volte, l’ultima per data nel 1959.
Mi fece un racconto che potrebbe essere ripetuto un milione di volte nei casi d’asma: iniezioni di adrenalina, supposte, aminofillina per alleviare le crisi d’asma, ma nessun regime speciale, nessuna proibizione di fumare né di bere. Egli fumava molto e beveva wisky e birra. Mangiava molto. Dichiarò che rigurgitava le pillole inghiottite all’ospedale e spesso con una forza tale che esse andavano a colpire il muro o il soffitto! Ebbe una puntura di aminofillina all’ospedale di Chicago, si recò all’aeroporto e venne direttamente nella nostra casa.

Il digiuno
Fu messo a letto a digiunare. In 24 ore fu alleviato e respirò agevolmente per il seguito senza mai più provare crisi. Quest’uomo che ci confessò di aver consultato trenta medici in tutti i suoi dieci anni di asma, era adesso sul cammino di un ristabilimento totale.
Il suo digiuno non fu senza storia. La sua prostata diminuì di grandezza e divenne infine normale, non ponendo più ostacoli all’uscita dell’orina. Adesso nove mesi dopo la fine del suo digiuno, è ancora liberato dai suoi vecchi disturbi prostatici come dai suoi crampi alla gamba. Il suo scolo nasale, dai seni e dalla trachea diminuirono a poco a poco fino all’interruzione totale di queste affezioni. La tosse cessò e dormì notte dopo notte senza difficoltà.
Al ventiquattresimo giorno del digiuno, voleva romperlo poiché si sentiva bene e voleva mangiare, ma i suoi sintomi di eliminazione non erano cessati e io pensai che avesse bisogno di digiunare più a lungo. Lo persuasi quindi a proseguire il digiuno.
Verso il trentaduesimo giorno di digiuno, recuperò l’udito dall’orecchio sinistro. Nove mesi dopo il suo udito con l’orecchio sinistro restava perfetto. Anche la sua impotenza era passata.
Dopo la sua ammissione nella nostra casa, quest’uomo aveva cessato ogni medicinale e non subì alcun trattamento chimico né naturale. non gli facemmo né idroterapia, né rimesse a posto delle vertebre, né trattamenti elettrici, né manipolazioni, né alcuna forma di trattamento. Al contrario, fece dei bagni di sole quotidiani e un bagno tiepido ogni giorno che fece da solo.
Quando il digiuno fu rotto, cominciò parecchi giorni di seguito un poco di esercizio. Riposo, a letto, acqua e sole, furono le sole cose di cui quest’uomo fece uso durante il suo digiuno. I detrattori del digiuno che dichiarano che questo sopprime i sintomi avranno difficoltà a spiegare la restaurazione del suo udito con questo mezzo. Queste persone contrarie al digiuno lungo noteranno che se esso fosse stato rotto al 24° giorno, come il malato desiderava, non avrebbe probabilmente recuperato il suo udito."
(N° 8 vol. 22) - Shelton.

ALTRI CASI INTERESSANTI.

Per mezzo del digiuno, migliaia di malati cosiddetti incurabili hanno recuperato la salute, una salute che essi credevano irrimediabilmente perduta. Ecco alcuni casi interessanti tratti dall’esperienza di grandi igienisti e menzionati nell’opera di Hereward Carrington Digiuno e longevità. Questi casi non sono esperienze rare il cui risultato è incerto.

Paralisi, depressione, vertigini, vista debole.

George E. Davis, 61 anni, digiunò 50 giorni. Paralisi totale dal lato destro, depressione nervosa, vertigini permanenti, mente e parola disturbati. Peso prima del digiuno 105 chili. Dopo il digiuno. 80 chili. "Io sono totalmente guarito dalla paralisi, scrive, la mia mente si è schiarita, le mie vie digestive perfette, la mia vista migliore, la mia mano e il mio braccio sono forti. Non temo un altro colpo. Si dice che sono ringiovanito e io lo sento."
Pochi mesi dopo, scrisse ancora dicendo che godeva di una perfetta salute.
Nella nostra pratica, noi abbiamo avuto parecchi casi di paralisi della guancia che si sono ristabiliti totalmente. Le altre paralisi: emiplegia, sclerosi a placche, malattia di Parkinson non possono sperare di avere dei risultati che se sono prese all’inizio. I digiuni devono essere molto lunghi. Le cellule nervose distrutte non si rinnovano come le altre cellule.
Ancora col digiuno, si può correggere una vista indebolita e sbarazzarsi totalmente degli occhiali. A tal fine occorre.
1 fare un bel digiuno;
2 non portare gli occhiali, altrimenti è lo scacco. Quando si levano gli occhiali si sforzano gli occhi a esercitarsi. La stanchezza degli occhi è un esercizio utile;
3 eseguire esercizi oculari secondo il metodo Bates.
Se la miopia è molto avanzata, le misure precedenti daranno risultati in due anni di perseveranza.
Nella nostra pratica, abbiamo incontrato parecchi casi che si sono sbarazzati degli occhiali durante un digiuno col ristabilimento della vista. I casi avanzati sono riusciti a recuperare parecchi decimi rapidamente.

Costipazione, diarrea, mal di testa, insonnia.

Padre H. J. Lohre, 35 anni, ha digiunato 13 giorni. Per lunghi anni ha sofferto di costipazioni alternate a diarree con mali di testa e insonnia.
Dopo il digiuno, tutti i sintomi scomparvero totalmente.
Bisogna notare che per l’insonnia, un digiuno abbastanza più lungo è spesso necessario per eliminare tutti i medicinali presi in passato dai soggetti. Tutti i casi che noi abbiamo curato hanno eliminato l’insonnia in capo a 20 - 50 giorni di digiuno. L’insonnia spesso è causata dalle tossine insediate nei centri nervosi che provocano una tensione nervosa permanente. Gli alimenti concentrati e soprattutto i protidi sono altrettanto implicati. I risultati sono spesso immediati dall’inizio del digiuno. I protidi (carni, noci, ecc.) innalzano il metabolismo e possono provocare l’insonnia.

Paralisi parziale.

Giorgio W. Tuthill, 47 anni, ha digiunato 41 giorni. Peso alla fine del digiuno 45 kg. Non gli restavano più che le ossa. Paralisi parziale, mal di testa costante, vista e udito affetti da 10 anni. Dopo il decimo giorno di digiuno, la paralisi scomparve e il soggetto potette passeggiare per la prima volta dopo 10 anni. Anche i mal di testa scomparvero, la vista e l’udito si normalizzarono. Il soggetto restò in perfetta salute finché io non lo persi di vista.

Bronchite.

La signora J. F., 47 anni, madre di 5 figli, ha digiunato 28 giorni. Peso prima e dopo il digiuno: 57 kg/47 kg. Bronchi gravemente affetti, tosse costante. Trattamenti medici per 6 anni senza risultati. Alla fine del digiuno, lei si ristabilì totalmente e in modo permanente.
Rammentiamo a questo riguardo la causa principale dei catarri (bronchite, raffreddori, raffreddori, sinusite, asma, ecc.) si trova nel consumo del pane, dei cereali che non sono alimenti specifici alla razza umana e che incrostano l’organismo.

Il fegato.

La signora T, 50 anni, ha digiunato 34 giorni per curare l’indigestione e un’affezione epatica grave. Peso prima e dopo il digiuno: 53/42 kg. Malata da 30 anni. Ristabilimento totale, scomparsa completa dei mal di testa e dell’affezione al fegato. Il soggetto restò sano in seguito.
Noi abbiamo avuto, alcuni anni fa, una signora di una sessantina di anni che aveva sofferto di fegato tutta la vita. Lei si nutriva soprattutto di tè, cioccolato, pane. Digiunò a casa sua 17 giorni, ma si gettò sugli alimenti alla ripresa, in modo tale che rovinò tutti i benefici del digiuno che non ebbe alcun risultato.
Un secondo digiuno fu intrapreso sotto la nostra stretta sorveglianza per una durata di 20 giorni. Il suo peso crollò a 29 chili. La ripresa alimentare fu lenta, prudente e molto lunga, poiché il sapore della sua bocca era amaro tutto il tempo. Un anno più tardi, lei scrisse che il suo fegato si era totalmente ristabilito e che lei seguiva il regime igienista al 50%.
Noi abbiamo adesso una giovane studentessa che aveva digiunato sotto la nostra sorveglianza 40 giorni il mese scorso. La sua lingua era diventata marrone e il sapore della bocca amaro solo dal 20° giorno. Lei dovette rompere il digiuno al 40° giorno in seguito a un problema sentimentale che era sorto. A un mese d’intervallo lei ritornò per un secondo digiuno. I suoi mal di testa quasi permanenti sono adesso molto attenuati. E’ al 16° giorno, 36 kg per 1,57 m. Il suo minimo è di 28 chili se tutto va bene nel frattempo.

Sordità

Roberto B., 29 anni, ha digiunato 17 giorni. Sordità. Peso prima e dopo il digiuno: 62/54 kg. L’udito peggiorò alcuni giorni, poi colò del pus ed egli potette sentire come non mai. Era stato condannato come sordo incurabile!
La sordità proveniente da catarri o da pus può essere eliminata, ma quella che proviene da un incidente o da prodotti chimici o da antibiotici non può essere rimediata. Le prime sordità sono progressive e le altre improvvise.
Quale piacere notare questi vecchi sordi quando essi cambiano il loro comportamento in società. Prima, erano sempre distratti, lo sguardo altrove, poi quando ritrovano l’udito essi prendono parte alle discussioni e alla compagnia.

Calcoli e ascessi dentari.

Diana Young ha digiunato nel 1939 32 giorni. Calcoli renali, denti ulcerati, unghie incarnite. I grandi professori avevano consigliato d’urgenza 3 operazioni! Lei non ne accettò alcuna, ma digiunò. Il 16° giorno di digiuno, espulse i calcoli., Dopo il digiuno, i raggi X mostrarono che gli ascessi dentari erano scomparsi pur conservando i denti che le si volevano strappare. Le unghie anche si ristabilirono. Da allora, la sua salute è perfetta.
Gli ascessi, il pus, i gonfiori provengono dagli alimenti proteici: carne, pesce, pollame, ostriche, noci varie, formaggi, uova. Bisogna sopprimere questi alimenti limitando in seguito le varie noci a 10 grammi il giorno. In tal modo, gli ascessi dentari o altri scompaiono senza che vi sia bisogno di farsi strappare stupidamente le parti infette. Il pus trae le sue provviste dagli alimenti proteici citati che provocano l’infezione nei tessuti. Non bisogna mai accettare di farsi strappare i denti infetti e traballanti.
Sull’argomento dei calcoli, quando essi sono molto grossi, bisogna prevedere un digiuno da 30 a 60 giorni per scioglierli ed eliminarli. Le crisi devono essere sopportate e il dolore accettato. Un bagno caldo di 20 minuti può calmare.

Raffreddori, anchilosi delle giunture, varici.

La signora A. E., 69 anni, ha digiunato tre settimane prendendo succhi di frutta. Peso prima e dopo il digiuno: 100/76 kg. Aveva sofferto per 30 anni di raffreddori cronici, diarree, anchilosi delle giunture del ginocchio, varici, ecc. Si era fatta trattare dai migliori specialisti senza risultato. Dopo il digiuno tutti i sintomi erano scomparsi, e perfino le varici, il che le permise di abbandonare le calze elastiche portate per lunghi anni.
Quale piacere quando un digiunatore vi dice: la mia giuntura si è sbloccata dopo tanti anni. Non potevo più attaccarmi i lacci, ma adesso posso. Non potevo girare la testa, ma oggi posso. Non potevo lavarmi il braccio, ma adesso posso.
Evidentemente le varici troppo avanzate non saranno che migliorate.

Mali di testa, nausee, colite.

La signora R.T., 32 anni, ha digiunato 18 giorni. Peso prima del digiuno: 45 kg. Lei aveva sofferto lunghi anni di mali di testa, nausee, mancanza di appetito e dolori violenti nel colon ascendente. Tutti questi sintomi scomparvero e lei si sentì bene nel prosieguo.

Paralisi.

G. W. S., 45 anni, è restato a letto per 9 anni, paralizzato totalmente con anestesia. Nessun trattamento è stato utile. Digiunò 79 giorni (settantanove). Le sue forze tornarono e poté muovere le sue membra, le sue dita e mettersi a sedere. Il ristabilimento non fu possibile che a metà.
Noi abbiamo sorvegliato un giovanotto di 18 anni che soffriva di sclerosi a placche che digiunò 32 giorni senza alcun miglioramento.

Albumina, cuore, obesità.

Il dottor J. Eales digiunò 30 giorni durante i quali perse 12 chili. Soffriva di albuminuria acuta, di disturbi cardiaci funzionali e di obesità. Tutti questi sintomi scomparvero col digiuno e questo medico lo disse sul giornale Saint-Luois Republic del 30 giugno 1907. "Ho smentito, scrisse, parecchie teorie insegnate nei manuali classici. Ho misurato la mia forza e la mia resistenza ogni giorno e ho scoperto che al 30° giorno di digiuno, io ero in grado di sollevare un uomo di 113 kg."
Un fatto rimarchevole si incontra anche in quelli che soffrono di freddolosità. In capo ad alcuni giorni di digiuno, essi non diventano più freddolosi e resistono ammirevolmente al freddo. Infatti, il sangue non può combattere efficacemente contro il freddo quando esso è tutto il tempo concentrato nell’addome e negli organi digestivi. L’abbiamo notato in molti digiunatori e anche su noi stessi. Quando digiuniamo, resistiamo al freddo meglio che quando mangiamo. Inoltre, quando ci capita di fare uno sgarro alimentare, la nostra resistenza al freddo si affloscia l’indomani. Soprattutto l’abuso di alimenti zuccherati provoca una stimolazione il giorno stesso, seguita da una depressione l’indomani che si manifesta con la freddolosità, con la stanchezza.

Eczema, emorroidi, vista debole, reumatismi, reni malati, costipazione, ecc.

Van R. Wilkox ha digiunato 60 giorni come l’ha descritto nel suo libro: Correct living (Vita corretta). Soffriva di foruncoli, eczema, emorroidi, paralisi parziale, vista difettosa, calvizie, reumatismi, malattia dei reni, ecc. Tutti questi sintomi scomparvero per sempre. Dopo il digiuno acquistò 26 kg.
L’eczema è un’infezione che proviene dagli alimenti proteici: carne, noci varie, formaggi, uova, ostriche, leguminose. Bisogna sopprimerli. Un digiuno lungo è necessario per eliminare il pus: da 30 a 60 giorni se possibile.

Gozzo.

Giovanetta di 27 anni, gozzo da 2 anni con sintomi nervosi. Il suo stato peggiora col trattamento classico. Un digiuno di 28 giorni la libera da tutto il tumore e dai sintomi nervosi. Nessun ritorno dei sintomi un anno dopo.
Abbiamo avuto una signora con un grossissimo gozzo benigno, gli occhi niente affatto esorbitanti e il polso normale. In capo a 20 giorni di digiuno, il suo gozzo era diminuito della metà, ma lei non aveva il coraggio di continuare a digiunare malgrado questi risultati eccellenti. Che si può fare per portare questi malati a desiderare un poco più il ristabilimento della loro salute?
Non abbiamo mai avuto risultati con il gozzo maligno, neanche con digiuni molto prolungati. Il polso è restato molto elevato in seguito.

Asma.

Sposata, 36 anni, ha sofferto di asma per 2 anni. Trattamento medico inutile. Un digiuno di 25 giorni la liberò dall’asma. Il soggetto ritornò in Canada dove pratica gli sport invernali. Nessun ritorno dei sintomi dopo un anno.
Abbiamo avuto parecchi casi che sono ritornati ai calmanti. Questi casi non possono sperare di ottenere un risultato durevole se alla prima crisi riprendono i medicinali. Se essi non danno prova di sufficiente buona volontà, noi rifiutiamo di ammetterli nella nostra casa.
Noi ricordiamo infine un prete italiano che aveva seguito i nostri consigli alla lettera e che si rimise al 90% senza aver avuto da digiunare, in capo a qualche mese. Il digiuno non è indispensabile, ma esso affretta il processo di ristabilimento.

Emicranie

Sposata, 37 anni, ha sofferto di emicranie per 15 anni. L’uso continuo di analgesici si trasformò in abitudine. Durante un digiuno di 40 giorni, vomiti eccessivi di bile e talvolta spasmi alle mani e ai piedi. Il ristabilimento totale non sopraggiunse che dopo altri 3 digiuni di 4 giorni ciascuno.
I mal di testa possono aggravarsi durante il digiuno: è un buon segno di eliminazione che non bisogna contrariare. Noi abbiamo avuto una signora che aveva digiunato sotto la sorveglianza di un medico per 20 giorni. A ciascun parossismo, lei subì diversi trattamenti per alleviare le emicranie. Non ottenne in fin dei conti alcun risultato. Quando venne a digiunare sotto la nostra sorveglianza un anno più tardi, le spiegammo che i parossismi di emicranie non devono essere alleviati. E’ questo che avvenne e alla fine del suo soggiorno le emicranie erano scomparse per sempre. Il digiuno può finire con lo scacco secondo il modo in cui è condotto.

Calcolo.

Sposata, 46 anni, ablazione di un rene e grosso calcolo nell’altro rene. Un digiuno di 12 giorni permette al calcolo di sgretolarsi e di scendere pezzo per pezzo senza dolore. Ristabilimento totale.
In generale, bisogna prevedere un digiuno da 40 a 50 giorni o più con crisi molto dolorose quando i calcoli sono grossi. Non è necessario operare. La formazione dei calcoli è legata al consumo del pane, dei cereali per lungo tempo, alimenti non specifici alla razza umana e che di conseguenza lo incrostano. Un bagno caldo di 20 minuti calma le crisi.

Paralisi destra.

Parrucchiere, 43 anni, paralisi destra totale. Incurabile secondo la prognosi medica. Un digiuno banale di 28 giorni gli permise di muovere normalmente tutto il suo corpo e di riprendere il lavoro.
Bisogna confessare che questo caso è raro poiché la paralisi in generale è irreversibile.
Una lezione da trarre da questo caso eccezionale: non scoraggiare un tale malato, poiché il tentativo vale la pena, anche se le probabilità di successo sono minime. Il successo allora è inspiegabile.

Artritismo

Vedova, 38 anni, dentista. Artritismo dell’avambraccio destro, della spalla e della spina dorsale superiore per 3 anni. Il trattamento medico abituale fu seguito dallo scacco abituale. Un digiuno di 25 giorni la liberò da tutti i dolori e dalle infiammazioni e lei poté muovere le sue membra normalmente.
Quelli che hanno preso dei medicinali a base di cortisone o altro devono prevedere un digiuno più lungo, poiché queste droghe li hanno intossicati in profondità. E’ così che la signora S. ha digiunato 40 giorni, senza il minimo risultato e la sua spalla restò bloccata. Lei deve tornare per un secondo digiuno fra alcuni mesi.
Al contrario, M. H., orticoltore di 40 anni, aveva seguito strettamente il regime igienista per 2 anni. Tutte le cure termali che egli ha fatto si sono chiuse con un fiasco totale. Soffriva di artritismo dovunque. Digiunò 30 giorni. Il suo male datava da molti lunghi anni. Io gli avevo predetto 50 giorni di digiuno, ma in capo a 30 giorni di digiuno si rimise totalmente. Due ragioni hanno giocato:
1) ebbe delle crisi molto violente nel corso del digiuno durante le quali i dolori decuplicarono. Queste crisi hanno accelerato la disintossicazione.
2) Il suo regime era rigoroso da due anni prima della cura di digiuno, era dunque preparato dalla soppressione dei cereali, del pane, della carne, ecc. non mangiando che frutti e ortaggi crudi e cotti con un poco di yogurt e noci varie.
Non tutti hanno la possibilità di avere crisi durante il digiuno. Bisogna avere una grande vitalità. Senza crisi, occorrono due volte più tempo per sbarazzarsi dei dolori artritici violenti.

Cecità.

Infermiera, sposata, 28 anni. Pesa 30 kg. di troppo. Un digiuno di 25 giorni la libera della sua obesità e al medesimo colpo le ridona la vista a un occhio cieco al 100% da 10 anni. Nessun ritorno della cecità dopo 8 anni.
Una signora è venuta accompagnata da suo marito quest’estate. Era fortemente contraria al digiuno e accettò con difficoltà di digiunare solo 7 giorni. Era stata cieca da un occhio da anni. In capo ai 7 giorni, cominciò a vedere le ombre, le forme e perfino i colori. Questi risultati positivi e miracolosi non sono bastati a portarla a continuare il suo digiuno. La sua mente era bloccata! Come svegliare la sua intelligenza? Come darle coraggio? Aveva circa 40 anni, vittima di un incidente che le aveva fatto perdere una gamba, di carattere molto autoritario e dispotico. I venti digiunatori che si trovavano al medesimo tempo nel nostro stabilimento non sono bastati a darle l’esempio. C’erano ragazzi, vecchi e persone di tutte le età. L’ambiente avrebbe dovuto bastare per portare a digiunare una persona sensata. Non fu così.
Un’altra signorina di 18 anni si presenta accompagnata da sua madre. Aveva un occhio bendato, totalmente cieco a causa di un herpes (ulcera nell’iride). In capo a 18 giorni di digiuno, il pus fu eliminato e la benda fu tolta. La sua vista divenne normale di nuovo. Il suo digiuno non era abbastanza lungo per eliminare le sue tossine in profondità e rischiava di avere una ricaduta. Lei tuttavia rifiutò di prolungare il digiuno. Amava i formaggi fermentati di cui abusava (camembert) ed era lì la causa principale dell’infezione all’occhio e quando sono fermentati, il male che essi fanno è rapido. Anche il consumo del roquefort è una catastrofe per la salute. Lo stesso per le carni malsane, ecc.

Nevrite e sordità.

Sposata, 48 anni, nevrite dell’avambraccio destro. Un digiuno di 36 giorni le ridona l’udito dall’orecchio destro che aveva perduto da 25 anni!

Reumatismo

La signora Harriet d. Closs di Bebster City, Iova, ha digiunato 45 giorni e si è liberata totalmente del suo reumatismo (New York Times - Reportage).

Stomaco e sordità.

L’ingegner Roland Mueller ha digiunato 57 giorni e si è liberato dei disturbi di stomaco e sordità parziale. Anche questo caso fu riferito dai giornali dell’epoca.

Ringiovanimento

Signor A. Mosséri,
10290 Rigny-la-Nonneuse
(Aube)

Carissimo signor Mosséri,
Non posso cominciare questo nuovo anno senza aver un pensiero di riconoscenza per Lei, al quale io unisco i miei migliori auguri.
Aggiungo anche delle scuse per il mio lunghissimo silenzio... Mi accontenterò di descriverLe il mio stato presente di salute.
Eccellente su tutti i piani, il mio ringiovanimento è incontestabile e non è contestato da alcuno. I miei compagni d’ufficio ne sono i primi sbigottiti. Il mio padrone di quando in quando guardandomi compiere evoluzioni, lavorare, prendere decisioni, scoppia a dire: "Lei è un caso!"
Il mio peso attuale oscilla tra 76 e 77 chili per 1,85 m e ho ripreso peso da più di un anno la mia completa attività professionale, il che è per me essenziale... Ciò che Le interesserà, è il mio stile di vita per conservare un tale stato permanente di salute:
Ecco il mio stile di vita:
- Levata alle 7 e mezzo.
- Preghiera, allungato per mezz’ora.
- Eliminazione intestinale completa.
- Ginnastica di ammorbidimento che varia tra mezz’ora e un’ora tutte le mattine salvo la domenica e le feste (bevanda "acqua" dopo la toeletta).
- Lavoro in ufficio con camminate, visite di cantiere, ecc.
- Colazione in famiglia con soppressione completa delle bevande, né caffè, né tè...
- Siesta dopo il pasto per un’ora.
- Lavoro in ufficio fino alle 18.
- Cena... A letto alle 22.30: buon sonno, ma di quando in quando risveglio verso le 6, ma il sonno resta riposante...
Mi occorre riconoscere che alla partenza tutto resta dovuto alla purificazione del mio organismo attraverso il vostro digiuno, anche nelle mie preghiere io penso spesso a Lei, caro signore. Lei è stato, forse, senza saperlo, uno strumento benefico della Provvidenza.
Siatene ringraziato calorosamente, forse nel corso di quest’anno potrebbe scapparmi qualche istante per renderLe visita?..
Arrivederci, caro signore, che quest’anno Le sia salutare e forse a presto e creda ancora alla fedeltà dei miei sentimenti.

A più riprese, noi abbiamo parlato dell’autore di questa lettera in tutto il corso della nostra opera. E’ l’architetto parigino che ha digiunato 87 giorni con i risultati spettacolari che si vedono. Aveva 65 anni e pesava 103 kg.

L’insegnamento apprezzato.

Signor Mosséri,
Giusto una parola per dirle che il mio arrivo a Annecy è passato bene. La mia ripresa alimentare si svolge senza intoppi grazie all’insegnamento ricevuto presso di Lei il cui prezzo è per me inestimabile. - Questo lungo soggiorno passato da Lei è stato un’avventura meravigliosa per me e non vorrei rifare l’elogio dell’igienismo che Lei difende con tanta passione, ma è confortante sapere che esiste ancora una Casa come la Sua. - Questo complimento ha dovuto essere fatto molte e molte volte, ma io non posso resistere alla tentazione di farGlielo il più sinceramente possibile.
Io Le devo la più bella esperienza della mia vita di un dono assai prezioso, sia certo di aver acquistato per Lei tutta la mia riconoscenza. Ancora grazie signor Mosséri!

Quest’uomo è un giovane professore di cultura fisica che non soffriva di nulla, ma che ha digiunato 40 giorni per disintossicarsi a fondo. Noi l’abbiamo rivisto un anno dopo, aveva superato largamente il peso iniziale e la sua muscolatura era impressionante.

Depressione nervosa, insonnie e tentativi di suicidio.

Signor Mosséri,
Ho ancora la forma ritrovata a Rigny... Certamente, faccio attenzione alla mia alimentazione e seguo i Suoi consigli. Ancora una volta grazie per questa guarigione alla quale non credevo più. - Cerco di convincere genitori e figli e amici a mangiare sanamente... Con il mio buon ricordo. - G. B. Lyon.

E’ una giovane infermiera che soffriva di depressioni nervose, di insonnie e di apatia totale. Parlava con una lentezza esasperante e non poteva leggere niente, ne ascoltare alcuno. Fece un digiuno di 30 giorni senza storia in capo al quale si mise a leggere tutti i libri igienisti, a chiacchierare con gli altri pazienti. Le idee "nere" come lei le descriveva, se ne andarono, e non aveva più voglia di suicidarsi. Il suo sonno rivenne naturalmente poiché i suoi centri nervosi si erano disintossicati durante il digiuno.

Febbre delle paludi.

Signor Mosséri,
Sono felice di sentire che la Sua Casa riprende l’attività. Ho conservato un ottimo ricordo del mio passaggio a Rigny lo scorso maggio. Da quando La Nouvelle Hygiene non appare più ci si sente un poco "smarriti" di qua nel Sud.
I pochi igienisti di Francia e simpatizzanti non metterebbero il prezzo di costo reale per avere un organo di collegamento? Auguriamo che l’ideale igienista sopravviva e spezzi l’oppressione generalizzata del materialismo dalla vista corta - più che mai la sopravvivenza diventa affare di lucidità. - Dunque salute radiosa a Lei stesso e ai Suoi ospiti. - P. S. Millau.

Incinta (nausee, vertigini, spossatezza, epatite).

Signor Mosséri,
Come convenuto, Le darò alcune notizie (forse un poco tardive) del mio stato di salute in seguito al digiuno di 18 giorni che ho effettuato da Lei. Sono andato di corpo 4 giorni dopo il mio ritorno e ciò senza alcuna difficoltà. Dall’8° giorno, ho cominciato a riprendere del peso e adesso (43 kg. alla fine del digiuno, 51 kg all’inizio) peso 53,500 kg.
- Le forze sono ritornate molto rapidamente e da un mese mi sento meravigliosamente bene. Niente più nausee, vertigini, spossatezza, stabilità di umore.
Ho fatto un prelievo di sangue un mese dopo e il medico non ha potuto che constatare la guarigione dell’epatite. Mi resta un poco di anemia, ma il prelievo del sangue è stato fatto un poco troppo presto dopo il digiuno... Il bimbo sembra star bene. Comincia a farsi sentire... Tengo ancora a ringraziarLa di avermi permesso di effettuare questo digiuno e con questo di far riflettere parecchie persone.
Sperando di incontrarLa di nuovo un giorno, Le invio i miei sentimenti rispettosi. - M.D.

Parto a casa propria e da sola.

Caro signor Mosséri,
Con un poco di ritardo, eccoLe alcuni particolari sulla nascita di Rachele.
Non avendo trovato un’ostetrica che accettasse le nostre condizioni, ci siamo arrangiati da soli, mia moglie e io, per eseguire il parto a domicilio. Mia moglie ha camminato fino all’ultimo momento, ha partorito accovacciata. La bambina è passata come una lettera alla posta. (Notare che l’autore di questa lettera lavora alla posta!) Lei pesava 2.520 kg. giusto nelle norme definite da Shelton.
Il travaglio è cominciato alle 8, la bambina è nata alle 9,40 e il rilascio ha avuto luogo alle 17. Niente nitrato d’argento negli occhi di Rachele, ma soltanto acqua bollita. Il cordone è stato tagliato dopo la cessazione delle pulsazioni (15 min).
La madre e il neonato stanno bene.
Questa riuscita è la conferma della giustezza dei principi igienisti che noi abbiamo sempre applicato e sono felice di farGlielo sapere. Molto cordialmente. -

Per avere un bel bambino, quest’affascinante coppia aveva digiunato precedentemente per disintossicarsi.

Studente di medicina.

Signor A. Mosséri,
La lettura della Sua lettera mi rallegra molto e non posso trattenermi dall’esprimerGlielo subito. Mia moglie ne sarà molto contenta, noi parliamo spesso di Lei. Infine, la sola Casa di Francia - col solo esperto che comprende e rispetta la salute naturale e in particolare il digiuno, è aperta a tutti quelli che cercano o che vi fanno già affidamento!
Questo mi permette di supporre che le noie che Le sono causate non L’hanno vinta, ma, credo, al contrario - come Lei mi ha detto - rinforzato. In fondo, fronteggiare il male che ci fanno gli altri per guadagnare forze, superarlo e conservare una lezione è certamente l’attitudine più saggia, quella che Lei ha adottato. La Sua tenacia e le Sue sofferenze non sono state e non saranno vane. Lei dà l’esempio.
Certamente, io non mancherò di parlare consapevolmente di questa riapertura del dibattito.
Posso dal mio lato annunciarLe una novità recentissima: una bimba è appena nata da noi. E io ricordo che in occasione della nostra visita presso di Lei in agosto, l’anno scorso, Lei ci aveva detto:" Voi avrete figli sani." Ebbene, la nostra piccola Odille - nutrita da sua madre, al seno - comincia molto bene la sua esistenza.
Da parte mia, penetro sempre più la medicina ufficiale e, se con un certo sforzo di discernimento, apprendo delle nozioni di fisiologia, di biochimica, di anatomia molto interessanti - che talvolta vengono ad appoggiare le nozioni igieniste - scopro sempre più in dettaglio l’errore del pensiero, la debolezza del ragionamento terapeutico. Questo mi richiede una certa ginnastica della mente. Accettare, apprendere ciò che è conoscenza scientifica e rifiutare ciò che è terapeutico come l’eziologia ridicola, limitata. Il bilancio nondimeno è positivo poiché io sono anche condotto a ripensare una concezione dell’"uomo malato" e della salute.
AugurandoLe molto cordialmente un lavoro fruttuoso e le forze che occorrono per farlo, La prego di ricevere l’espressione del mio pensiero amichevole e fedele.

Noi non raccomandiamo lo studio della medicina per praticare l’igienismo. Gli studenti non possono uscire indenni da un tale lavaggio del cervello che dura tanti anni. L’autore di questa lettera aveva seguito nella nostra Casa uno stage di parecchi mesi, il che gli ha permesso di resistere meglio all’indottrinamento medico.

Il pessimismo.

Signor Mosséri,
Sono mesi che ho lasciato la Sua Casa e solo oggi io Le scrivo per ringraziarLa della Sua accoglienza e della Sua assistenza.
Avrei voluto farlo prima, ma solamente dopo mesi posso darLe notizie sicure della mia ripresa alimentare e della stabilizzazione del mio peso (secondo i Suoi consigli).
Ma ciò che io considero come la vera riuscita del mio mese di digiuno è questo stato di gioia che avevo conosciuto in occasione del mio soggiorno da Lei e che io conservo sempre, benché delle preoccupazioni e delle noie mi abbiano già bruscamente strattonato dopo le mie vacanze.
Dica ai Suoi digiunatori che il pessimismo è uno stato fisiologico e che a un corpo rimesso in sesto corrisponde una mente più sicura.
Questo, io Le invio, con l’espressione della mia gratitudine, i migliori auguri...

Infatti, è sufficiente spesso un digiuno per eliminare lo stato tossiemico dei nervi che è alla base degli stati di psicosi e di nevrosi, senza che si abbia bisogno di ricorrere alla psicanalisi o altre frodi alla moda. Questa signora ha digiunato 30 giorni. La gioia ha sostituito il pessimismo nella sua mente.
Ciò ci ricorda il caso di quello studente di medicina di 24 anni. Ansietà, nevrosi e pessimismo, depressione nervosa, sensazione di fallimento e d’incapacità scoraggiamento, tentativi di suicidio. Trattamenti e psicanalisi per anni senza risultato. Aveva ingerito medicinali in abbondanza da parecchi anni. Un digiuno di 60 giorni di cui 20 giorni su un digiuno quasi integrale all’acqua non è stato sufficiente a disintossicarlo totalmente. Infatti, alla fine di questo digiuno lungo, la sua lingua era ancora troppo bianca e il suo alito fetido. In capo a 40 giorni, fu aggiunta all’acqua da bere due dita di succo di carote per rilanciare l’eliminazione che si era indebolita. Le crisi di fegato si sono così succedute la notte per alcune ore con, al tempo stesso, depressioni nervose profonde, per sparire la mattina. Facemmo notare al nostro digiunatore che le fasi di depressione erano accompagnate da dolori epatici violenti, da lingua carica e urine forti, dunque da eliminazione intensa. Infatti, è la notte che il corpo riposato trova le forze necessarie per eliminare. Ora le tossine eliminate dal fegato sono rigettate nel sangue in quantità, poi sono rigettate con l’orina. Ora la presenza di queste tossine in troppo grandi quantità porta scompiglio nel sistema nervoso: da qui le depressioni che accompagnano queste fasi di eliminazione. Le depressioni sono dunque dei sintomi di eliminazione che si possono attenuare bevendo un poco più di acqua per lavare i reni ed evitare che la concentrazione delle tossine sia troppo elevata e perturbi il sistema nervoso. Si sa, per analogia, che un mezzo troppo acido permette il passaggio dell’elettricità nei fili elettrici più rapidamente. E’ la medesima cosa per lo stato nervoso del paziente.
Sfortunatamente, certi medicinali a base metallica non sono eliminabili dal corpo che non è costituito per eliminare l’argento, l’oro, il mercurio, ecc. come tutti i metalli pesanti che avveleneranno l’organismo fino alla morte.
Il 90% dei casi mentali sono provocati da un fegato sovraccaricato e sono così eliminati dal digiuno seguito da un regime appropriato senza alimenti concentrati, né soprattutto da protidi.
Due mesi dopo, quest’uomo ci telefonò. Aveva ripreso tutto il peso perduto e voleva fare un secondo digiuno. Noi rifiutammo poiché l’intervallo ci sembrò troppo breve per colmare tutte le riserve essenziali. Noi forse ci siamo ingannati in questo rifiuto, poiché Shelton fa digiunare una seconda volta a poche settimane d’intervallo soltanto. L’effetto di un secondo digiuno ravvicinato sarebbe cumulativo e non comporta alcun pericolo dal momento che lo si interrompe prima dei segni di inanizione.

Le convulsioni durante il digiuno.

Certe persone che possiedono un’eredità cerebrale possono, durante un digiuno, in occasione di uno sforzo fisico o mentale, avere una crisi di convulsioni. Queste crisi possono sopraggiungere, per esempio, se il digiunatore parla al telefono troppo a lungo o se non sta a letto. Bisogna in quel momento, stendere il soggetto per terra fino alla fine della crisi che non dura più di alcuni minuti. In seguito stare a letto. E’ preferibile attenuare il digiuno se esso non è all’inizio. Se no, continuare. Quando queste persone fanno un secondo digiuno, queste crisi non compaiono.

L’artrosi, periartrite, lombaggine, sciatica, gotta, artritismo, ecc.

Tutti questi termini ricoprono una medesima malattia che è perfino qualificata spostamento delle vertebre! Diagnosi alla moda per giustificare "rimesse a posto" che non alleviano che provvisoriamente. La chiropratica è decisamente alla moda e fa meno male del cortisone, ma si perde il proprio tempo e ci si fanno delle illusioni.
Quelli che hanno assunto dei medicinali per anni e che non sono più giovani devono subire una serie di digiuni prolungati, uno all’anno, prima di ottenere un ristabilimento totale. Un solo digiuno, anche molto lungo, non basta.
Il signor H, 50 anni, ha un’artrosi all’anca. 90 chili, 1,70 m. Digiuna 44 giorni e pesa 72 kg.. ringiovanisce di 15 anni, ma la sua artrosi non è guarita. Io ignoravo a quell’epoca (nel 1962) che occorrevano parecchie cure per ristabilire questi soggetti. Con il fiasco di questa prima cura, egli perdette ogni speranza nel digiuno e si consegnò ai chirurghi. Adesso cammina con un bastone. E’ un invalido. Io non gli avevo detto che bisognava ricominciare una cura lunga parecchi anni di seguito, o meglio ancora parecchie cure ravvicinate.
Il signor P., di Parigi, disegnatore, 29 anni, soffre di periartrite. Dolori e giunture bloccate da molto tempo. Medicinali quotidiani per alleviare i dolori da parecchi anni. Un digiuno assistito senza storie per 50 giorni (l’ultima settimana il digiuno è stato attenuato: l’acqua è tinta con un succo) e la sua artrosi regredisce dal 50% al 70% secondo quanto diceva. Qua e là il dolore è completamente sparito e anche il blocco. Un secondo digiuno farà il resto, se egli segue il regime igienista nel frattempo.
Queste malattie sono causate soprattutto da pane, cereali, paste, riso, ecc.

Caro Signor Mosséri,
Il viaggio è andato molto bene, senza alcuna stanchezza particolare... per il convalescente, i cinque scalini all’arrivo sembrano ugualmente una cosa relativamente abbordabile.
La ripresa delle forze è sempre progressiva, come pure l’appetito, o piuttosto la vera fame, che è veramente una sensazione molto gradevole allorché si sa veramente attenderla.
Il cambiamento di vita e di abitudini è evidentemente profittevole per ritrovare un equilibrio normale, all’inattività succede il desiderio di occuparsi le mani con piccoli lavori pratici.
Io conserverò un ottimo ricordo di questi due mesi poiché l’esperienza è di pari arricchimento dal punto di vista morale e da quello fisico, l’arricchimento che è spesso funzione delle prove e della lunghezza del digiuno.
Durante tutto questo periodo, ho avuto la possibilità e la ... semplicità di poter leggere e comprendere gli insegnamenti igienisti che sono veramente di una chiarezza abbagliante, forse troppo semplice proprio per la nostra civiltà intellettuale e materialistica.
Spero che Lei possa continuare a operare per molto tempo in tale via malgrado le difficoltà del compito, spetta in seguito a ciascuno, beneficiario di tali benefici, di diffondere ciò che ha acquisito.
Riceva, caro Signor Mosséri, l’assicurazione dei miei pensieri...

Questo giovanotto di 24 anni ha digiunato 60 giorni (le ultime due settimane l’acqua era tinta da un poco di succo), il suo ristabilimento fu totale al 100%. Soffriva di artrosi e di blocco un poco dovunque: colonna vertebrale, nuca, pianta dei piedi, ecc. L’anno precedente, aveva digiunato 56 giorni, ma in parecchie tappe variabili che non superavano i 15 giorni per digiuno. il risultato fu nullo. Occorreva un digiuno lungo di un solo tratto per andare fino al fondo del pozzo e pulirlo a fondo. Con digiuni corti e ripetuti, non ci si allontana mai dalla superficie del "pozzo", non si va mai in profondità.
Un altro paziente scrive:
Ho passato 10 giorni a Rigny. Essi sono stati per me di una meravigliosa ricchezza. Che il signor Mosséri riceva la testimonianza di tutta la mia gratitudine. La sua opera è meravigliosa. Che Dio vegli sulla sua impresa e continui ad aggiornarla. Non dico altro perché conto senz’altro di tornare...
"G. R., Marsiglia.
"
Cirrosi del fegato, depressione.
Caro signor Mosséri,
Io non Le ho scritto prima perché pensavo che in così pochi giorni la mia testimonianza avrebbe avuto poco valore. Io posso dirLe quanto il mio digiuno presso di Lei sia stato conclusivo.
Lei si ricorda il mio problema: zucchero e alcol per fronteggiare delle depressioni penose, molto penose che mi assillavano in generale alla fine della giornata, ma che potevano altrettanto bene scatenarsi in qualsiasi momento e questo da anni, perfino già nell’infanzia.
Ora più nessuna traccia di ciò e per conseguenza non più alcun bisogno di zucchero (ciò che mi risparmierà il diabete che mi minacciava, poiché molti l’ebbero nella mia famiglia) né l’alcol (ciò che salva il mio fegato già cirrotico).
Dunque, laddove né le cure ripetute di disintossicazione alcolica, né gli interventi psichiatrici avevano potuto nulla per me (beninteso poiché la causa del mio squilibrio, non era mai stata circoscritta), un digiuno di 40 giorni seguito da un’alimentazione finalmente corretta mi tira dal cattivo passo che stava per causare la mia scomparsa, a brevissima scadenza.
Contrariamente a ciò che pensavo, io non ho veramente alcuna difficoltà a nutrirmi secondo le leggi dell’igienismo. Non provo alcuna frustrazione in materia di cereali e mi soddisfo pienamente coi frutti, le crudezze e pochissimi ortaggi cotti al minimo. Ma lo yogurt non mi basta come apporto di proteine, e ho aggiunto il formaggio in quantità notevole, piuttosto che i frutti oleaginosi per i quali, in fin dei conti, io non sento decisamente alcuna attrazione. (Nota di A. Mosséri: l’errore di tutti gli atleti è di credere che occorre loro una forte dose di protidi per sviluppare i muscoli. Ora, questi protidi concentrati finiranno col renderli malati e ucciderli. Alcuni scienziati hanno scoperto delle popolazioni intere in diversi luoghi del globo terrestre che non vivono che di 15 g o 20 g o 25 g di proteine al giorno e che hanno una muscolatura splendida, una salute eccellente, una resistenza formidabile e un vigore incredibile. Poco importano le teorie. Sono i fatti che contano.)
Né carne, né alcuna carne animale di alcuna specie.
Ho ripreso la pratica dei pesi e dei bilancieri (è un atleta. A.M.) l’indomani del mio ritorno a casa, cioè 9 giorni dopo la fine del mio digiuno. sono già ingrossato di 7 chili e sono in piena forma. (Aveva perduto 18 chili.)
Fisicamente, moralmente, io considero che la mia esperienza è una riuscita totale. Le sono infinitamente grato e dirLe un enorme grazie è poca cosa rispetto a ciò che Le devo.
Tuttavia questa esperienza non sarebbe stata completa, non avrebbe potuto terminare, se posso dirlo, senza un contro esperimento. Ecco ciò che intendo con questo: erano giusto 15 giorni che io mi rialimentavo e mi sono offerto per festeggiare tutto ciò che avevo sognato durante il digiuno - e Dio sa se i digiunatori hanno l’immaginazione fertile (quanti sogni di cibo ci ossessionano! Quante nostalgie non sempre confessate, di ricette folli, di miscugli ossessivi!) Ebbene, in capo a due ore di bisbocce - che d’altronde non mi procurarono tutto il piacere che avevo immaginato - il corpo, il più semplicemente immaginabile, mi ha segnalato che ne aveva abbastanza e sontuosamente, per tutte le vie di evacuazione a sua disposizione, mi ha fatto comprendere che da parte sua preferiva i frutti, gli ortaggi e i latticini e che questo genere di piacevolezze alle quali io l’avevo sottoposto non era affatto, ma proprio niente affatto di suo gusto.
L’indomani io digiunai finché l’alito non riprese la meravigliosa freschezza, il gusto fruttato, che io conoscevo adesso, e che la vera fame non si instaurasse di nuovo, che è una sensazione del tutto straordinaria che io non avevo mai conosciuto nella mia vita e che val bene, in effetti, tutte le cucine del mondo.
Io vorrei domandarLe due cose. Da una parte, leggere la mia lettera ai digiunatori che mi hanno conosciuto e che stanno ancora da Lei (la mia lettera o le parti della mia lettera che Lei giudicherà utile comunicare loro). Per alcuni, infatti, ciò può costituire un incoraggiamento. D’altra parte, insistere molto sul fatto che, per qualunque cosa possa sembrare durante il digiuno, che non si potrà resistere alle molteplici tentazioni del cibo alle quali si pensa con quell’intensità caratteristica nei digiunatori, in realtà è molto facile in seguito, talmente il sapore che si trova negli alimenti naturali è forte e sufficiente; ciò è tanto più forte quanto più il digiuno è stato lungo e soprattutto la ripresa alimentare lunga e corretta.
Ancora tutta la mia riconoscenza.
Continuerò a tenerLa al corrente di qualsiasi evoluzione che potrebbe interessarLa nel suo compito.
C .V. W.. - Belgio.
Si tratta di un atleta belga di una quarantina d’anni, alto 1,90. Verso il 40° giorno del suo digiuno, i suoi muscoli impressionanti erano scolpiti sul suo petto, essendo il dorso nudo tutto il tempo a causa del calore del mese di Agosto. Gli erano stati pronosticati due anni di vita. Il medico che l’aveva visitato all’inizio del digiuno aveva palpato il suo fegato e non aveva trovato che del legno". La sua prognosi era tetra al punto che reclamava un prelievo di sangue seguito da un’analisi. Ma il digiunatore rifiutò categoricamente qualsiasi analisi. Io so che sono malandato, diceva. L’analisi non mi servirà a niente: il digiuno è la mia ultima possibilità. - Il medico aveva minacciato di lavarsi le mani di quel caso se un’analisi non f,sse stata fatta. E se il medico si ritirava dalla scena, non vi sarebbe stato controllo medico e la nostra responsabilità sarebbe stata pienamente impegnata. Noi non potevamo prenderci simili rischi. Non avevamo scelta. O egli doveva accettare il prelievo di sangue o essere rimandato. Egli rifiutò sempre di piegarsi. Noi telefonammo subito al medico per informarlo che il paziente "accettava" il prelievo del sangue… Con l’abbondanza di digiunatori, il medico rilassato non insisté per un prelievo immediato, soprattutto che il nostro paziente furbo si tenne fuori dagli sguardi al momento delle visite mediche…
In breve, il digiuno di 40 giorni terminò e il soggiorno giunse alla fine. Il medico chiamato constatò un tale rovesciamento della situazione che disse al paziente: lei si è rimesso e non ha bisogno di un’analisi del sangue. Si era prodotto il miracolo.

Obesità, costipazione.

Signor A.. Mosséri,
10290 Rigny-la-Nonneuse
(Aube) France

Caro Signore,
Avendo digiunato nella Sua Casa, a marzo, per 21 giorni, più la rialimentazione, sarei desideroso di ordinarLe il Suo grosso libro… per degli amici.
Da parte mia, continuo il regime che lei mi ha indicato. Non ho ripreso che un chilo dopo che ho lasciato il suo Stabilimento. Da 63 chili a 64 chili. 72 al mio arrivo. Non occorre che io ingrassi di più…
Io ero costipato dalla mia più tenera infanzia. Avevo provato tutto salvo questo regime e il digiuno, beninteso. Clisteri, pillole, polveri, tisane, oli, mucillagini, supposte, acqua, frutti, ecc. Niente assolutamente mi aveva guarita.
Ora io sono felice di farLe sapere che dopo che ho lasciato la Sua Casa, io vado molto regolarmente di corpo senza prendere nulla.
Sono professoressa di cultura fisica e di yoga…
Con tutta la mia gratitudine.
Signora F. île de la Reunion.

A nostro parere e secondo la nostra lunga esperienza, la costipazione è causata soprattutto dal pane, dai cereali. Altre cause secondarie possono esistere: la stanchezza nervosa come durante un viaggio, la debolezza dei muscoli addominali, la sedentarietà, gli alimenti cotti, la stanchezza, ecc.
Durante un digiuno, gli intestini si riposano come mai essi ne hanno l’occasione. Essi si rigenerano e riprendono la loro attività normale senza problemi.

Assenza di mestruazioni.

Signor A. Mosséri,
10290 Rigny-la-Nonneuse,
(Aube) France.
Caro Signore,
Tengo a parteciparLa del risultato del mio secondo digiuno da Lei.
Da ottobre, io sono ben mestruata tutti i mesi e mi sento molto più equilibrata…

In generale, due settimane di digiuno bastano per ricondurre le mestruazioni anche se esse sono state assenti da anni.
Vi sono tuttavia delle eccezioni alla regola. E’ il caso di donne che seguono un regime esemplare senza proteine concentrate e nelle quali le mestruazioni sono impercettibili come nelle femmine selvagge. In verità, le regole non sono altro che un’eliminazione.

Zona, colite, bruciori all’ano.
Io ho 67 anni ed è la mia prima cura di digiuno. Ho dunque digiunato 20 giorni, più 9 di semidigiuno. Ho sopportato alla peggio numerosi malesseri durante questo digiuno. Sono molto contento del risultato poiché ero gravemente malato da 25 anni e la medicina non mi ha mai potuto procurare sollievo. Al contrario, il mio stato si aggravava tutti i giorni. I miei sintomi sono: la zona, la colite spastica, i gas, i gonfiori, i bruciori dopo ciascuna evacuazione, reumatismi, ecc.
Adesso io mangio con appetito. Faccio della marcia a piedi 3 km mattina e sera senza stancarmi. Il risultato è ottimo e conto di fare una seconda cura l’anno prossimo.
P.P. - Strasburgo.

Questa lettera è tratta dal nostro quaderno di testimonianze. Notare che la colite è una malattia provocata dagli alimenti concentrati che sono acidificanti.
I sintomi della colite si estendono al mentale: angosce, pessimismo, scoraggiamento, disgusto di tutto, mancanza di brio, ripiegamento su se stesso, ecc.

La falsa costipazione.

Sotto il titolo Pazienza e perseveranza…, ecco una testimonianza:
Io vorrei rilasciarLe la mia testimonianza a proposito delle purghe… o più precisamente dell’inutilità delle purghe.
Ho fatto un digiuno di 8 giorni. Sono andato di corpo il primo giorno del digiuno. Poi più niente. Dopo 3 giorni di rialimentazione (ciò che fa 11 giorni in tutto), poiché ancora non andavo al bagno e cominciavo a sentirmi "pesante" e snervato, ho domandato al signor Mosséri una purga o almeno un clistere. Il signor Mosséri me l’ha sconsigliato formalmente… e aveva ragione: la sera stessa ho potuto soddisfare questo bisogno senza alcun rimedio e senza difficoltà. Dopo di allora, le mie evacuazioni sono normali e regolari (una volta il giorno)."
P.P. - Ermont.

Artrosi, depressione.

Arrivato il 6 gennaio 1974 dal signor Mosséri senza alcuna idea precisa quanto alla lunghezza del mio digiuno, io ero persuaso di tentare l’ultima prova di un ristabilimento razionale basato sulle leggi della natura e della vita talmente inefficaci si erano rivelati i metodi medici e paramedici.
Avendo letto le opere del dottor Shelton e di Mosséri, ho riconosciuto la veracità delle loro osservazioni ed insegnamenti. Senza apprensione quanto alla difficoltà di digiunare, io potetti osservare la cessazione progressiva di tutti i miei mali fisici: dolori cervicali e lombari (artrosi), stato depressivo (angoscia, mal di testa violenti, stati di prostrazione, disturbi nervosi).
L’anzianità di questo stato richiese un digiuno lungo di 60 (sessanta) giorni di cui 30 di digiuno integrale e 30 giorni all’acqua profumata di succo d’arancia o di mela. Devo precisare che durante tutto questo periodo, non ho subito alcuna cura particolare, né trattamenti (purghe, clisteri), avendo avuto soltanto alcune difficoltà dovute alle evacuazioni intestinali sopraggiunte il 50° giorno.
Una ripresa alimentare molto progressiva (13 giorni di succo di frutta e frutti interi), una stretta applicazione del modo di alimentazione igienista in generale (esercizio fisico, alternanza riposo-attività, aria, sole) mi permetteranno di consolidare questo ristabilimento con una ripresa graduale delle forze vive, ciò che io spero di confermare al signor Mosséri tra alcune settimane. (Leggere la sua lettera nelle pagine precedenti.)
A tutti quelli che arrivano qui nell’inquietudine e nel dubbio, io non posso dare che un consiglio: che si lascino guidare nel loro digiuno dall’anima di questa Casa la cui conoscenza in materia è incomparabile. Io ringrazio il signor Mosséri per tutto l’aiuto e il sostegno che mi ha apportato in quei giorni talvolta così difficili (crisi di disintossicazione, momenti di grande stanchezza nervosa) come pure per tutti gli insegnamenti necessari alla preservazione dei benefici acquisiti.
B.R. - Niort.

Un anno dopo questo giovanotto di 26 anni ci rese visita per accompagnare la sua amica venuta a digiunare a sua volta. Ne approfittammo per domandargli delle precisazioni sullo stato della sua salute. Il suo ristabilimento è stato decisamente totale senza alcuna ricaduta. Bisogna dire anche che egli rispetta in buona misura le consegne alimentari ricevute.
Certi casi di reumatismo non necessitano che di 15 giorni di digiuno quando essi non sono vecchi che di 3 o 4 anni e i soggetti non sono stati trattati con medicinali.
Ma il metodo utilizzato può anche determinare il successo o l’insuccesso della cura. E’ così che la signora X, del Belgio, soffriva di reumatismi da 2 o 3 anni. Iniziò a digiunare sotto la sorveglianza di un medico belga. Nel momento in cui i suoi dolori reumatici alla schiena si esacerbarono, egli le ordinò di rompere il digiuno. Fu così che lei intraprese parecchi digiuni che furono tutti interrotti all’apparizione di forti dolori. Il risultato fu nullo e il suo reumatismo rimase immutato.
Lei venne a digiunare sotto la nostra sorveglianza. I dolori reumatici aumentarono in capo a una settimana di digiuno, ma il digiuno non fu interrotto. Infatti, questi dolori significano un richiamo di sangue nel luogo affetto, sangue necessario per effettuare l’eliminazione dei cristalli incrostanti. Il dolore è dunque un beneficio. Vi è allora infiammazione, calore locale, in breve un lavoro intenso di eliminazione. Se si interrompe il digiuno, il corpo non avrà più a disposizione tutta l’energia nervosa necessaria di cui una parte andrà verso i lavori digestivi. Ne segue che l’eliminazione si rilasserà e il reumatismo persisterà.
Ecco perché è stupido massaggiare o esercitare le giunture infiammate. L’immobilità è necessaria al proseguimento salutare dell’eliminazione. E quando questa avrà stata compita a fondo e totalmente, l’anchilosi sarà levata dalla natura. Poiché l’anchilosi è istituita dalla natura con ragione per immobilizzare i luoghi affetti allo scopo di intraprendere correttamente l’eliminazione. Il movimento delle giunture affette impedisce questo lavoro di eliminazione.

Asma.
Dopo 41 giorni passati alla Casa di Cura Mosséri, anzitutto tengo a rendere una testimonianza del tutto particolare di riconoscenza al signor Mosséri. Ho trovato e ammirato in lui un uomo coraggioso, competente, perseverante, un vero pioniere che ha trovato la strada della salute e che la persegue a dispetto di tutte le difficoltà minori o immense che egli incontra ogni giorno. Grazie a lui molti hanno ritrovato la strada, molti senza di lui sarebbero condannati a vivacchiare. Ciò che vi è di sicuro, è che sarebbe il mio caso. Di fatto, sono già più di 20 anni che soffro.
Certamente, come mi ha detto il signor Mosséri, io non sono che all’inizio del cammino, ed esso sarà lungo. Bisogna ricostruire, ma oggi grazie a questo soggiorno, questo cammino io lo conosco, ciò che non era assolutamente il caso precedentemente.
Di fatto, qui non ci si accontenta di digiunare veramente, ciò che è già enorme. Quali benefici ne ho tratti? Essi sono sorprendenti. Dopo 3 giorni di digiuno, non più allergia, né asma di cui io soffrivo da 15 anni con trattamenti al cortisone, ai vaccini, ecc. La pulizia dei seni stupefacente attraverso sputi di pus abbondanti per 15 giorni si era conseguita dopo 12 giorni di digiuno, evacuazione dei calcoli del fegato, scomparsa delle emorroidi!
Io dicevo dunque, qui non ci si accontenta di digiunare veramente, ma si riapprende a vivere secondo le leggi della natura, come il Signore desidera, e questo è, mi sembra, il più grande beneficio di un soggiorno in questa casa unica.
Tutto ciò noi lo dobbiamo al signor Mosséri, al suo coraggio, alla sua perseveranza, alla sua fermezza, al suo amore degli uomini. Io gli sarò sempre debitore, poiché oltre a tutto ciò, io non parlo dei benefici spirituali di questo digiuno, poiché non finirei…
Io non voglio terminare, senza ringraziare il Signore che mi ha condotto qui per vivere questa esperienza straordinaria del digiuno. Veramente, il Signore ci ama.
Ancora una volta con tutto il mio cuore, un immenso grazie al signor Mosséri. Io prego di tutto cuore ogni giorno per Lei, che il Signore La…., che Le doni la forza di superare tutti gli ostacoli e di vedere un giorno il riconoscimento ufficiale dell’igienismo autentico.
Abate J.S. - Belgio.

Mali di testa, costipazione, insonnia, nervi.

Io vorrei qui dare la mia testimonianza dopo un mese di soggiorno nella Casa di Cura del signor Mosséri. Sono arrivata qui con dei mal di testa appena sopportabili, una tensione nervosa ininterrotta e naturalmente con delle insonnie. In queste condizioni, io prendevo delle medicine per procurarmi sollievo: aspirina, calmanti, soporiferi, lassativi tutti i giorni da 10 anni.
Arrivando qui, io ho soppresso tutto… ma non senza un certo spavento… Ora, benché io non abbia potuto fare che due settimane di semidigiuno (la prima settimana io mangiavo una mela tutti i giorni a mezzogiorno, la seconda una tazza di yogurt) e che esse siano state dure, io sono meravigliato del mio stato attuale dopo due settimane di rialimentazione progressiva: non più mal di testa, da nove a dieci ore di sonno la notte - una tensione nervosa normale… e un intestino che funziona quasi normalmente.
Io non avrei mai sperato un risultato simile in così poco tempo. Anch’io riapprendo a vivere, a gustare le meraviglie della creazione.
Il digiuno, è meraviglioso, ma ciò che è altrettanto meraviglioso, è l’alimentazione igienista, è sana, facile da digerire e lascia la mente chiara e il corpo leggero.
Grazie al signor Mosséri di avermi fatto conoscere e sperimentare tutto ciò. Possano molte persone avere la medesima occasione che ho avuto io.
M. P. de W. - Belgio.
Dai primi giorni del digiuno, questa signora di 40 anni circa fu presa da palpitazioni e da un polso molto rapido, da una difficoltà di respirare che diventava sempre più seria, di strette polmonari penose. Il digiuno totale non era possibile con tali sintomi. Era necessario attenuarlo. L’eredità di questa donna è cerebrale e le tossine sono alloggiate nei centri nervosi. Le malattie non sono ereditarie, solo le predisposizioni lo sono. Le malattie sono causate da una vita antigienica e la loro forma è determinata dall’eredità. Una sorta di vulnerabilità. La malattia non è ineluttabile, se si vive e si mangia correttamente. Ma per cancellare le tendenze ereditarie, bisogna vivere sanamente per tre fino a cinque generazioni. E’ allora che il corpo si rigenera. Anche per rovinare una buona disposizione, abbisognano parecchie generazioni, poiché gli sbagli dei genitori ricadono sui figli.

Vescichetta biliare… obesità.

Io ho 49 anni e sono venuta allo scopo di eliminare una decina di chili d’acqua e di tossine trattenute grazie al cortisone assunto durante i 3 mesi che seguirono l’ablazione della vescichetta biliare nel giugno 1973.
Arrivata il 2 luglio, con un peso di 75 chili, non ne peso più che 64 da domenica 20 luglio. Io sono dunque incantata dal dimagrimento sopraggiunto senza alcun medicinale.
Inoltre, qui apprendiamo tutta un’altra maniera di alimentarci - sarà per molti una vera conversione.
Io ringrazio dunque il signor Mosséri della sua attività, per il suo fervore verso l’igienismo… e per la sua competenza preziosa."
Signora Odette B. - Riom.

I 6 primi giorni del digiuno, questa signora provava una forte debolezza al punto di non poter più lasciare il letto. Per il prosieguo, le forze ritornarono. Questa esperienza è frequente nella maggior parte dei digiunatori.
Quando un digiunatore interrompe il digiuno, prova anche una grande stanchezza, poiché le energie sono utilizzate nella digestione. Inoltre, affinché un pasto procuri delle forze, bisogna contare 24 ore.
D’altra parte, dal momento in cui si comincia il digiuno si diventa meno freddolosi. Ma talvolta non si sente questo stato che 10 giorni dopo l’inizio del digiuno. Ad ogni modo, dal momento in cui si interrompe il digiuno si sente il freddo più che durante il digiuno. Infatti, il sangue è occupato negli intestini e nello stomaco per la digestione ed è meno disponibile per lottare contro il freddo. Una borsa calda ai piedi è talvolta utile.

Gozzo, calcolo, artrosi, ringiovanimento.

Prima di lasciare la casa del signor Mosséri dopo 41 giorni di digiuno, vorrei in tutta semplicità rilasciare la mia testimonianza.
Ho 41 anni e pesavo 83 chili quando arrivai qui. Avendo un piccolo gozzo dall’età di 25 anni e che aveva piuttosto tendenza ad ingrossarsi negli ultimi anni, accettai di passare gli esami tiroidei che rivelarono l’esistenza di un nodulo freddo nel lobo sinistro e di un nodulo autonomo ipersecernente nel lato destro. Il mio medico curante mi consigliò vivamente l’intervento chirurgico. Io decisi allora di tentare un digiuno di cui non so oggi come dirne tutti i benefici.
Oltre alla sparizione del mio gozzo, ho fatto al 22° giorno del mio digiuno un calcolo renale di cui ignoravo l’esistenza, una buona eliminazione della mia artrosi di cui avevo già parecchio sofferto, una perdita di 19 chili di peso e un ringiovanimento totale.
Non ho forse che un piccolo rammarico partendo, è di non aver prolungato il mio digiuno ancora di 10 giorni come il signor Mosséri mi consigliava.
Signora M. M. - Belgio.
Vi sono due specie di gozzo. Il gozzo benigno che scompare con un digiuno lungo e il gozzo maligno. Quest’ultimo si riconosce da un polso molto rapido tutto il tempo, da occhi brillanti ed esorbitanti. Secondo la nostra esperienza, il digiuno non ristabilisce questo tipo di gozzo. Né i medicinali, né le operazioni. Può darsi che una dieta rigorosa possa rimediare a questo stato in alcuni anni.

Arteriti gravi.

Io non mi attarderò a fare gli elogi del signor Mosséri, visto che l’hanno già fatto molti altri.
Dopo due operazioni chirurgiche per l’arterite (la prima per stappare l’arteria femorale sinistra e l’altra nel 1974 per una simpaticotomia), ho preso la decisione di sopprimere i miei 12 cachet quotidiani e di tentare il digiuno.
Arrivato dal signor Mosséri, il 28 agosto 1975, ho cominciato questa profittevole esperienza che è terminata il 27 settembre, ossia dopo 22 giorni di digiuno completo.
Infatti, al mio arrivo, non potevo camminare più di 500 metri, soffrendo di crampi e di pesantezza al malleolo. Attualmente, io percorro 4 chilometri senza difficoltà. Segnalo al tempo stesso che io soffrivo di arterite alla colonna cervicale e anche di reumatismo alla colonna vertebrale. Tutti questi mali sono diminuiti progressivamente per riassorbirsi adesso, spero totalmente e definitivamente.
Non saprei troppo consigliare a chiunque di approfittare al massimo di questo metodo. Il mio solo rammarico è di non aver conosciuto, prima delle mie operazioni, questo metodo radicale di terapeutica.
"A. B. - Belgio.
"
Un errore si è infilato in questa testimonianza poiché il digiuno è stato attenuato dall’8° giorno con l’assunzione di un’arancia ciascuna sera. Durante la prima settimana, il digiuno era integrale, all’acqua. Ma il digiunatore aveva dei sintomi troppo penosi: palpitazioni continue, polso molto elevato, prostrazione totale, impossibilità di lasciare il letto, ecco perché il digiuno è stato attenuato con un’arancia ogni sera, ciò che gli ha permesso di alzarsi, di avere un polso meno rapido. Si vede così come una sola arancia può ritardare l’eliminazione al punto di rimettere in piedi un paziente e di dargli sollievo dai sintomi violenti di eliminazione.
Un altro caso: una giovane studentessa in medicina di 20 anni. Un digiuno di 40 giorni fu intrapreso senza alcun risultato. (arterite).
Un terzo caso: un signore di 55 anni, fornaio. Egli programma di mettersi in pensione a causa di un’arterite che gli impedisce di stare in piedi e di camminare. Mangiava circa due chili di pane il giorno e per causa…Una settimana solamente di un regime igienista senza pane ed egli potette percorrere 10 chilometri senza stanchezza.

Ferite infette, fegato, magrezza, stomaco, ecc.

La voce del buon senso e della verità mi dice di testimoniare sul valore della cura del digiuno.
Ho 67 anni, arrivo all’Hotel di Cura dispeptico, sofferente di fegato, di stomaco, di una lombaggine e di un’emicrania. In 2 settimane, qualsiasi sintomo è scomparso. In 3 settimane sono stato rialimentato.
Questo risultato conferma ciò che io sapevo sul digiuno, cioè che nel 1917 i miei genitori e i loro 4 figli sono stati salvati dall’influenza spagnola dopo 10 giorni di digiuno completo. Nel 1935, io sono guarito da un’infezione intestinale dopo 8 giorni di digiuno completo. Nel 1975, in seguito ad un grave incidente alla mano sinistra, ho digiunato 10 giorni, le mie ferite non mi facevano più male e la cicatrizzazione è stata molto rapida.
Sono 25 anni che sono vegetariano, ma senza saperlo io facevo degli errori alimentari.
Oltre agli occhi attenti del signor Mosséri,
Sono qui alla Scuola di Salute.
Io riparto felice e fiducioso sapendo che posso avere una salute robusta.
R. R.
Io avevo 16 anni e preparavo il mio diploma. Una leggera ferita sul mio dito suppurava e ha continuato a suppurare per 6 mesi senza che alcuna pomata potesse fermarla. Il mio regime era malsano e il mio sangue impuro. L’eliminazione era continua.
Per contro, 30 anni più tardi, mi sono tagliato il dito mignolo tagliando l’erba con un roncolo. Il taglio era molto profondo. Io lavavo abbondantemente il dito con l’acqua pura e lo bendavo affinché non urtasse. L’indomani, levai il bendaggio e la ferita era totalmente cicatrizzata senza infezione, né pus. Il mio sangue era allora puro e senza infezione poiché il mio regime era sano (senza pane, né protidi concentrati che superassero i 10 - 20 gr. il giorno).
Per qualsiasi ferita, non c’è bisogno di usare i disinfettanti, né iodio, Né mercurocromo, né acqua ossigenata, né niente. Lavare con molta acqua, bendare leggermente, mantenere al caldo, lavare spesso per drenare il pus, digiunare per disintossicarsi e diminuire la quantità di pus presente nel corpo. Le ferite profonde inoltre richiedono una cucitura. Nessun antibiotico.
Aveva 27 anni. Un incidente col ciclomotore gli aveva provocato una ferita profonda alla gamba che suppurava tutto il tempo. Per fermare tale pus, gli si diedero per 6 mesi gli antibiotici in quantità. Il pus finì col fermarsi e la ferita si richiuse. Ma in alcuni anni, sviluppò una paralisi alle dita - paralisi dovuta agli antibiotici massicci. Un digiuno molto lungo superiore ai 40 giorni avrebbe potuto guarirlo definitivamente, poiché questa paralisi non era che all’inizio. Ma egli interruppe il digiuno al 20° giorno. Il risultato fu nullo. La paralisi vinse le sue mani, ecc. Due anni dopo egli morì. Non abbiamo altri dettagli.
Uno dei nostri amici dentisti ebbe un incidente col suo motocoltivatore che entrò nel suo piede. Rifiutò qualsiasi siero e trattamento, bendò fortemente il piede gonfio come aveva l’abitudine di otturare un dente cariato! Il drenaggio del pus non era assicurato. Di conseguenza, parecchie crisi di tetano si manifestarono. Morì in capo ad alcuni giorni. Un drenaggio adeguato avrebbe assicurato il suo ristabilimento rapidamente e senza siero antitetanico. Il digiuno aiuta la disintossicazione e la cicatrizzazione.
Gli antibiotici e i sieri possono fermare un’infezione, ma a quale prezzo? Il pus che esce è un’eliminazione salutare. Il pus racchiuso è mortale. Non bisogna mai impedire al pus di uscire, né di formarsi. I microbi non sono la causa. E’ il terreno che conta. I microbi sono utili per pulire il terreno.
L’Inghilterra possedeva in Africa Nera una colonia in cui una rivolta era scoppiata. Un deputato britannico era stato inviato sui luoghi. I Neri videro un uomo la cui pelle era bianca ed ebbero l’idea di mangiarlo, poiché erano cannibali. Ma il loro capo, più informato, disse loro: la carne di quest’uomo bianco non è commestibile poiché egli fuma, beve e mangia come un maiale. Procura infezione. Bisogna anzitutto purificarlo prima di mangiarlo. Come? Sottoponendolo a un regime esclusivo di piante dolci, anche la sua carne sarà dolce e si potrà mangiarla con gusto. E’ quello che fecero. Fu nutrito parecchie settimane di nient’altro che di piante dolci per disintossicarlo dopo di che se ne nutrirono!
I cacciatori dell’orso sanno che la carne è infetta prima dell’ibernazione poiché si è rimpinzato di cibo. Essi non lo cacciano mai in quel momento, ma preferiscono attendere che abbia ibernato. La sua carne allora è dolce e pura.

Artritismo, raffreddori.

Breve soggiorno di una settimana con un piccolo digiuno di quattro giorni.
Grazie al signor Mosséri di averci illuminati sugli errori alimentari che noi commettiamo e di averci insegnato a nutrirci meglio.
Io apprezzo molto il riposo totale di cui si gode in questa casa gradevole.
Malgrado la breve durata del mio digiuno, i dolori artritici che io provavo nelle anche sono scomparsi dai primi giorni. Oggi, 6° giorno di soggiorno, io non sento dolori in fondo alla colonna vertebrale.
Signora G.
P.S.: Mia figlia (10 anni) il cui naso è sempre intasato di muco, ha colato enormemente per parecchi giorni.
Ed ecco la testimonianza dei figli:
Io amo molto Josette e la complimento per i buoni ortaggi e le buone crudezze che ci prepara.
Io ringrazio anche il signor Mosséri per il buon "cioccolato" bianco.
Federico-Francesca G.

Le riserve.

E’ un fatto che tutti i bambini digiunano più facilmente e senza avere crisi gravi come gli adulti, poiché le loro riserve sono ancora equilibrate. Noi abbiamo fatto digiunare bambini fino a 20 giorni col più grande beneficio. Certuni non potevano più camminare sui loro piedi, ma a quattro zampe come gli animali. I bambini possono digiunare molto più a lungo, ma noi non abbiamo il coraggio di farlo. Fino a 10 anni, essi sono in generale accompagnati dai loro genitori. Tra i 10 e i 14 anni, essi conservano un contatto giornaliero per telefono coi loro genitori.
Vediamo un poco questa faccenda molto importante delle riserve. Queste riserve nel corpo devono comprendere degli elementi di tutte le specie: grassi, vitamine, sali minerali, acqua, ecc. Esse devono essere equilibrate. Così, se un soggetto possiede delle riserve abbondanti di grassi, e poche vitamine, l’eliminazione del grasso si farà male e lentamente. Quando si mangiano alimenti cotti e malsani si accumula il grasso che si elimina difficilmente per mancanza di vitamine sufficienti. E’ l’uomo fittizio di Hovanessian: colui che pesa 80 kg ma che in realtà non pesa che 40 kg. Quando si mangiano alimenti crudi e specifici alla specie umana e li si digerisce, con la fame acuta si nutre il vero uomo e si formano delle riserve equilibrate.
Il latte non contiene ferro. E’ quello che le analisi hanno rivelato. Ma allora un neonato come può sussistere senza ferro fino allo svezzamento per 2 o 3 anni? La natura ha previsto la mossa! Essa ha immagazzinato nel fegato del neonato riserve di ferro che saranno sufficienti al bambino per parecchi anni. Si consiglia frequentemente di mangiare il fegato di vitello e non il fegato della vacca, poiché il fegato del vitello contiene riserve considerevoli di ferro. Gli anemici così consigliati non otterranno risultati, poiché è una questione di assimilazione piuttosto che una questione di carenza.
Quelli che hanno le riserve più squilibrate sono coloro che hanno seguito il regime della "macrobiotica" per parecchi anni e alla lettera. E’ un regime soprattutto cotto e carente in vitamine. Questi soggetti non possono digiunare a lungo senza passare allo stadio dell’agonia.
Così, quando si mangiano alimenti malsani o cotti, si può guadagnare peso, ma è carne cattiva, tossine, acqua di ritenzione. Questi alimenti sono forse digeriti, e messi in riserva, ma non assimilati. I magri non li digeriscono nemmeno. Passano nelle loro feci.
E’ così che certi obesi hanno una così grande difficoltà a dimagrire poiché il grasso richiede delle vitamine per essere ossidato.

L’asma.

Da lunghi anni, io ho sofferto di asma, senza mai essere riuscito a curarla completamente. Il giorno in cui ho conosciuto il signor Mosséri, ho gettato tutti i miei medicinali, e dopo un digiuno di 21 giorni, riparto completamente guarita dalla mia asma.
Sono veramente incantata dal metodo igienista e tengo a ringraziare il signor Mosséri, come pure Josette, della loro gentilezza.
Signora T.
Questa signora ha digiunato senza storia e senza crisi, col sorriso. Non capita spesso per casi del medesimo genere. Abitualmente, gli asmatici hanno delle violente crisi di asma durante il digiuno e le sopportano più o meno bene, senza medicinali né palliativi. Un certo momento, noi avevamo cercato un mezzo non chimico per palliare queste crisi durante il digiuno, ma non abbiamo trovato niente. Infatti, l’agopuntura, la chiropratica, ecc. sono senza effetto.

Mal di testa, fegato, stomaco, stanchezza.

"Io sono arrivata qui il 3 aprile, disponevo solamente di 10 giorni, con mio grande rammarico, poiché il signor Mosséri mi consigliava qualche giorno di più, per ottenere una piena soddisfazione. Malgrado questo breve soggiorno, ho ottenuto degli ottimi risultati, sul piano della salute, ma anche quello di imparare a nutrirmi. All’inizio, io non ero convinta, ma avevo anche paura del digiuno, dubitavo realmente. Al presente, ho fiducia poiché conosco tutto il suo valore e le sue numerose possibilità. Ho rinunciato a tutti i miei medicinali. Arrivando, soffrivo di fegato, di stomaco, di violenti mal di testa, grande stanchezza. Alcuni mesi fa, avevo subito un grave intervento chirurgico, in seguito avevo preso del cortisone, per dirvi tutti i veleni che io dovevo cacciare dal mio corpo.
Ebbene, questa volta, io credo di stare sulla strada buona, per ritrovare una perfetta salute, grazie al digiuno e ai consigli del signor Mosséri. Lascio l’Albergo di Cura in piena forma, col sorriso, ma anche con delle buone risoluzioni per continuare un’igiene alimentare che è necessaria e che è alla base di tutto.
Sono veramente incantata dal metodo igienista e ringrazio il signor Mosséri di avermelo fatto scoprire, conoscere e apprezzare.
Signora J.G.
Durante i primi 4 giorni di digiuno di questa signora, lei ebbe una forte crisi: dolori forti ai reni giorno e notte. Il 5° giorno i dolori si attenuarono a poco a poco. I suoi mal di testa scomparvero per sempre dopo questo digiuno, lei ha dimenticato di precisarlo e ci ha pregato di volerlo senz’altro menzionare. E’ all’incirca sulla cinquantina e ha subito isterectomia totale.

Ristabilimento spettacolare di un malato mentale.

Sposati da circa 25 anni, nella speranza di aiutare altri malati raccontando loro la nostra esperienza, noi tenteremo, mio marito e io, di spiegarvi la strada che abbiamo percorso per arrivare infine al digiuno che ha salvato mio marito.
Ecco: mio marito ha oggi 48 anni. Quando io l’ho conosciuto aveva 20 anni. Era molto nervoso e ansioso, ma mai malato. Figlio unico, viveva nel timore di dispiacere ai suoi genitori e suppongo che ciò mantenesse la sua ansietà.
All’età di trent’anni, improvvisamente ebbe una febbre a 38,5°C. Si chiamò il primo medico capitato che ci fece molta paura poiché oltre alla febbre, mio marito aveva la cistite, ciò che portò questo medico a spiegarci dall’inizio che probabilmente era un rene tubercoloso, che entro 6 mesi egli sarebbe morto se non si operava subito. Noi facemmo allora delle analisi e delle radiografie dei reni e della vescica per 3 giorni e la febbre continuava e si aggravava. Fortunatamente io avevo una sorella infermiera al laboratorio delle analisi del sangue e delle urine che ci certificò che mio marito non aveva alcun microbo della tubercolosi nelle urine. Lei ne era certa, poiché egli possedeva altri microbi che, sembra, siano divorati da quelli della tubercolosi quando ve ne sono. Il medico tornando per dirci il risultato delle analisi, dovemmo ringraziarlo" definitivamente e una volta per tutte perché continuava ad inquietare mio marito invece di rassicurarlo.
Evidentemente, la febbre adesso era più violenta e la cistite più forte che mai. Un altro medico chiamato al capezzale di mio marito, lo riempì di antibiotici, lasciandolo fumare e mangiare a modo suo con tuttavia la raccomandazione espressa di bere abbondantemente per eliminare i cristalli di acidi che le urine rivelavano. Un mese più tardi, il suo stato migliorò, ma non appena gli antibiotici furono interrotti, la febbre ricominciò e la cistite lo faceva enormemente soffrire.
Questa prima cistite influenzale è durata 3 mesi. Mio marito, che in quel tempo pesava 52 chili per un’altezza di 1,68 m dopo 3 mesi di influenza, divenne magrissimo e indebolito. Il lavoro lo attendeva d’altra parte e bisognava ben rimettersi.
L’anno successivo nel medesimo periodo, di nuovo cistite influenzale e di nuovo antibiotici. Ciò durò molto tempo, ma restò un disturbo alla vescica. Sei mesi più tardi, in seguito a una contrarietà familiare (operazione della madre di mio marito), egli cominciò una gastrite nervosa con diarrea. Nessun modo di uscirne. Sempre dimagrimento, sempre più debolezza. Cambio di medico. E finalmente, il medico non sapendo che fare, gli diede dei tranquillanti. Dopo 3 giorni, tutto è terminato, ma non lo si avverte che tali medicinali sono pericolosi. Egli tuttavia li interrompe dopo alcune settimane. Sei mesi dopo, di nuovo cistite influenzale. Senza esitare, mio marito prende le famose piccole pillole che arrestano subito il male. Ma 2 o 3 mesi dopo, mio marito si sente più ansioso che mai. Le interrompe di nuovo dopo alcune settimane. Ma 2 o 3 mesi più avanti, mio marito si sente di nuovo più ansioso che mai. Riprende un poco di quelle pillole tranquillanti, "pillole miracolo", come le si chiama e così va meglio. Ma ogni volta che egli tenta di interromperle (assuefazione), l’ansietà lo serra alla gola e le depressioni riprendono. Bisogna allora aumentare la dose e infine le pillole non fanno più effetto. Altro medico consultato, altre pillole prescritte. Ciò dura 6 o 7 anni. Tre giorni furono passati in un ospedale per osservazione, poiché egli era pronto a tutto per guarire, ma tutti gli esami furono negativi. I medici lo prendono per un povero individuo senza coraggio e senza volontà. In ufficio, è la stessa cosa. Io stessa provavo difficoltà a capirlo. Nondimeno io so ciò che egli è perché lo amo, ma nessuno lo comprende. La sua famiglia me ne vuole, perché si dice che io lo guasto troppo ed è colpa mia se egli è malato.
Un giorno, non potendone più, egli temette di farla finita suicidandosi per avere la pace. Noi non sappiamo più che fare, noi ci sentiamo abbandonati da tutti. In questo momento, un medico ci invia presso un altro medico, direttore di un ospedale per malattie nervose. In questo ospedale, tutti i malati sono accettati, le persone in cura disintossicante, i vecchi e i pazzi, è spaventoso. Mio marito, disperato entra in questo ospedale in cui gli si somministrano dei medicinali. Egli si sente meglio, io vado a visitarlo tutte le settimane con i figli, poiché noi abbiamo due figli di 10 e 12 anni. Si riprende speranza, ma un giorno, dopo cinque settimane in questo ospedale mio marito si salva avendo visto un altro malato in cura di disintossicazione alcolica alloggiato nella medesima stanza, abbandonato, solo, torcersi per terra senza che nessuno se ne occupasse. Mio marito si impaurì e ritornò a casa. Che dramma! Uno dei miei figli aveva l’itterizia, io ero disperata e mi domandavo che cosa potevamo fare per uscirne. Mio marito mi sembrava sulla buona strada perché stava meglio. D’altra parte il medico dell’ospedale non voleva più occuparsene visto che egli era scappato senza la sua autorizzazione. Fu allora che uno zio ci raccomandò un altro medico specialista di malattie nervose. Si va a trovarlo, gli si racconta tutta la nostra storia. Egli promette a mio marito che non soffrirà mai più così. Parla di rieducazione per 5 anni per la guarigione. Gli somministra altri tranquillanti. A forza di pazienza e di amore, riesco a fargli riprendere fiducia.. Anche a lui sembrava che i medicinali gli facessero bene. Si rimette e la sua ansietà scompare un poco.
Cinque mesi dopo può riprendere il lavoro. Sei mesi ancora e tentiamo di ridurre i medicinali, ma la minima contrarietà lo colpisce. Infatti, noi abitiamo nella medesima casa dei miei suoceri, ma al primo piano. Il medico ci consiglia di cambiare casa. Aveva ragione poiché noi non avremmo mai dovuto vivere insieme. Mio marito non si sentiva mai libero in tal modo. Allora affittammo una casetta e così va molto meglio. Tuttavia, mio marito, troppo avvelenato dai medicinali, non riesce a risalire la china completamente. Alla minima contrarietà, ricade poiché non ha più la volontà per affrontare la vita.
Per 10 anni con momenti di speranza e di disperazione, tentiamo di vivere fino al giorno in cui il medico mi confessa il suo scacco completo. Mio marito completamente drogato dorme 20 ore su 24. Non è più capace di fare il suo lavoro. In capo a mezz’ora, ritorna a casa disperato. Lo si prende per un fannullone. E’ ripieno e gonfiato dai medicinali, non prende parte a niente, non si interessa più a niente. E’ completamente amorfo e indifferente a tutto, non sapendo quasi più avere dei rapporti coniugali, prendendosi per impotente, è umiliato in tutti i campi. Non resta più che la casa di riposo a vita probabilmente. E’ rovinato. Che fare? Siamo infelici! Molto infelici! Da morirne.
Grazie ai figli a alla mia fede in Dio, cerco di parare il colpo poiché senza ciò da molto tempo non si vivrebbe più. Poiché io lo obbligo a continuare a vivere in condizioni atroci e più di una volta sono stata tentata di farla finita con la vita, tutti e due insieme. Ma quale esempio per i figli avremmo lasciato? Ma io credo in Dio e spero contro ogni speranza. Trasmetto ancora la mia speranza a mio marito.
Infine, vediamo una luce. Un prete che io conosco mi presta un libro sul digiuno, cosa di cui noi non abbiamo mai sentito parlare, il libro del dottor Shelton. Io divoro il paragrafo sul digiuno e la tossicomania. Ciò mi dà una speranza pazza. Ne parlo ai figli che attualmente hanno 22 anni e 20 anni. Io credo infine possibile di tentare qualcosa che mi sembra così logica e cerco di parlarne a mio marito. Mai io sono talmente entusiasta che lo snervo ed egli non ne vuole sentir parlare. Due mesi più tardi siccome tutto andavo sempre peggio, apprendo che un prete, amico del primo prete che ci aveva prestato il libro in questione, s’è fatto curare con una cura di digiuno da un certo signor Mosséri. Ora anche mio marito conosce questo secondo prete. Si tratta dell’abate Jean Simon di cui si leggerà la testimonianza in questo medesimo quaderno. Mio marito aveva visto questo prete prima della sua guarigione, a disagio, magro, malinconico, malaticcio, asmatico, e sapevamo bene che era sempre malato, dovendo spesso andare in ferie. Prendiamo appuntamento con lui per avere un poco di informazioni su questa famosa cura. Egli non consiglia a mio marito di venire da lui, ma gli dice semplicemente che egli non soffre più di niente e che egli non dormiva più da anni, ma dorme adesso come un bambino risvegliandosi il mattino fresco e in forma. Tuttavia, egli avverte anche mio marito che se la cura è radicale, è molto dura, che poi dovrà cambiare il suo modo di vivere, non fumare più, né bere alcol, né caffè, né prendere mai più i medicinali, nutrirsi in maniera sana, poi lo lascia alle sue proprie responsabilità. Uscendo da Jean Simon, io avevo pensato che mio marito l’avrebbe preso per un pazzo e che non avrebbe avuto il coraggio di tentare, ma fu il contrario che avvenne. Che successe?
Mio marito aveva visto la cera di Jean Simon, quale l’ho descritta alcune righe sopra. Ora, egli si accorge che egli è sano, con gote rosa, labbra rosse, un viso in buona salute. Per quanto drogato fosse, mio marito ha riconosciuto in Jean Simon un uomo guarito. Non esita, non esita più e vuole partire subito. Due giorni dopo, ci troviamo dal signor Mosséri e la grande avventura comincia.
Jean Simon mi aveva consigliato di accompagnare mio marito, essendo troppo malato per restare solo. E quando il signor Mosséri ci ha visto, mi ha consigliato di digiunare con mio marito per spiegargli l’evoluzione del digiuno. Infatti, mio marito non era più in grado di comprendere, soprattutto nello stato terribile di ansietà e di angoscia che lo torturava continuamente.
Adesso, bisogna che io vi parli un poco di me. Io ho una salute piuttosto buona essendo stata ben curata durante la mia giovinezza dai miei genitori. Ma da 7 o 8 anni, con tutte le preoccupazioni di salute di mio marito, ciò cominciava evidentemente a far male anche a me e avevo contratto una sorta di bulimia per sfuggire le mie preoccupazioni schiaccianti. Mangiavo decisamente troppo, qualsiasi cosa, in qualsiasi momento e comunque, tanto che ero arrivata a pesare 83 chili per un’altezza di 1,62 m. Avevo delle emicranie sempre più frequenti, che diventavano infine quotidiane o quasi. Non digerivo più niente così bene che il consiglio del signor Mosséri era eccellente. Mentre ci stavo, tanto valeva passarci e tutto si è sistemato bene.
Per mio marito, i 4 primi giorni di digiuno sono stati senza incidenti. Non ha assolutamente risentito niente in questo inizio benché avesse smesso di fumare, di mangiare e interrotto tutti i medicinali. Stava bene, molto bene, pieno di speranza e felice di tentare finalmente qualcosa che forse lo guariva. Per parte mia, dopo 24 ore di digiuno sentivo un’emicrania atroce che è durata 3 giorni e 3 notti, accompagnate da forti nausee e da vomiti molto violenti, molto abbondanti di un liquido bruno. Avevo fortunatamente avuto il tempo di leggere il passaggio sulle secrezioni e le escrezioni a pagina 134 sul libro del dottor Shelton. Avevo letto che più la quantità di bile rigettata è grande e più il malato recupera rapidamente la salute. Ero dunque senza inquietudine e attendevo con fiducia la fine della crisi. Sapevo che stavo sfuggendo ad un’operazione alla vescichetta biliare. Così, pur soffrendo molto, ero piena di gratitudine verso questo metodo che, lo sentivo, stava cambiando la vita a tutti e due. Avevo così la prova dell’efficacia del metodo e potevo andare finalmente ad aiutare mio marito in maniera certa e logica.
Dopo questi 3 giorni di crisi, il mio apparato digestivo fu messo a riposo completo per 3 altri giorni interi. Ce n’era bisogno, perché avevo l’impressione di aver tutto l’esofago bruciato. Bevevo acqua fredda tutta la giornata in piccole quantità per non essere disidratata. In seguito, il signor Mosséri mi ha interrotto il digiuno, dopo 7 giorni, ma mi fece seguire una cura di mele per 9 giorni. Una piccola mela a mezzogiorno e un’altra la sera. Mi sono sentita la mente più chiara e allora ho potuto leggere alcuni libri sull’igienismo. Ho compreso fino a qual punto questa verità formidabile, io che avevo sempre trovato bizzarro che Dio così giusto lasciasse venire al mondo delle persone ben portanti e altre malate. Cominciai a capire che era la stupidità umana a creare la malattia. Capii che tutto si merita nella vita, la buona salute come il resto. Ero realmente meravigliata di scoprire tutto ciò qui, poi mi sono sentita in piena forma. Se non erano le preoccupazioni che hanno evidentemente continuato un poco a minarmi, io non avrei certamente più avuto mai l’emicrania, esse d’altronde non tornavano che raramente e unicamente in seguito a grandi contrarietà.
Quando mi capita di consumare un pasto antigienico, io salto il seguente e sono tranquilla. Io mi nutro anche più sanamente. Per prima cosa, faccio molta attenzione alle combinazioni alimentari seguo alla lettera la tabella del libretto sulle combinazioni alimentari del dottor Shelton. Così, il mattino mangio un frutto o niente affatto. A mezzogiorno, mangio da 4 a 5 frutti con latte cagliato o da 2 a 3 volte per settimana ortaggi. La sera, mangio molta lattuga, crudezze e ortaggi cotti col burro. La carne una volta la settimana la domenica. Talvolta 1 o 2 volte la settimana pochissimo pane con ortaggi o un poco di minestra. Il sabato pomeriggio, con mio marito andiamo a mangiare un buon gelato dal gelataio e la domenica pomeriggio andiamo di quando in quando a mangiare uno o due paste in pasticceria. Un uovo di tanto in tanto e a volte anche un poco di formaggio.
Essendo le mie regole troppo forti, il signor Mosséri mi consigliò di mangiare pochissime proteine. Dunque io devo ridurre il latte cagliato e sopprimere i protidi concentrati.
Ve lo ripeto, sto per avere 45 anni e mi sento veramente bene e in piena forma seguendo questo regime. Oggi, peso dunque 62 kg. Adesso ritorniamo a mio marito. Il primo digiuno è cominciato dunque il 9 gennaio 1975, dunque 21 giorni di digiuno, più una decina di giorni di rialimentazione progressiva prima del ritorno a casa. Ho detto anche che fino al 4° giorno mio marito è stato assolutamente tranquillo, ma alla fine del pomeriggio di questo 4° giorno le crisi sono cominciate. Il signor Mosséri ci aveva avvisati che le crisi sarebbero state molto forti a causa di tutti i medicinali che mio marito aveva preso ma non sappiamo molto bene cosa dobbiamo attenderci. Noi temevamo forti crisi d’angoscia o di depressione che mio marito sentiva ogni volta in seguito al cambio di medicinali e attendiamo lo stesso con un poco di timore.
Anzitutto, mio marito divenne nervosissimo, le gambe all’inizio e poi tutto il corpo erano elettrizzati da un nervosismo fisico molto violento. Anche sul bordo del letto, egli si gettava letteralmente da un lato all’altro del letto senza interrompere per ore, tutta la serata e tutta la notte seguente senza riposo né intervallo. Bisogna notare che oltre alle droghe, mio marito fumava anche due pacchetti di sigarette al giorno. Mi confessò in seguito che durante questi 4 primi giorni di digiuno senza medicinali, ha saputo fare a meno del tabacco, ciò che per lui è straordinario poiché non sapeva come smettere. L’indomani, il suo nervosismo ha cambiato forma: si è messo a parlare senza interruzione, era incosciente, non riconoscendosi più, immaginava delle trasformazioni nella nostra casa e credeva di parlare a degli imprenditori spiegando loro ciò che desiderava come lavori. Parlava, parlava senza interruzione e verso la sera ciò diventò più grave, cioè diventò aggressivo. La collera lo prese ed egli si ricordò di tutte le umiliazioni subite durante la sua malattia. Ne voleva soprattutto al suo capo servizio che lo qualificava ozioso. Come potrebbe comprendere, chi non è malato? Questa aggressività diventò sempre più forte e si mise in piedi sul suo letto. Cercando di arrampicarsi sui mobili. Dovetti chiamare il signor Mosséri temendo che mio marito si facesse male, poiché io non riuscivo a trattenerlo. Inoltre, lui che era così pulito si mise a sputare dovunque nella camera. Ero veramente triste nel vederlo in quello stato. Il signor Mosséri arrivò. Era di notte. Restò parecchie ore al suo capezzale a ricoprirlo e a comprenderlo. Mi chiese di coricarmi per riposarmi. Volendo vegliare su mio marito, non dimenticherò mai la delicatezza di quest’uomo in quel momento, poiché io mi domandavo cosa stesse succedendo a mio marito. La calma del signor Mosséri mi ha restituito la fiducia. Ho infine potuto riposarmi sull’esperienza più grande di un’altra persona, dopo 17 anni di incubi senza alcun aiuto, né comprensione, né dei medici che sono completamente ignoranti, né della famiglia, a parte i nostri due figli che hanno sempre fatto di tutto per aiutarci, entrambi, sentendo l’amore che ci univa. Nessuno poteva e sapeva aiutarci. Attendevo dunque che questa crisi passasse.
In fondo, con tutti i medicinali che mio marito aveva preso, 17 pillole il giorno, 16 tranquillanti e 2 sonniferi, era normale che la crisi fosse così violenta. Il signor Mosséri ci aveva avvisato ad ogni modo. In breve, dopo alcune ore di delirio, mio marito si addormentò un poco. Al risveglio il mattino, una nuova crisi simile ricominciò. Chiese di mangiare, si prese per un’alta personalità. Si mise a cantare a squarciagola e faceva molto chiasso. Noi abbiamo di nuovo avuto paura. Io avevo tolto tutto ciò che era pericoloso: temperino, forbici, ecc. poiché occorreva essere veramente prudente davanti a questa recrudescenza della sua violenza. Il signor Mosséri gli diede da bere allora del succo di una mezz’arancia per attenuare la crisi che si è subito calmata. Noi lo rimettemmo a letto ed egli si addormentò in quel momento 30 ore di fila in un bagno di traspirazione. Urinava pochissimo, un’urina tutta bruna e il signor Mosséri mi aveva chiesto di dargli da bere un poco di acqua tutte le ore, poiché bisognava evitare una ritenzione d’urina.
Dopo queste 30 ore di sonno riparatore, mio marito si risvegliò come da un sonno profondo, ma stordito e senza alcuna memoria. Parecchi giorni sono passati prima che egli cominciasse a ricordarsi di tutto ciò che lo concerneva, senza alcun riflesso anormale. Era stato talmente scompigliato dall’eliminazione massiccia dei medicinali che non fu che a poco a poco che la sua memoria ritornò. Oggi ha una memoria migliore della mia.
Per parecchi giorni, dopo queste famose crisi, egli ha sofferto di un tremore interno che è andato diminuendo. Ne era inquieto, ma ciò è finalmente passato. Il signor Mosséri l’ha fatto digiunare ancora una quindicina di giorni, ma dopo 13 giorni la vera fame ritornò con una lingua pulita, un alito fresco. Mangiava frutti, ma la sua debolezza era grande a causa dell’energia consumata durante le crisi. Così, quando il suo corpo lavorava per evacuare le prime feci dopo il digiuno, un altro genere di crisi si manifestò. E’ andato tre volte di corpo abbondantemente e ciò l’aveva talmente stancato, che ne restò incosciente di nuovo per 3 giorni, paralizzato nella parola. Io vedevo il terrore nei suoi occhi. Fui presa da un grande panico e chiamai il signor Mosséri che mi tranquillizzò, dicendo che ciò non sarebbe durato molto tempo. Ma ciò durò lo stesso 3 giorni. Abbiamo cercato che cosa gli fosse successo e abbiamo compreso che il suo corpo non aveva abbastanza energia per evacuare le feci. Vista la sua grande debolezza e siccome era il momento per evacuare le feci, il corpo ha preso momentaneamente le energie altrove, ciò che non poteva causare alcun pregiudizio alla vita, ma occorreva saperlo. La natura è straordinaria ed è meravigliosa allorché la si lascia lavorare. Fu necessario semplicemente attendere un certo tempo di riposo perché il corpo potesse recuperare le sue energie e ritrovare la parola. Dopo aver ben compreso tutto ciò che succedeva, io ho dolcemente spiegato tutto a mio marito questa evoluzione di cose e malgrado lo stato incosciente in cui egli si trovava, ho sentito che egli comprendeva e dal lato suo ha sentito anche la fiducia che io avevo ritrovato. Ho dunque visto il terrore diminuire nei suoi occhi man mano che recuperava, poiché con questa angoscia sarebbe stato impossibile poiché egli consumava le sue energie con la paura.
In breve, dopo questi 3 giorni mio marito recuperò il suo stato completamente normale e si potette pensare al ritorno. Ecco 5 settimane che mio marito ha saputo fare a meno dei tranquillanti e ciò ci meravigliava. Infatti, se egli restava 3 giorni soltanto senza quei terribili medicinali egli diventava letteralmente folle d’angoscia. Noi abbiamo provato a interromperli completamente, ma egli fumava e mangiava e dopo 15 giorni di lotta, era impossibile reggere più a lungo, talmente egli diventava depresso e ansioso.
Infine, siamo rientrati a casa, ma il signor Mosséri ci aveva detto che non avevamo percorso che la metà della strada, che bisognava apprendere a nutrirci sanamente e che forse un solo digiuno non sarebbe stato sufficiente per ripulire 17 anni di malattia. In breve, felici un mondo e ringraziato quest’uomo che per la sua tenacia e il suo coraggio riesce a salvare degli esseri umani, ci siamo informati sulla strada da seguire leggendo libri sull’igienismo come La salute col cibo del signor Mosséri. Mio marito era interamente d’accordo a sopprimere i medicinali. Quale gioia nel gettarli uno ad uno nella pattumiera poiché noi ne avevamo una grande riserva. Adesso, non ne possediamo più a casa, nemmeno un tubetto di aspirina. Abbiamo soppresso il tabacco, l’alcol, il caffè, e abbiamo conservato la carne da una a due volte la settimana soltanto. Egli voleva mangiare molti ortaggi crudi e cotti ma occorreva abituarcisi e noi eravamo del tutto nuovi nel sistema. E’ così che all’inizio, noi abbiamo fatto non pochi errori, ma a poco a poco siamo giunti a tirarcene fuori. Io mi sono messa a mangiare lo yogurt con dei frutti tutti i giorni a mezzogiorno e poi molti ortaggi la sera. Io gusto gli alimenti più di prima e non mi sento più così pesante dopo i pasti. Digerisco molto bene e senza mal di testa. Mio marito che non amava i frutti ebbe più difficoltà. Gli occorrevano 2 pasti di ortaggi al giorno ed egli ama la diversità, mangiando sempre di buon appetito pane, formaggio e uova, un poco troppo. Le combinazioni alimentari furono dimenticate un poco all’inizio e ciò gli provocò molto nervosismo.
Mio marito non ha eliminato tutti i veleni durante il suo primo digiuno, non essendo esso durato abbastanza a lungo poiché la sua fame è ritornata dopo 21 giorni. Avrebbe dovuto farne uno di 60 giorni, ma egli non aveva abbastanza vitamine ed energia in corpo a causa dei medicinali, del tabacco e del cibo cattivo che consumava in quel tempo. Ecco perché la fame era ritornata dopo 21 giorni di digiuno. A poco a poco il nervosismo e l’aggressività aumentarono. Dopo quel primo digiuno, sono occorsi 6 mesi per ristabilire la salute di mio marito, non a causa del digiuno, ma dopo 17 anni di calmanti e di tranquillanti, è stato necessario riapprendere a vivere, a lottare contro l’ansietà divenuta la sua seconda natura. Egli se ne era sentito perfettamente capace poiché i medicinali non erano più lì per vincere la sua volontà. Le crisi l’avevano inoltre molto indebolito. C’era molto da ricostruire e il signor Mosséri mi aveva chiesto di avere molta pazienza con mio marito, poiché lui sopprimeva già molte cose: tabacco, caffè, ecc. In breve, a poco a poco le forze rivennero e lui prese 3 kg, essendo disceso da 70 a 55 kg. alla fine del digiuno. Dunque adesso, è risalito a 58 kg. Il signor Mosséri gli aveva detto che il suo peso normale era tra 58 e 60 kg.
Come ho già detto, il primo digiuno non era sufficiente e con gli errori alimentari, il nervosismo e l’aggressività aumentarono. Non dimentichiamo che mio marito era stato drogato per 15 ani, che i figli erano cresciuti e che io, a poco a poco avevo dovuto prendere le mie responsabilità quasi senza di lui talvolta. Ma adesso, mio marito era veramente risuscitato. Malgrado tutto il nostro affetto gli uni per gli altri, ciò non andava senza urti qualche volta molto violenti e a momenti, noi eravamo anche altrettanto infelici di prima, sebbene un giorno noi avessimo telefonato al signor Mosséri per spiegargli tutto ciò. Egli ci ha consigliato di intraprendere un secondo digiuno tanto più che mio marito soffriva alla schiena da alcuni anni. Il signor Mosséri ci aveva detto che si trattava certamente di reumatismo e che ne sarebbe stato sbarazzato nel medesimo tempo.
Mio marito era deciso a intraprendere un secondo digiuno, ma per mancanza di posto da Mosséri - bisognava attendere 15 giorni, ma bruscamente dopo una collera più violenta ancora delle altre, mio marito decise di digiunare a casa. Erano 7 mesi che il primo digiuno era terminato e il signor Mosséri stesso aveva affermato che non ci sarebbero state crisi come nel primo digiuno. Io ero contenta che mio marito si sottoponesse al digiuno, poiché le sue collere cominciavano a farmi veramente paura, ma io ero preoccupata che lo facesse a casa. Infatti, una crisi imprevista fa sempre paura ed è fuori discussione di chiamare in questo momento un medico che prescriverà dei medicinali o delle punture che possono comportare la morte. Inoltre v’è anche l’interruzione del digiuno la quale è un’operazione può darsi ancora più delicata del digiuno stesso. Io non consiglierei mai ad alcuno di fare un digiuno di oltre 48 ore a casa.
A casa, mio marito ha digiunato 23 giorni. Ebbe diversi piccoli malesseri, cioè insonnie, gambe nervose e a momenti molto pesanti, nausee soprattutto all’inizio del digiuno. Sono soprattutto le gambe che lo facevano soffrire e il suo nervosismo aumentava senza interruzione. Fortunatamente, reso debole dal digiuno, le sue collere non potevano essere troppo violente. Il suo polso variava tra 57 e 67, differente tutti i giorni. Il suo peso è sceso a 49 chili. Infine, il 21° giorno, ebbe una fortissima crisi di lacrime, si rese conto che egli non viveva normalmente, il suo nervosismo e la sua aggressività scomparvero. Due giorni dopo, era la vera fame e noi abbiamo interrotto il digiuno esattamente come il signor Mosséri con succo di limone, appena 30 gocce in un mezzo litro tutte le mattine. Durante la giornata, arancia, poi frutta intera, poi ortaggi. Una settimana dopo, mio marito andava di corpo senza problemi. Tuttavia, abbiamo commesso alcuni errori alimentari, non nelle combinazioni, ma nelle quantità. Infatti, mio marito sentendosi troppo debole voleva recuperare le forze il più rapidamente possibile e siccome aveva molta fame, voleva mangiare troppo, senza che io potessi trattenerlo, soprattutto con una grande fame. Ingrassò rapidamente, troppo rapidamente: un chilo al giorno. Ebbe allora alcuni problemi digestivi che gli fecero perdere 3 kg in 24 ore. Dovette allora rendersi conto che bisognava essere più saggio e tutto tornò in ordine. La data del secondo digiuno era il 22 settembre 1975 fino al 14 ottobre 1975 - 58 kg - 49 kg).
Sei settimane dopo, mio marito pesava 56 chili. Tutto andava molto bene salvo una cosa. La sua schiena lo faceva soffrire sempre di più. Che succedeva? 6 o 7 anni fa, in seguito ad un’uscita all’aria libera, mio marito che stava in piedi da un’ora, fu preso da un male spaventevole alla colonna vertebrale. Quasi svenne. Aveva una gamba più corta dell’altra, ciò che, sembra, poteva provocare questo famoso male! Ma egli aveva sempre avuto questa gamba…In breve. Lo si inviò all’ospedale per fare una ginnastica speciale e poi il male partiva e riveniva ogni tanto.
Dopo questo secondo digiuno, mio marito, che per anni non aveva avuto gusto per nulla, si è messo ad apprezzare le passeggiate a piedi nei boschi. E’ così che egli si è accorto che dopo una mezz’ora di marcia, il suo mal di schiena lo riprendeva sempre più forte. Non c’era più modo di lavorare, di fare lavori saltuari, di fare nulla, perfino restando seduto. Soffriva così sempre più di pesantezze nelle gambe, come un cerchio che lo stringesse all’altezza del ginocchio. Si ricordò del consiglio del medico di dover portare delle solette ortopediche nelle sue calzature.
Prima di fare qualsiasi cosa, abbiamo telefonato al signor Mosséri e gli abbiamo raccontato questa storia. Ci confermò che mio marito aveva dei reumatismi e ci consigliò di sopprimere il pane, i cereali per due mesi, dopo di che si vedrà.
Ma il male non faceva che aumentare ed egli gli consigliò un terzo digiuno che forse sarebbe il più lungo dei tre, ma che era necessario. Mio marito era deluso e si domandava perché dopo due digiuni egli soffrisse di reumatismi. Per parte mia, non pensavo che fosse qualcosa di recente. Doveva esserci una spiegazione. Infatti, cercando nei libri e nella rivista igienista, ho letto un libro sul reumatismo di Alec Milne. Leggendo e riflettendo sulla questione, abbiamo finalmente compreso. Vi è una grande varietà di reumatismi, ma il reumatismo generalmente consiste in cristalli formati dall’acidità e che si infiltrano a poco a poco nelle grandi articolazioni e nei muscoli. Come si erano potuti formare questi cristalli? Leggendo ho compreso che potevano formarsi talvolta in seguito ad uno squilibrio della digestione, cioè un’acidità che forma dei cristalli. Io mi ricordo d’altronde che mio marito soffriva da molto tempo di un eccesso di acidità stomacale e prendeva sempre del bicarbonato di sodio o della polvere di witt come d’altronde mia madre. Ho subito visto la ragione della famosa cistite che mio marito aveva avuto all’età di 30 anni - ecco dunque 18 anni dopo di allora - era semplicemente una buona crisi di acidità. Se soltanto noi avessimo conosciuto il metodo del digiuno in quel momento, sarebbe bastato fare semplicemente digiunare mio marito una settimana o due affinché il suo corpo fosse ripulito. Ignoranza terribile dei medici! Perché questa acidità? Un poco di eredità entra in gioco. Inoltre come ho già detto, mio marito aveva un temperamento ansioso, suo padre amava un poco troppo bere, e sua madre era una donna possessiva. Egli non aveva né un fratello né una sorella. Ha passato tutta la sua giovinezza nel timore delle dispute dei genitori e nel timore di dispiacere loro, poiché malgrado le sue serie qualità, non arrivava a soddisfare l’ambizione dei suoi genitori. Ecco da dove proviene il suo squilibrio e la sua ansietà che gli hanno provocato un’indigestione permanente, con risultato l’acidità. Una certa saturazione di questa acidità nel corpo scatena una crisi di eliminazione, ma i trattamenti subiti hanno impedito questa eliminazione e i cristalli si sono formati a poco a poco per andare ad alloggiare nelle articolazioni della colonna vertebrale e in quelle delle anche. E’ il reumatismo.
Adesso che noi comprendiamo il perché di tutto, la necessità di un terzo digiuno era evidente. Allora mio marito, con un coraggio meraviglioso, ha intrapreso questo terzo digiuno. E’ dunque arrivato dal signor Mosséri il 12 marzo 1976 e pesava 61 chili. Rispiegò i dolori sofferti: reumatismo confermato. Ma le gambe pesanti, era una questione di circolazione sanguigna abbastanza grave. Egli rischiava un’operazione nelle arterie o delle ulcere o delle varici.
Ha dunque digiunato 42 giorni ripartiti così: 25 giorni di digiuno integrale all’acqua del rubinetto. Primo giorno: visita del medico. Polso 64, tensione arteriosa 13/6, salute ottima, in buona forma per intraprendere il digiuno.
I primi 18 giorni, non va troppo male. La prima settimana, passeggiata da mezz’ora a un’ora tutti i giorni, facendosi sentire la debolezza un poco dal 3° giorno. Le notti sono cattive, insonnie, gambe molto nervose e molto pesanti. Parecchie volte mal di schiena, alla colonna vertebrale, agitato, dorme solamente un poco nella mattinata. Perde circa 500 grammi il giorno. Il 18° giorno al mattino, sente una grandissima debolezza, vertigini, sudori freddi. Il signor Mosséri gli dice di restare coricato. E’ la piena crisi. Il 19° giorno la sua lingua diventa sempre più sporca, l’urina scura, a momenti sente molto dolore alla schiena, si sente molto debole, in breve una forte eliminazione è ingaggiata, il signor Mosséri ne è soddisfatto. Il nervosismo delle gambe diminuisce e l’eliminazione prosegue fino al 24° giorno. In seguito, sente un pessimo gusto alla bocca e contemporaneamente una grande fame, sempre mal di schiena.
Il 25° giorno, l’urina diventa più chiara e gli si dà pochissimo succo di carote (una cucchiaiata da minestra in un litro d’acqua). Gli rivolta lo stomaco (nausee) acido nello stomaco, molto mal di schiena soprattutto la notte, le crisi di eliminazione si susseguono. Il 27° giorno, il succo di limone (stessa dose) rimpiazza il succo di carote. L’acidità scompare nello stomaco e la fame ritorna fortemente a momenti. Il 28° giorno a sera una mezza arancia (apporto di vitamine per attivare l’eliminazione). Sempre molto mal di schiena. Il 29° giorno, il mal di schiena più distanziato. La sera una piccolissima arancia. Il 30° giorno lo stesso. Il 31° giorno fitte violente alle vertebre e alle anche, urina scura. Il 32° giorno lo stesso. Il 33° giorno notte calma. Il 34° giorno sempre succo di limone e una piccola arancia la sera. crisi fortissima la notte nelle vertebre e nelle anche. Niente più dolori nelle gambe da parecchi giorni. Il 35° giorno calma senza dolori, dormito bene la notte, molta fame. Il 36° giorno stesso regime, giornata calma senza dolori, ma verso le 19 sensazione di bruciore al cuoio capelluto molto forte su una placca nella schiena, in basso della montatura, lungo tutta la colonna vertebrale fino al coccige. Molta fame la notte, una seconda piccola arancia. Seduto sul bordo del letto alle 6 del mattino, sensazione molto forte di bruciore al cuoio capelluto e ronzio nelle orecchie. Il 37° giorno senza cambiamento, salvo che la fame diventa incontenibile alle 3 del mattino: 2 piccole arance. Dieci minuti dopo fortissimi dolori alla schiena e alle anche. Il 39° giorno, fame incontenibile alle 11 del mattino, assunzione di crudezze, poiché troppi frutti rischiano di arrestare l’eliminazione per eccesso di zucchero. La notte è calma, buon sonno, leggere sensibilità in tutte le parti precedentemente dolorose. Il 40° crudezze a mezzogiorno e alle 18. Urina molto scura il mattino, schiena indolenzita, ma notte calma. Il 41° giorno, crudezze una volta il giorno per non ostacolare l’eliminazione. Non soffre più di niente, nessun dolore. Nel pomeriggio, si sente più forte, ha voglia di alzarsi e di sedere alla finestra al sole. Non dimagrisce più da 3 giorni e sente un benessere. Il colorito è chiaro, gli occhi brillanti. Dorme molto bene la notte, ha molta fame, la lingua è quasi pulita, un alito fresco.
Il 42° giorno, il signor Mosséri interrompe il digiuno alle 11 con una pera, 2 pomodori. Alcune crudezze alle 15, ortaggi cotti alle 18. La schiena è come contusa a momenti, ma egli dorme molto bene la notte. La fame è continua, ma bisogna non mangiare troppo per eliminare il piccolo rimasuglio. Ne ha probabilmente per 4 o 5 settimane prima di essere completamente guarito. Pesa 46 chili, dunque molto magro. Ha male dovunque, coricato nel suo letto, ma ha un buon colore ed è in piena forma moralmente.
Ecco, è quasi terminato. Il ritorno è a presto. Ciò è molto duro, poiché occorre molta prudenza, ma è formidabile di poter guarire così. Eh, sì! Infine terminati questi 42 giorni da incubo. Che sembravano senza fine. Io credo così che l’ora sia venuta di ringraziare quest’uomo, il signor Mosséri, per le sue profonde e grandi conoscenze dell’igienismo e di molte malattie. E’ un omaggio che io gli rendo come pure mia moglie, i miei due figli e tutti i miei amici e conoscenze che mi hanno aiutato ad uscire da questo vicolo cieco nel quale ero sprofondato. E’ grazie a tutti loro e a Dio che mi ha donato questa volontà, questa forza di carattere e l’opportunità di conoscere quest’uomo. Dico grazie dal profondo del mio cuore! E tutta la mia vita che ora spero sia felice e piena di salute, nell’unione con mia moglie e con la mia famiglia, io grido a tutti, ancora, grazie e grazie a quest’uomo che mi ha salvato la salute e la vita.
Dettato da mio marito, il 23-4-76.
P.S.: Anche io coi miei due figli, dico un grande grazie dal fondo del cuore al signor Mosséri che ci ha reso un marito e un padre tutto nuovo. Mi sforzerò di vivere il meglio possibile questa vita sana affinché il nostro esempio serva il più possibile ad altre persone.
Signora M. L.

Un punto importante sull’argomento di questo caso straordinario. Era stato diagnosticato dalla medicina come un paranoico incurabile. Le crisi sopraggiunte in occasione del suo primo digiuno non si sono più riprodotte. E di ritorno a casa dopo quel primo digiuno, mi ha riferito che le persone della sua cerchia erano sorprese del cambiamento mentale che avevano notato in lui.
Il ritorno della fame si è prodotto in lui verso il 20° giorno per tutti i digiuni intrapresi, non che lui fosse disintossicato, lungi da ciò con tutti i medicinali e il caffè, il tabacco, ecc. ma perché le sue riserve essenziali (vitamine, minerali, ecc) erano sicuramente esaurite. Ecco perché il 3° digiuno fu seguito da un semidigiuno o piuttosto da un digiuno attenuato con l’assunzione di una piccola arancia al giorno. Questione di fornirgli un poco di vitamine naturali, senza con ciò deviare troppe energie verso gli organi digestivi, ciò che avrebbe frenato considerevolmente l’eliminazione in corso.

L.M.
7. rue Didérich
Ensival 4850
Belgio
Al signor Mosséri,
10290 Rigny-la-Nonneuse (Aube), France

Carissimo signor Mosséri,
Sono già molti giorni che voglio scriverLe, ma mi occorreva prendere il tempo per scriverLe una lunga lettera, poiché so che per Lei è molto importante avere il massimo possibile di dettagli.
Anzitutto, spero che Lei stia bene e che la Sua Casa di salute sia ben piena, se almeno le persone si rendono conto dell’opportunità di conoscerLa e di poter grazie a Lei e al Suo metodo igienista guarire o almeno andare molto meglio.
Qui, tutto va molto bene, come Le ho detto al telefono. Mio marito ha ricominciato il suo lavoro. E’ in piena forma. Ha dunque ritrovato il lavoro che aveva lasciato una decina di anni fa a causa della sua malattia, un lavoro molto più interessante di quello che faceva quando si è messo a digiunare. Era infatti un lavoro d’ufficio amministrativo mentre adesso è un lavoro tecnico, lavoro che egli preferisce poiché c’è più responsabilità e può darsi con tutte le sue possibilità e ne ha, poiché il suo capo servizio vedendolo in così buona forma gli ha detto:
In fede mia, tu ti senti meglio quando hai finito la giornata alle 17 di me quando io la comincio ogni mattina. Non succede spesso che un capo dica così a uno dei suoi impiegati. E mio marito è felice come non lo è mai stato, quando penso che ha 49 anni, non ne dimostra più di 35 anni, sono gli altri che glielo dicono, i suoi colleghi stentano a credere al cambiamento. Coloro che l’hanno conosciuto come malato per circa 20 anni, mi dicono tutti che egli è un altro uomo. Sta addirittura meglio di quando aveva 20 anni, poiché in quel momento egli era già ansioso, mentre adesso è come liberato da se stesso, molto più sicuro di sé, meno rapidamente stanco e veramente in forma. Resta lo stesso un nervoso, bisogna che io conservi la mia calma altrimenti egli si irrita presto, ma questo è il suo carattere e ad ogni modo egli sa controllarsi molto meglio di prima. Bisogna dire anche che dopo aver preso dei tranquillanti per 17 anni, occorreva allo stesso modo tutto un riadattamento del carattere. Coi suoi 3 digiuni ciò si ricostruì dolcemente ed è occorso del tempo: 2 anni e 2 mesi per 3 digiuni, inoltre ricostruire la vitalità del corpo, più il riadattamento del carattere, ma è straordinario, nessuno nella nostra cerchia credeva alla sua guarigione. Nessuno credeva che avrebbe lavorato di nuovo un giorno. Ora, adesso, che egli si è ristabilito, si osa ben dircelo, ma noi due, mio marito e io abbiamo sempre avuto fiducia. Gli altri non si rendono conto della lotta che noi abbiamo sostenuto giorno dopo giorno. E’ per noi una fortuna formidabile di aver sentito parlare di Lei, poiché senza di ciò non ne saremmo mai usciti.
Io Le invio una copia dei 3 certificati che il dottore ha fatto a mio marito per la Mutua poiché egli era in invalidità ed occorrevano delle prove della sua malattia poiché egli non prendeva più medicinali. I medici evidentemente non capivano nulla, soprattutto il medico consulente che si occupa per far lavorare di nuovo le persone. Mio marito gli aveva spiegato così bene il Suo metodo igienista che quel medico severo aveva chiesto il Suo indirizzo. Infatti, quel medico aveva visto mio marito depressione dopo depressione e lo vedeva adesso a poco a poco rimettersi di bene in meglio, francamente ciò cominciava a incuriosirlo molto e finalmente mio marito gli ha passato il libro sul digiuno del dottor Shelton e i Suoi libri sull’alimentazione.
E poi all’ufficio e in tutta l’officina di mio marito, le persone cominciavano ad informarsi su ciò che lui fa e su ciò che mangia. E’ felicitato un poco da tutti, lui che era preso per un fannullone e un imbroglione per anni. Che ricompensa ha egli oggi, poiché gli altri hanno paura di digiunare, essi non arrivano a capire il bene che ciò farebbe loro poiché essi sono tutti più o meno malati e mal curati dei medici. In seguito, mio marito li ha ritrovati talmente pesanti e invecchiati dopo 2 anni di assenza poiché essi hanno molta difficoltà a cambiare le loro abitudini.
E’ così dunque che mio marito si trova in piena forma. Niente depressione, né reumatismo. E’ pieno di vitalità in tutti i campi. E’ una vera risurrezione, è pieno di immaginazione per aggiustare la casa, il giardino, va a passeggiare in campagna col cane, lui che quasi non poteva più camminare. Infatti, una mezz’ora di marcia gli provocava un atroce mal di schiena. Inoltre egli credeva di essere diventato impotente e adesso ha ritrovato i suoi vent’anni! Non poteva dormire e adesso dorme benissimo la notte. E’ veramente straordinario aver ritrovato una simile salute. La famiglia e i nostri amici dicono che è veramente un miracolo vederlo così. E’ talmente felice di ritrovarsi in questo stato che talvolta esagera e si sovraffatica. Allora si stanca poi si modera successivamente e ciò passa. Quando ha una grossa contrarietà, il suo mal di schiena riprende, allora egli lascia passare alcuni giorni ma ciò non è mai molto grave. Deve semplicemente apprendere a controllarsi un poco in qualsiasi cosa poiché sono vent’anni che egli non viveva più normalmente.
Segue benissimo il regime, mai più alcol poiché un semplice bicchiere di birra lo fa traspirare per giorni. Non fuma più. La mattina mangia una mela o una fetta di formaggio. A mezzogiorno: crudezze, insalata, ortaggi cotti e un poco di minestra. Alle 4 un frutto. La sera: insalata, crudezze, patate e ortaggi cotti con un poco di burro, pochissimo sale, un poco d’olio sulle crudezze, la carne una o due volte la settimana. Il sabato sera un pasto di pane di frumento con crudezze, un caffè decaffeinato due volte la settimana, due gelati la settimana, mai due insieme poiché è troppo e lui lo sa. Un poco di torta o un paté di quando in quando, ma niente torta alla frutta poiché non la digerisce più. Una volta di quando in quando io faccio delle patatine fritte con crudezze, io faccio molta attenzione alle combinazioni alimentari, ma non gli lascio avere troppa voglia di alcune cose, poiché alla condizione che egli conservi la sua salute, preferisco lasciargli mangiare talvolta dei fritti o del pane. Egli è ad ogni modo molto ragionevole e si fida interamente di me nella composizione dei suoi pasti. Noi non mangiamo mai più dessert subito dopo un pasto. E quando riceviamo amici per cena, essi si accorgono che il nostro regime ha ben più sapore di quello che mangiano essi stessi. Mio marito e io non vorremmo più mangiare come prima e non andiamo mai più ai ristorante.
Ma bisogna che Le dica che c’è lo stesso una piccola noia: è che mio marito che prima non apprezzava il cibo, ebbene ora ha un appetito formidabile. Senza dubbio perché non fuma più e si ingrassa un po’ troppo. Egli pesa 65 kg ma si sente felice. Vorrei che facesse un poco di ginnastica, ma si ha paura per la sua schiena. Credo tra noi che egli ami un po’ troppo mangiare e che io gli preparo troppo bene i pasti. Sono così belli e appetitosi tutti i colori di crudezze ben sistemate su un piatto, io stessa non avevo mai mangiato così bene in vita mia.
Come vede, Le invio una copia di 3 certificati che il medico ci ha fatto. Se avesse visto la faccia del dottore quando ha visto mio marito, lui che lo aveva curato per 10 anni! Era stupefatto di vederlo in ottima salute. Ci aveva detto che era incurabile e che non credeva ai suoi occhi. In fondo, credo anche che è veramente felice per noi poiché penso anche che ci amasse molto. Si è felicitato con mio marito e aggiunse che non aveva mai sentito parlare di questo modo di curarsi. Volle informarsi e noi gli abbiamo dato il libro sul digiuno e i vostri libri sul cibo. Vi assicuro che vi si è tuffato dentro e ci ha fatto i certificati che vedete.
Le darò anche un poco di notizie su di me. Sto molto bene ma devo confessarLe che sono stata molto stanca dopo quei due anni poiché il riadattamento di mio marito dal lato del carattere non è stato facile. Malgrado tutta la sua buona volontà e la mia, ho sofferto un poco. Infine, ritrovo mio marito pieno di vita mentre prima era morto a metà. Che lotta. Ma fortunatamente il primo digiuno che io avevo fatto con mio marito mi aveva ripulito il fegato e col regime è occorso un anno intero per prendere delle buone abitudini. Anche la mia salute è migliorata e la stanchezza nervosa è stata limitata. Io non sono ingrassata di nuovo e mi sento molto meglio. Mangio sempre dello yogurt tre volte la settimana con alcuni frutti. La sera ortaggi. Non ho più emorragie. Avevo delle varici in formazione, restano le macchie ma niente altro. Faccio attenzione a tutto quello che mangio, non troppe proteine. Avevo sempre delle enormi emicranie e delle crisi di fegato, ma tutto ciò è terminato. Io devo fare attenzione al sonno poiché sento che devo dormire di più per recuperare questa stanchezza nervosa che io ho subito a causa di mio marito. Devo passeggiare in campagna per ristabilire totalmente il mio equilibrio. E’ assolutamente tutto.
Lei vede caro signore, mi occorreva tempo per scrivere tutto ciò. Mio marito e io, non La ringrazieremo mai abbastanza e speriamo molto tutti e due venire a renderLe una piccola visita a luglio al momento delle nostre ferie.
La prego di voler ben accettare tutta la nostra amicizia e riconoscenza.
Signora M., Belgio.

Qui sotto fotocopie dei 3 certificati medici rilasciati:

Dottor José K.
Malattie nervose
Rue Renkins 33
4800 Verviers (Belgique)

I
Io sottoscritto certifico di aver avuto in cura da gennaio 1965 a dicembre 1974 il signor Georges M. L’interessato era affetto da una nevrosi d’angoscia grave e cronica.
Egli ha ricevuto per tutti questi anni numerose terapie sedative e ansiolitiche: i risultati non sono stati mai che transitori o mediocri e la guarigione non ha potuto essere ottenuta col trattamento medico più abituale prescritto in questo genere di affezione nervosa.
Fatto a Venviers, il 2-2-77

II
Io sottoscritto certifico che la malattia nervosa del signor Georges M. giustificava un trattamento col digiuno, trattamento che non poteva essere applicato che in Francia in ambiente specializzato.

Venviers, il 2-2-77

III
Io sottoscritto certifico che la nevrosi d’angoscia importante e cronica di cui soffriva il signor Georges M. si è rimarchevolmente migliorata attraverso una terapia costituita da 3 digiuni successivi, fatti ad alcuni mesi d’intervallo tra gennaio 1975 e aprile 1976 in uno Stabilimento specializzato in Francia.
Venviers, il 2-2-77
Firmato: Dr J.K.
(Noi conserviamo la fotocopia di questi certificati sbalorditivi!)

Due casi speciali con ritorno rapido della fame.
Il primo caso è quello di una signora, T., che ha già scritto la sua testimonianza alcune pagine sopra. Lei soffriva di asma da lunghissimi anni e aveva ingurgitato medicinali in abbondanza e per lungo tempo. Di circa 40 anni e di Guadalupa. Il suo digiuno di 20 giorni circa è passato senza storia e col sorriso. Al 20° giorno circa, lei sentiva una fame tenace alla quale resisté per parecchi giorni. Il suo alito era pulito e senza odore, io me ne ero assicurato sentendolo molto da vicino dopo averle chiesto di tirare la lingua e di espirare. Durante tutto il digiuno la sua lingua era rosa. Lei mi assicurò di non aver mai abusato del cibo, mai fumato, né preso del caffè, ecc. Il digiuno fu attenuato diluendo l’acqua da bere con un dito o due di succo di carote. La fame persiste e l’eliminazione non si manifesta da nessuna parte. La quantità di succo di carote è raddoppiata, ma nessuna eliminazione compare: urine chiare, lingua pulita, anche alito pulito, benessere. Il digiuno è finalmente interrotto. Questo caso mi ha sempre incuriosito, poiché non posso immaginare che l’intossicazione medicamentaria sia meno grave dell’intossicazione alimentare. I 20 giorni di digiuno, preceduti da 15 giorni di preparazione, erano bastati per disintossicarla totalmente dai suoi medicinali, mentre non sarebbero stati sufficienti se essa avesse abusato del cibo durante tutta la sua vita. Inoltre, i calmanti prescritti agli asmatici sono talmente nocivi che finiscono per danneggiare il cuore in numerosi casi.
Il secondo caso è quello di una signora di 65 anni, sobria e frugale, sofferente di un poco di reumatismo e di stanchezza permanente, ma che non prendeva medicinali. In capo a 7 giorni di digiuno, le sue urine divennero chiare, la sua lingua pulita e il sua alito dolce. Nessuna secchezza nella bocca, la sete diminuisce e nessun segno di eliminazione è evidente. Non è possibile che a questa età la disintossicazione sia terminata in capo a 7 giorni o anche che le sue riserve essenziali siano talmente basse. A forza di farle domande, mi indicò tuttavia che le sue urine avevano ancora cattivo odore. Era il solo segno esteriore della sua eliminazione. Ecco perché il suo digiuno fu proseguito fino al 15° giorno.
Shelton sorveglia l’apparenza della lingua, io preferisco sorvegliare l’alito, cioè il gusto nella bocca, il grado di secchezza di tale bocca, cioè in breve le secrezioni (urine comprese). Vedo dunque che non bisogna dimenticare di sorvegliare anche l’odore delle urine, come il ritorno della fame.
Il meccanismo di ritorno della fame mi sembra guastato in molte persone. La fame non appare, perfino quando il peso scende a 30 chili o anche a 25! O altrimenti, è una falsa fame con tutti i sintomi patologici: mal di testa, nausee, crampi, malesseri, ecc. Ma una fame autentica accompagna talvolta, l’abbiamo notato, un’eliminazione intensa! E che diventa ancora più intensa se la si soddisfa pochissimo con gli alimenti meno concentrati e meno zuccherati, come gli ortaggi crudi. Questi meccanismi guastati non sono la regola, ma li incontriamo spesso. Ecco perché non traiamo regole generali immutabili.

Altri casi mentali.
E’ una signorina di 39 anni sofferente di paranoia e di sovreccitazione mentale. Lei parla rapidissimamente e senza interruzione. Salta da un argomento all’altro continuamente senza aver esaurito il primo e perde tutto il tempo il filo delle sue idee. Digiuna a 27 anni a casa sua per 32 giorni, poi viene a digiunare da noi dodici anni più tardi per 36 giorni. Le due o tre prime settimane passano benissimo, si calma e sorride. Ma in seguito il suo nervosismo ritorna fortemente. Noi consideriamo il risultato finale come uno scacco. Conclusione da trarre da questo caso. Non più di 15 giorni circa di digiuno, secondo il caso (gli obesi sicuramente di più), seguiti da 6 mesi a un anno di regime stretto senza protidi concentrati. Nient’altro che frutti acquosi poco acidi, ortaggi crudi e a metà cotti, radici crude o semi-cotte. Nient’altro.
Può darsi che alla lunga i suoi centri nervosi finiranno col normalizzarsi con una migliore nutrizione senza stimolazione.
Un altro caso mentale aveva digiunato presso di noi per 33 giorni e cominciò una crisi nervosa di violenze dovuta sicuramente a una troppo forte eliminazione. Il digiuno fu interrotto subito. Queste crisi mentali violente sono dei segni di eliminazione intensa, ma le nostre istituzioni non sono attrezzate per ricevere tali malati, né per curarli convenientemente. Occorrono infermieri specializzati per i casi mentali e nessuna casa igienista nel mondo li accetta.
Un’altra vecchia signora molto magra ha avuto una crisi mentale violenta dopo solamente 3 giorni di digiuno. Il dimagrimento sembra essere una controindicazione al digiuno nei casi mentali. Le crisi possono prendere la piega di un flusso di parole ininterrotte, di agitazione nervosa e fisica, ecc. Gli obesi potranno sicuramente digiunare 3 o 4 settimane, i magri meno, e i molto magri per nulla. Questo per i casi mentali pronunciati e avanzati. Le semplici depressioni nervose non entrano in questo quadro. Per questa vecchia signora di 70 anni, la sola alternativa è stata di inviarla all’ospedale in cui fu calmata con l’aiuto di tranquillanti più o meno forti. Altrimenti, sarebbero occorsi 2 infermieri specializzati e muscolosi per sorvegliarla, poi altri per rimpiazzarla giorno e notte, inoltre i suoi scatti di voce rischiano di seminare il panico dovunque. Le nostre case di digiuno semplicemente non sono pronte ad accogliere tali malati mentali.
Un ultimo caso mentale. E’ quello di un ingegnere orticolo di 46 anni che soffre di epilessia e di instabilità mentale. Al 52° giorno di digiuno, ha una crisi mentale violenta, parlando a voce altissima senza interruzione, il flusso di parole è inintelligibile, ne vuole al suo padrone, ha dei rimorsi poiché ha rifiutato di diventare prete su consiglio della Chiesa quando era giovane, parla del Papa, ecc. Non riconosce nessuno e si fa i bisogni addosso. Rifiutava di bere nonostante un calore intenso (era giugno o maggio, ma lo si forzò a bere legandolo. In piedi tutto il giorno, sentì la stanchezza ma rifiutò di mettersi a letto. Lo si forzò a mettersi a letto e a restare a letto. In capo a 3 giorni, dormì 36 ore di fila e si rimise a poco a poco in 2 giorni. Non si ricordò di niente e io non osai rivelargli nulla. Queste crisi mentali coincisero con un’eliminazione epatica intensa (dolori al fegato, urine scure, ecc.). L’ondata delle tossine nel sangue disturba il sistema nervoso finché dura questa eliminazione violenta. Si può attenuarla un poco con l’assunzione di acqua in quantità. Queste crisi non ritornano in occasione di un secondo digiuno, ma prima di accettarli per digiunare di nuovo l’anno seguente, noi avevamo posto la condizione della soppressione del sale, della carne, ciò che egli non accettò mai.

Tumore alla gola, ulcere nell’esofago e fegato malato.

Preso sotto dettatura il 20 aprile 1976.
Sergio H, nato il 4.11.53 a Lione - famiglia unita. Eccellente ambiente familiare. Prima della chiamata al servizio militare, poiché io desideravo servire come paracadutista.
Infatti, ero in perfetta salute, molto sportivo. Io fui destinato al centro di Tarbes. Fino a quell’epoca, il mio cibo era quello di tutti. Consumavo dei pasti molto abbondanti. Stavo bene. Tutte le mie attività funzionavano al meglio. E ignoravo perfino il nome del naturismo, a maggior ragione dell’igienismo.
Un esempio dei miei pasti e ne ho vergogna adesso che conosco la rivelazione igienista - è così che io bevevo da 1 a 2 litri di latte il giorno. Mangiavo da ½ a una scatola intera di camembert a pasto. Quando mangiavo banane, erano decine…parecchi spicchi d’aglio a pasto… parecchie uova il giorno e quanti altri errori! Perché limitarmi? Io stavo bene. Non potevo compiere prestazioni sportive.
Checché ne sia qualsiasi infrazione continua, che sia cosciente o no, deve subire la sua punizione.
Dalla fine di giugno 1975, io dunque mi sentivo in cattiva salute.: digestioni cattive, mali di testa per parecchi mesi, perdita di peso. Fine luglio 1975, parto per le vacanze, il mio stato peggiora al ritorno.
Dopo alcuni mesi, disagio alla gola, segnalato a parecchie riprese, ma i medici rifiutavano di tenerne conto e ciononostante il dolore aumentava sempre più. Mi sono trascinato in questo stato fino a settembre 1975. Non era più possibile continuare il mio lavoro in questo stato. Sono rientrato in clinica: raggi allo stomaco, constatazione dell’infiammazione dello stomaco e di ulcerazione dell’esofago. Regime da prendere con bismuto, punture. Tristemente seguito per un mese senza risultati. All’ospedale Croce-Rossa, passo una nuova radiografia completa del tubo digerente: ulcerazione dell’esofago confermata, più l’infiammazione dello stomaco. Avevo costantemente perdite di equilibrio. Venti giorni di ricovero all’ospedale. In seguito ricovero di un mese in una casa di riposo: la casa Berliet a Lettrat. Seguivo il trattamento. I sintomi persistevano, nausee, mal di testa, perdite d’equilibrio.
Nuovo accertamento all’ospedale, sempre medesime anomalie constatate. Una nuova radiografia dello stomaco, continuazione del trattamento, continuazione un 2° mese in questa casa di riposo. Sempre persistenza dei medesimi sintomi. E sempre questo malessere costante alla gola che persisteva sordamente peggiorando e di cui nessuno voleva tener conto.
Tutto ha una fine, riprendo il mio lavoro a gennaio 1976. Proseguo il lavoro per un mese. Realizzavo la mia impotenza. Tutto il mio tempo libero al di fuori del lavoro, io lo passavo disperatamente alla ricerca di una soluzione al mio caso. Poiché la medicina era impotente, bisognava trovare obbligatoriamente una soluzione nuova che, questa volta fosse fortunata. Io ricercavo le opere nelle librerie di Lyon, metodicamente. Io ricercavo dunque i trattamenti detti naturali. Mi sono imbattuto in un’opera che trattava il digiuno. Mi è parsa sensata, perfettamente logica, coerente. Io ho trovato l’indirizzo di Mosséri. Mi sono rifugiato disperatamente da lui. L’ho visto. La mia fiducia fu subito totale. Avevo in me un capitale di fiducia, di speranza e di energia tale che mi sentivo capace di digiunare 100 giorni se era necessario.
Il signor Mosséri interruppe il digiuno al 42° giorno quando apparvero certi disturbi visivi che annunciavano che una continuazione sarebbe stata pericolosa. Durante i primi 30 giorni di digiuno, ho avuto il tempo di studiare nelle opere che cos’era l’igienismo, questo modo di vita sano, il più conforme alla verità che possa esservi. Vi sono acquisito a vita adesso.
Attualmente, tutti i miei disturbi sono scomparsi, compresi quei mal di gola che il signor Mosséri sospettava come un inizio di cancro. Ho ripreso l’alimentazione, le forze ritornano. Mi sento liberato, salvato.
H. S., Rillieux.

Il tumore alla gola che lo disturbava inghiottendo è così scomparso alla fine del digiuno mentre esso persisteva ancora al 35° giorno del digiuno. Più nessun fastidio inghiottendo saliva o cibo. D’altra parte, i bruciori nello stomaco sono anch’essi scomparsi: erano i segni di numerose ulcerazioni lungo tutto questo tubo. Anche il dolore epatico che era costante per sei mesi prima della cura del digiuno è scomparso. Egli ha perso in 42 giorni di digiuno circa 18 chili e non ne ha ripreso che uno solo in 4 settimane di rialimentazione progressiva. Tra alcuni mesi, avrà ripreso tutto il suo peso, soprattutto quando avrà ripreso le sue attività.
Un mese dopo aver interrotto il digiuno il suo regime era il seguente:
Mattino: Niente
Ore 11: 1 kg di frutti freschi della medesima specie, salvo i frutti acidi (mele e pere soprattutto)
Ore 17 1/2 Un’insalatiera piena di lattuga
Un’insalatiera piena di crudezze (carote, finocchio, cetriolo, scorzonera, fave verdi con i baccelli, ecc.)
600 gr. di ortaggi cotti appena 7 minuti in un bicchiere d’acqua (semicottura)
10 datteri o altri
I frutti acidi sono stati momentaneamente esclusi, poiché l’esofago non è interamente cicatrizzato. Egli vi sente d’altronde ancora, non dei bruciori come prima, ma una certa irritazione leggera e diffusa. Il ristabilimento totale non sarà effettivo che fra parecchie settimane.
Feci voluminose e non ben formate.
Dal 27 marzo. io sto dal mio amico Albert Mosséri, avendomi lui chiesto di accogliermi per digiunare. Il mio ultimo digiuno risale al novembre 1963.
Albert Mosséri mi chiede di scrivere la mia testimonianza. Io lo faccio volentieri, poiché egli stima che potrebbe essere molto utile, ma mi chiede in preambolo di richiamare chi sono io in rapporto all’igienismo.
Io conosco Albert Mosséri dal 1954. Sono stato uno dei primissimi collaboratori di Gérard Nizet nella redazione di La nouvelle Hygiène. Ho scritto in questa rivista sessanta articoli e ho tradotto le prime edizioni di La salute con le combinazioni alimentari del dottor Shelton. Dal 1954, A.M. e io corrispondiamo. Io lo conosco e apprezzo il suo valore nella sua esperienza provata nell’igienismo e nella tecnica del digiuno. Io posso anche dire che col susseguirsi degli anni egli ha acquisito un’esperienza eccezionale a forza di approfondire, confrontare, controllare. Non c’è che l’esperienza acquistata al contatto del reale, che conta veramente, poiché in materia di digiuno, per esempio, bisogna saper valutare l’importanza e la gravità dei sintomi, e talvolta agire di conseguenza. Ciò che non è esperienza sono buone intenzioni molto sintomatiche, ma ciò non basta, bisogna, infatti, prevedere tutto consapevolmente.
Sapendo tutto ciò, io sono venuto a Rigny-la-Nonneuse assolutamente rassicurato su di me. Sapevo che mi potevo abbandonare in tutta tranquillità (e ciò è importante poiché un digiunatore, chiunque sia, perdendo progressivamente le sue energie, si sente diminuito, invalido - diventa influenzabile e suggestionabile).
Anni di socievolezza obbligata (non si può vivere da soli in un clan chiuso) perfino ridotti quanto alle obbligazioni gustative annesse, anche badando a mantenersi nell’insegnamento igienista, non vanno senza creare delle alterazioni organiche - una pulizia attraverso un digiuno si imponeva tanto più che si era risvegliata una vecchia enterite con dei disturbi annessi al fegato.
Io conoscevo il processo delle mie reazioni personali davanti allo stato di digiuno. Ho dunque digiunato per 17 giorni con pieno successo. Ne ho sopportato i dispiaceri tra cui questa insonnia. Sapevo ugualmente che il periodo dopo il digiuno sarebbe a casa mia molto più lungo della media (e io segnalo questo ai digiunatori in potenza che presentano caratteristiche analoghe alle mie) cioè: 1. - io ho l’occasione (o gli inconvenienti) di essere di una costituzione relativamente delicata; 2. - io ho già una certa età; 3. - non ho mai preso medicinali. Questo spiega la mia lentezza nel ritorno alla normalità. Non me ne inquieto minimamente. Perfino al contrario la ripresa in carne, la ricostituzione dei tessuti d’organi è più stabile, più solida. Ancora è necessario in seguito conformarsi ad un’alimentazione la più corretta possibile, la più intelligentemente integrata nel rispetto degli altri fattori naturali di salute… altrimenti voi non avrete tratto il profitto scontato da questo processo istintivo, meravigliosamente naturale che costituisce il digiuno ben compreso.
Io sono felice di aver potuto constatare sul posto l’efficacia dell’installazione materiale dell’albergo di cura Mosséri
Tutti i miei auguri l’accompagnano. C’è lì molto benessere da creare, di sofferenze da dominare.
Quest’albergo di cura è una necessità, reclamata da quelli che sono arrivati allo stadio della comprensione cosciente ed acuta in cui il digiuno si impone al loro intendere come la sola soluzione naturale ed efficacemente valida.
G.W., Toulon.
Il nostro amico e vecchio collaboratore ha 68 anni adesso. Ha sofferto molto, durante questo digiuno, di nausee prolungate. Per evitargli tutti questi fastidi accompagnati da vomiti durante una decina di giorni, il suo prossimo digiuno sarà attenuato da una mela o due la sera, dunque un semidigiuno.
Gli obblighi sociali l’hanno portato a mangiare qualsiasi tipo di alimenti nocivi; non essendo igienista sua moglie, lui deve mangiare come lei per vivere in armonia? Deve cedere a tutti gli inviti sociali? Non si può essere più furbi degli altri e sviare la difficoltà con eleganza?
Io conosco un’indossatrice belga che era venuto a fare un digiuno. Tutti i giorni lei digiuna col suo principale o altri al ristorante. Consuma con tutta semplicità un’insalata naturale e un gran succo d’arancia. E’ tutto. Chi la obbliga a mangiare qualsiasi altra cosa? Per la sua linea? Certamente. Anche per la sua salute. Ma anche perché è un’igienista convinta. Per nulla al mondo consumerà mai del vino, un aperitivo, carne, ecc.

Mali di testa.
Io ho 58 anni, vecchio combattente del 39-45, sei mesi nelle prigioni della Gestapo, tre anni nei campi di lavoro.
Ho vissuto 25 anni in Africa Nera, il che fa 25 anni di chinino quotidiano.
Vi ho avuto delle malattie gravi. Sono stato trattato parecchie volte con gli antiamebici di contatto e sanguigni - Arsenico-Emetina.
Sono 15 anni che mi sono insediato in uno stato di malattia detto cronico.
Dieci anni fa, sentendo che affondavo, ho abbandonato d’un colpo qualsiasi trattamento della medicina classica. Adottai allora il vegetarismo passando attraverso molti insegnamenti e, brancolando molto, come qualsiasi neofita.
Non posso certificare di aver ritrovato una salute brillante, ma, ciononostante, sono nettamente migliorato e vivo quasi correttamente. E’, tuttavia, fuori di dubbio che ho fermato la caduta fatale.
Eppure, soffro sempre di terribili emicranie accompagnate da disturbi digestivi che mi rendono spaventevoli certi giorni.
Perciò, bisogna avere conosciuto questo male in corso di crisi di eliminazione che si chiama correntemente crisi di fegato" con nausee e vomiti in cui non si ha niente da vomitare, per comprendere lo stato di prostrazione in cui vi conducono queste sofferenze spesso non considerate. Solo chi le ha subite può comprendere.
Io ho fatto parecchi digiuni di cui uno di 28 giorni, con 21 giorni di digiuno integrale, 4 giorni di dieta di frutta e 3 giorni di rialimentazione. Questo digiuno è stato condotto con un metodo diverso da quello del signor Mosséri con l’igienismo. Consisteva in trattamenti annessi diversi e, soprattutto, in purghe ogni 3 giorni.
Io ho, come ciascuna volta che digiuno, la crisi di emicrania descritta sopra e, ciò, durante i primi 3 giorni. Poi, essa ritornava ogni due giorni per 24 ore e si sedava lasciando un dolore sordo, più leggero, detto "a casco". E questo, durante l’intera cura.
Qui, da Mosséri, io ho fatto un digiuno integrale di 10 giorni solamente con 6 giorni di rialimentazione. Pesavo all’arrivo 57 kg per 1,74 m. Sono dimagrito dunque di 6,500 kg.
Io sono venuto per riposare tutto l’apparato digestivo nella speranza di riprendere un peso più vicino al normale e migliorare questo stato di emicrania che mi ossessiona.
Ho avuto, come il solito, la crisi che è durata 3 giorni. Poi, il 4° giorno essa è scomparsa completamente senza lasciare, fin qui, alcuna traccia!
Sembra dunque, nettamente, che il metodo dolce del signor Mosséri secondo l’igienismo, senza purghe, senza clisteri, senza trattamenti annessi, che consiste nel lasciar fare la natura, sia superiore, da questo punto di vista, al metodo citato sopra, stancante e penoso.
Beninteso, io auguro per il signor Mosséri e il suo metodo come per me stesso che questo successo prosegua nella vita corrente.
Sono molto felice di tutte le cose interessanti che ho appreso qui, per la conduzione di una vita sana, e ne ringrazio il signor Mosséri come pure le sue buone cure.
Penso di poter affermare con tutte le persone che passano in questa casa installata e diretta da un pioniere coraggioso di fronte alla coalizione ben nota, che siamo sulla buona strada, cioè la sola capace di ricondurci ad una vita migliorata, senza la quale la vita non ha senso. Salute perduta per l’ignoranza, il pregiudizio e il lasciarsi andare alle soluzioni facili!
Per quelli ai quali l’argomento interessa, posso certificare che, ritornando ogni anno in Africa Nera per 2 periodi da 2 a 3 mesi, io passo questi periodi interamente senza alcun chinino, né nivachina, e questo, da 4 anni.
P.D.

Questo caso non è unico. Abbiamo avuto l’occasione di far digiunare parecchie persone che soffrivano di emicrania e che avevano digiunato precedentemente senza risultato malgrado o piuttosto a causa delle purghe ripetute. Noi diamo una sola purga quando il digiuno supera i 10 giorni. Le purghe non soltanto affaticano l’organismo e di conseguenza frenano l’eliminazione, ma esse raschiano gli intestini dalla loro flora intestinale preziosa, il che permette l’infiltrazione nel sangue dei veleni, rifiuti, materie putride, ecc. contenuti negli intestini. Naturalmente, la mucosa intestinale rappresenta uno sbarramento che resiste a questa infiltrazione osmotica. Con delle purghe ripetute, questo sbarramento è spezzato. Il sangue è inquinato e il fegato affaticato per neutralizzare questi veleni. Da qui le terribili emicranie.

L’inanizione, i suoi sintomi.

Il giovane paracadutista di cui si parlava in alcune pagine più indietro, ebbe verso il 40° giorno la visione doppia. Vedeva tutto doppio. Secondo Shelton, "benché non sia raro vedere un miglioramento apprezzabile e durevole della vista svilupparsi durante il digiuno, in particolare nel corso di un digiuno prolungato, vi sono alcuni casi rari in cui la vista si indebolisce. Carrington cita un caso che egli considera come uno sviluppo curioso e che, secondo lui, potrebbe non riprodursi mai più. Vi ebbe percezione di due immagini al posto di una sola. Io stesso ho visto un tale fenomeno verificarsi in uno o due casi, alla fine di un digiuno molto lungo. Ciò che si vede più spesso, benché raramente tuttavia, è piuttosto un indebolimento della vista tale che il malato può appena vedere…è obbligato ad abbandonare la lettura e la sua vista può diventare così debole… Il fatto che debolezza e disturbi della vista scompaiano presto dopo la ripresa, e che la vista è migliore di prima del digiuno, mostra che non c’è lesione dei nervi ottici o del loro meccanismo. Dopo l’interruzione del digiuno, il malato potette fare a meno degli occhiali."
Noi abbiamo incontrato parecchi casi nei quali la vista si abbassava al punto di non vedere più che un’ombra e di non riconoscere le persone presenti. Ciò dopo 40 o 50 giorni di digiuno. Contrariamente al dottor Shelton che ci sembra trattare questo argomento con abbastanza leggerezza, noi consideriamo questo sintomo come un sintomo di inanizione, come un campanello d’allarme che indica che bisogna interrompere il digiuno. E’ proprio l’inizio dell’inanizione, essendo l’organo della vista sempre meno nutrito dal sangue.
Un altro sintomo visuale che noi abbiamo altrettanto spesso, è la sensibilità alla luce al punto che il digiunatore preferisce portare gli occhiali neri a letto. Noi consideriamo anche questo sintomo come un segno di inanizione nel quale gli occhi sono sempre meno nutriti dal sangue. La rottura del digiuno si impone sui due piedi. Noi non abbiamo incontrato casi simili che dopo 40 giorni circa di digiuno.

Stanchezza, costipazione.

Quando sono arrivata qui, ero abbastanza scettica sul digiuno e sui suoi effetti. Ma adesso che sono quasi ristabilita, non mi rammarico che di una cosa, è di non aver digiunato più a lungo e di non averlo fatto prima.
Io soffrivo di obesità, di una grande stanchezza fisica e morale dovuta alla sovralimentazione e prendevo anche dei lassativi da quattro anni.
Adesso, mi sento rivivere, sono leggera, digerisco molto bene mangiando poco. Ho interrotto istantaneamente di mangiarmi le unghie, ciò che facevo dall’età di dodici anni.
Sono decisa a continuare questo modo di vita a casa mia e di abituarci a poco a poco mio marito e i miei figli e di parlarne nel mio ambiente.
Posso dire infine che senza questa cura, non avrei mai potuto risalire la china sulla quale ero discesa.
Signora R. F.

74 anni, occhi, stomaco, artrosi, sonno.

Adepto del naturismo da più di venticinque anni, io vedo nella mia cerchia molte persone abusare di medicinali in seguito ad abuso di cibo e di cotture malsane: fritture, ragù. Per guarire fegato e stomaco, esse cercano sempre il medicinale miracolo… che non esiste. E’ un vero circolo vizioso.
Sobrio per natura, di costituzione media, ho subito sei operazioni facciali con tutti i postumi che ciò comporta, mi è stato permesso di superare allegramente la soglia dei settant’anni, senza troppi handicap, salvo l’artrosi, mentre intorno a me, frequentemente partono dei "pezzi d’uomo" da 60 a 65 anni ai quali si acquisterebbe la salute. La maggior parte, vittime della buona tavola e della farmacia.
Mi è capitato di praticare dei digiuni di una giornata, a volte tre giorni ma mai più a lungo.
Quando mi è stato comunicato l’indirizzo del signor Mosséri e con l’approvazione di un amico dottore omeopata, ho preso la decisione di venire qui a fare una piccola cura.
Arrivato a Rigny il 23 aprile, il digiuno è durato 7 giorni. La mia impressione è quella di una rigenerazione. I bruciori di stomaco che mi facevano soffrire sono scomparsi. Tensione degli occhi diminuita. Niente più mosche nere davanti agli occhi. Sonno buono. Fegato decongestionato. I miei dolori dell’artrosi non si fanno più sentire.
All’arrivo, la mia pressione arrivava a 15; le mie pulsazioni 64. Alla partenza, non c’è alcun cambiamento. Il mio peso è passato da 56,500 kg. a 50 kg.
Insomma, questa cura mi è stata infinitamente salutare. Quando si pensa che delle persone non si sentono il coraggio di saltare un pasto, se essi sapessero quale benessere si prova dopo un digiuno, essi comprenderebbero… ma vorranno comprendere?
Non si possono che ringraziare i pionieri del digiuno e dell’alimentazione sana tra cui il signor Mosséri. Questa testimonianza mi permette di dirgli un grande grazie tanto per questa cura di digiuno che mi è riuscita così bene, che per i suoi consigli e conferenze che permettono di condurre una vita sana senza problemi.
M. D.

Il tabacco.

Grazie signor Mosséri per questa cura di riposo e questa disintossicazione tabagica efficace.
Io verrei senza dubbio prima della fine dell’anno per un’altra piccola ripulitura semestrale. In attesa, i vostri scritti, che io consulto regolarmente, mi guardano dagli sgarri alimentari che sono troppo spesso tentato di fare.
M. B.
Il digiuno è il mezzo più radicale per interrompere il tabacco. In capo a 24 ore, si perde la voglia di fumare e non ci si pensa più! Ma quando si smette di fumare senza digiunare, occorre uno sforzo di volontà sovrumano che supera spesso la possibilità dei fumatori che sono tutti schiavi della loro droga. A proposito, questa droga non ha diminuito la forza di volontà del soggetto?

Parto dopo il digiuno.

Caro signor Mosséri,
Lei sa che abbiamo una figlia, Anna. Lei pesa 3,400 kg alla nascita per 48 cm. Il digiuno non sembra averla colpita, ben al contrario. E’ molto calma, prende peso regolarmente poppando abbastanza poco. Ha una pelle molto chiara ed è, al dire del pediatra della clinica, molto ben proporzionata. Piange giusto prima del pasto, il resto del tempo dorme di un sonno molto calmo.
E’ dunque nell’immediato la constatazione dell’effetto salutare dell’alimentazione e dei metodi igienisti.
Se tutte le mamme potessero saperlo e comprenderlo…
Amichevolmente.
D.

P.S.: Il parto si è effettuato in condizioni ottime. I dolori furono molto più sopportabili del primo bambino. Alle 19, mia moglie era ancora in piedi. Alle 19.30, Anna era nata!
Fu veramente doloroso per 10 minuti (un poco di tetania nelle braccia). Occorre dire che il "travaglio" è cominciato nei dintorni delle ore 17 (mal di pancia). Noi arriviamo alla maternità verso le ore 18.30. Il seguito del parto, nel medesimo stile…, Rimessa al posto molto rapida dell’utero. Cicatrizzazione molto rapida. Montata del latte abbondante.
Regime: Ortaggi verdi, formaggio o pochissimo grano germogliato. Noci.
Molta insalata verde.
Non ho avuto il tempo di far fotocopiare un esemplare del menù della maternità, ma, credetemi è demenziale.
Un esempio che ho ricordato:
Mezzogiorno: salumi, carne, ortaggi, torte, frutta!
Otto giorni di questo regime e si può immaginare il risultato…"
Nostro commento: è evidente che il peso di questo bambino è troppo alto. Shelton limita il peso normale di un bimbo igienista a 2,500 kg. ma mai più di 3 chili. Gli animali nascono con la pelle sulle ossa e prendono rapidamente peso. Al contrario, i bambini che nascono troppo grossi per cominciare perdono peso.
I drogati con i tranquillanti e con i sonniferi.
Curate le depressioni nervose?, mi domanda una signorina al telefono. "Mia madre vorrebbe venire a fare una cura da voi." E’ d’accordo. La figlia non svelò a sua madre che si trattava di una cura di digiuno che al suo arrivo da noi. Inoltre, lei non ci rivelò neanche che lei era appena uscita da una casa psichiatrica che al suo arrivo da noi. Ciò significa che lei era drogata (sonniferi e tranquillanti) giusto la vigilia del suo arrivo.
Lei cominciò il suo digiuno e noi apprendemmo le crisi nervose proprie dello svezzamento brutale dai calmanti diversi che lei prendeva tutti i giorni. Lei dormì un poco la prima notte, ma il secondo giorno cominciò a gemere a voce altissima senza interruzione, gridava. Depressione nervosa, mal di testa, angosce, ecco ciò di cui soffriva. I nervi erano in uno stato di tensione considerevole.
La crisi si calmò in capo a una o due ore, ma ricominciò la sera più forte che mai. Noi telefonammo a sua figlia che si decise a tenerle compagnia giorno e notte. Ma disgraziatamente, noi non potevamo sacrificare una quindicina di digiunatori che si trovavano nel nostro stabilimento, né chiedere loro di sopportare delle crisi violente senza interruzione giorno e notte.
Fummo dunque obbligati a rinviarla alle ore 20, altrimenti saremmo stati nell’obbligo di telefonare a un’ambulanza per condurla a un ospedale. La figlia rifiutò l’ambulanza dicendo: "Non si comincerà di nuovo." E’ perfetto. La figlia desiderava che sua madre si disintossicasse da quelle droghe svezzandola e in diverse cliniche, si sarebbe sicuramente continuato a drogarla senza pausa. Lei avrebbe dunque dovuto portarla al suo domicilio e sopportarla parecchi giorni sorvegliandola per attendere che la sua disintossicazione avesse fine. Ma lei non ebbe sicuramente il coraggio di questa soluzione e la condusse di nuovo all’ospedale. Là lei fu drogata di nuovo. La notte tentò di suicidarsi gettandosi dalla finestra del primo piano. Lei gridava tutta la notte. " E’ un cinema" sentii dire. Fu dunque trasferita al pianterreno, poi rinviata a un’altra clinica specializzata nei casi mentali.
Le case di digiuno igieniste non possono accogliere questo genere di malati, poiché occorrono infermieri specializzati e muscolosi che si rimpiazzino senza tregua giorno e notte per sorvegliare questi malati. Quando lei fu da noi diceva: "Togliete questo coltello, poiché mi dà delle idee nere." Le finestre devono comportare delle inferriate. Nessun utensile tagliente deve essere alla portata di questi malati. La camicia di forza deve essere utilizzata.
Noi non abbiamo il coraggio di rimandare i pazienti dal loro arrivo, quando si presentano normalmente, nascondendo un poco o non dicendo una parola delle loro crisi passate. Bisogna esigere che essi interrompano le droghe parecchie settimane prima del loro digiuno.
A nostra conoscenza, le cliniche di disintossicazione per alcolisti e drogati (hashish, oppio, LSD, ecc.) non prendono i drogati da tranquillanti e da sonniferi. I medici non inviano questo genere di drogati in queste cliniche. E perché non li invierebbero per disintossicarsi? Semplicemente perché i medici sono proprio essi stessi all’origine di questa assuefazione dannata, con le prescrizioni che essi rilasciano con tutta la forza delle braccia. I medici sono dunque i primi responsabili di questo nuovo genere di drogati. Poiché se il paziente reclama un calmante, il medico che è la sua guida non dovrebbe cedere alle esortazioni di un malato che non vede molto lontano, ma il medico sì, sa i risultati ultimi delle sue prescrizioni maledette.
Bisogna svezzare un tale malato bruscamente da queste droghe oppure progressivamente? Bruscamente, bisogna avere un luogo isolato per non mettere in subbuglio l’ambiente, bisogna sorvegliarlo giorno e notte, bisogna essere parecchi per assicurare un tale lavoro che può durare parecchi giorni. Se si opta per uno svezzamento progressivo, si rischia lo scacco e la continuazione della droga e dell’assuefazione. Forse si chiede agli alcolizzati di interrompere progressivamente l’alcol?
In breve, quando questi soggetti drogati cominciano un digiuno, bisogna badare che essi non dimagriscano troppo, poiché la mancanza di grassi può provocare presso di loro delle crisi mentali violente. Dunque, chi è troppo magro dall’inizio non sopporterà 3 giorni di digiuno, mentre altri più grassi possono digiunare 20 o 30 giorni prima di manifestare crisi violente che è sempre preferibile evitare.

Prostata e poliartrite (blocco).

Egli aveva 57 anni, abitava a Tolosa. Fece un soggiorno in una casa naturopatica diretta da un medico. Questi diagnosticò un cancro alla prostata e rifiutò di farlo digiunare. Egli soggiornò comunque 30 giorni in quella casa ma senza digiunare.
L’anno seguente, ci indirizzò una richiesta di ammissione in vista di un digiuno sorvegliato, redatta come segue:
Caro Signore,
essendo abbastanza seriamente colpito dalla malattia e persuaso che solo il digiuno sarebbe efficace, le indirizzo questa lettera per esporle il mio caso nella maniera più completa, sforzandomi di farlo più brevemente possibile. Ho d’altronde effettuato in un passato recente, nell’occasione di un’influenza, un digiuno breve di 4 giorni che non mi ha causato alcun problema e mi ha permesso di intravvedere i benefici di questo metodo.
Ho 57 anni (età legale), poiché sotto un altro angolo, e molto nello spirito dell’igienismo, io mi sentirei sempre molto giovane. (Egli aveva l’aria di avere 67 anni! A.M.)
Dal punto di vista fisico, ecco delle indicazioni che mi sembrano utili: da alcuni anni, io intrapreso ad effettuare alcuni corsi in montagna (grande fonte di gioia compensatrice di molte preoccupazioni). Un anno fa mi inerpicai sul picco Aneto (punto culminante dei Pirenei) e bivaccai senza riparo a 3.200 m. su un sito ghiacciato. Resistenza generale e polmoni sono dunque penso soddisfacenti.
Più recentemente, a Pasqua, feci una corsa alle racchette di 700 m. di dislivello in piena neve con delle pendenze finali di 50-60°, ma arrivai, questa volta, all’estremo limite delle mie forze. Fu questo il fattore che scatenò le mie noie di salute attuali?
Ciononostante, come in passato, io non risentii i giorni seguenti alcun danno apparente da quella dura giornata.
Non fu che parecchie settimane più tardi, che in seguito ad un lungo e penoso lavoro sotto la mia vettura, che rappresentavano lunghe ore e dei giorni coricato sulla schiena, che a poco a poco, e uno dopo l’altro, si manifestarono i mali di cui soffro da quel momento, cioè da tre mesi circa.
All’inizio dolori lombari (questi si erano manifestati già da parecchi anni ma senza gravità). Estensione di questi dolori alle due cosce e alle due anche. In seguito dolori delle vertebre cervicali e torcicolli.
Infine il male nella sua ultima fase raggiunse le due spalle la cui mobilità è restata molto ridotta da quel periodo. Gli avambracci, le mani come le gambe e i piedi non sono raggiunti, ciò che mi permette di spostarmi lentamente come pure di effettuare i gesti correnti che non esigono grandi estensioni delle braccia.
Contrariamente alle cosce la cui muscolatura non è diminuita di volume che leggermente, le spalle e le braccia (bicipiti, deltoidi, pettorali) e muscoli dorsali sono considerevolmente fusi. Ciò che è probabilmente la causa della perdita di peso registrata dall’inizio: 8 kg.
Ho da sempre disapprovato i metodi medici e da una decina di anni ho adottato la disciplina vegetariana che, sul piano spirituale e sanitario, mi sembra buona. Ho curato a quell’epoca un’idrartrosi del ginocchio (accidentale tuttavia, questo ginocchio che è stato ferito nel passato). Si ristabilì bene.
E’ però con grande interesse che mi inchino oggi sui principi igienisti. Tanto più che io stesso ho espresso in ogni occasione la mia convinzione che nessun medicamento né rimedio, anche naturale, possiede il potere di guarire - e ho fino al presente utilizzato solo mezzi naturali supponendo che la loro azione faciliterebbe il lavoro di rinnovamento dell’organismo.
Io mi sono affidato dunque in giugno-luglio a una clinica naturopatica in cui una medicazione composta di rimedi omeopatici di oligo-elementi e di Serocytole mi è stato prescritto come pure la diatermia e applicazione di fanghi (assolutamente inutili. A. M.). Il mio stato non è migliorato, avendo inoltre alcune difficoltà urinarie (prostata stimata al tatto rettale). Il medico mi ha detto, prima della mia partenza, che temeva un tumore maligno in quest’organo! Di conseguenza aggiunse al mio trattamento degli ormoni. (Tutti i medici che dirigono delle cliniche naturopatiche di digiuno prescrivono ogni tanto dei medicinali. Non ci si può attendere niente di serio da parte di un medico che sicuramente non può comprendere l’igienismo. A. M.)
Il mio peso è di 53 kg. Velocità di sedimentazione elevata. Un altro medico mi ha prescritto il cortisone per questa poliartrite, ma ben informato dei misfatti di quel medicinale, io non l’ho toccato.
Ho subìto attualmente delle sedute di kinesiterapia che non sembrano migliorare la situazione. (Esse sono piuttosto nocive poiché la natura richiede il riposo delle articolazioni affette e non il loro affaticamento. Anche i massaggi sono inutili. A. M.)
Quanto alle cause può darsi si tratti più di una tossiemia provocata da un lungo sovraffaticamento e mancanza di sonno e da gravi preoccupazioni che dai miei errori alimentari o altri. (La causa principale è proprio il pane e i cereali. A. M.)
Però, i dolori sono sempre lì, le braccia bloccate e sono sempre più persuaso che gli artifici medicamentari non sono la soluzione e il digiuno sarebbe probabilmente il mezzo superiore che mi permetterebbe di uscire da questo stallo. Sono alto 1,72 m.
B. F.

Questo signore digiunò sotto la nostra sorveglianza 30 giorni senza storia. Il suo non era un cancro. I sintomi prostatici scomparvero. Il blocco delle membra migliorò del 50%. Un secondo digiuno sarà necessario per terminare la disintossicazione e ottenere il ristabilimento totale. Noi sapevamo dall’inizio che egli non aveva un cancro, poiché nulla nel suo passato lo indicava. E’ per questo che l’avevamo accettato. Altrimenti, il digiuno non avrebbe avuto alcun effetto e avrebbe forse aggravato il suo stato.

Cancro della pelle.

Una lesione apparve nella tempia di questo caso parecchi mesi fa. Una biopsia fu effettuata e il cancro della pelle fu confermato. Secondo il soggetto, questo cancro sarebbe causato dal petrolio che egli trasportava col suo camion tutto l’anno. Ma noi pensiamo piuttosto che la causa risiedesse nei 100 g. di noci che egli mangiava tutti i giorni secondo le indicazioni di Shelton.
Un digiuno di 18 giorni fu iniziato senza risultato. Un secondo digiuno di 27 giorni fu fatto dopo 6 mesi. Gli sgocciolamenti di pus si interruppero, non tirava più", la lesione si cicatrizzò quasi totalmente. Il cancro è sempre un’infezione e l’infezione è sempre causata dai protidi. Questi ultimi furono dunque soppressi dal suo menù.

Magrezza e stanchezza.

Io ho 24 anni e sono venuto per la magrezza e la stanchezza. Nel 1975, in seguito ad una brutta angina, curata con gli antibiotici, e a parecchie stanchezze successive (stages, trasferte), avevo perduto 7 kg. quando il mio peso d’origine era da molto tempo 63 kg. per un’altezza di 1,76 m. Decisi allora di venire all’igienismo, seguendo l’esempio recente di un compagno che mi faceva parte delle sue idee. Malgrado ciò, io continuai a perdere peso, affetto da preoccupazioni professionali e le condizioni di vita a Parigi, e soprattutto ero diventato maniaco del mio modo di mangiare. Dopo aver provato tutto, compreso il culturismo, decisi di venire a digiunare dal signor Mosséri.
Arrivo il 19 giugno 1976 con 49 kg. Digiuno 9 giorni e perdo 5,7 kg. Mi rialimento 4 giorni durante i quali il mio peso resta lo stesso. La ripresa si farà lentamente. Non ho risentito praticamente alcun malessere, salvo alcuni gas certe mattine e i dolori alla schiena, dovuti alla mia magrezza. Ho eliminato poco, le mie forze si sono indebolite durante il digiuno, ma sono aumentate rapidamente durante la ripresa, soprattutto il primo giorno.
Alla fine del mio soggiorno, mi accorgo veramente dei benefici del digiuno: mi sento allegro, disteso, il mio gusto e il mio odorato si sono rinnovati, le mie idee sono diventate chiare e digerisco perfettamente. Inoltre, io sono rapito di aver scoperto la vera alimentazione igienista e tenterò di conservarla a lungo.
Grazie al signor Mosséri per le sue cure e i suoi insegnamenti.
Rigny, il 1-7-76,
J.M.S., Vanves

Fegato malato, ulcera ed eczema.

Io sono arrivato qui colpito da due affezioni: epatite cronica attiva e ulcera del bulbo, trattate senza successo successivamente ad Algeri e a Parigi (Beaujon e Cochin).
L’ultima situazione (15 giugno 1976 a Cochin) ha anche rivelato la presenza di uno stato di pre-cirrosi.
Dopo un digiuno di 35 giorni, sento la mia ulcera completamente scomparsa e cosa assolutamente incredibile, dal momento che la mia crisi di eliminazione, è cominciata (verso il 15° giorno), io ho sentito nettamente il mio fegato rivivere. Sensibile inizialmente, congestionato in seguito e infine ritornato al volume normale.
Il signor Mosséri mi aveva ben detto al mio arrivo: le occorrono da 5 a 6 settimane di digiuno.
Io avevo un eczema della verga che si trascinava da 3 mesi; è scomparso il 5° giorno di digiuno.
Tengo, per terminare, ad esprimere al signor Mosséri la mia riconoscenza per i consigli estremamente giudiziosi e informati che mi ha prodigato e al tempo stesso la mia ammirazione e il mio profondo rispetto per la sua attitudine coraggiosa a difendere un’idea, che, ne sono persuaso, farà rapidamente strada. E’ un pioniere e come tutti i pionieri, un grand’uomo.
Rigny-la-Nonneuse, il 19 agosto 1976
B.M., medico aggiunto di Salute pubblica
Fonka (Algeria)

Fibroma e miopia.

Io sono arrivata dal signor Mosséri completamente ignorante sulla vita igienista. Avendo preso conoscenza per caso dell’esistenza di questo albergo e dei risultati ottenuti col digiuno, mi sono decisa molto velocemente.
Io dovevo essere operata in settembre di un fibroma senza dubbio vecchio e che provocava delle perdite bianche in quantità enorme. Scettica, scelsi comunque di provare il digiuno.
Diagnosi del medico ginecologo al mio arrivo: utero molto duro, fibroma della grandezza di un’arancia.
Diagnosi dopo 12 giorni di digiuno e 3 giorni di ripresa alimentare: utero sciolto, del tutto normale, fibroma ridotto alla grandezza di una ciliegia!
Parallelamente, gli occhi sono molto malati. Il fondo dell’occhio è distrutto. Attualmente, ho ripreso 2/10 in ciascun occhio… il resto verrà forse se mi costringo a un digiuno più lungo. Chissà?
Io saprò col susseguirsi dei giorni se altre sorprese mi attendono, tra l’altro a proposito di una costipazione cronica.
Ringrazio vivamente il signor Mosséri per il suo aiuto e i suoi consigli e mi complimento con lui d’aver il coraggio di battersi solo contro tutti. Un pioniere è sempre un solitario. Per gli altri, egli vive al margine. Bisogna essere terribilmente solidi per farvi fronte.
Signora Th. P. Parigi-III^

Sinusite grave, ulcere degli occhi, herpes della cornea.

Sono venuta dal signor Mosséri il 16 agosto 1976. Ho digiunato 14 giorni. Ho 53 anni.
Soffrivo da sempre di sinusite grave. Lo scolo di pus avveniva il più spesso attraverso gli occhi, determinando un’ulcera, poi numerosi herpes della cornea.
D’altra parte, la mia digestione era molto cattiva. 16 anni fa, non potevo mangiare più niente ed ero sempre stanca. Avevo allora cercato un regime che potesse convenirmi. Numerosi tentativi "Vita chiara", "Macrobiotica" erano stati dei mezzi fallimenti. A forza di eliminare i pasti che mi procuravano delle noie e gli alimenti che non digerivo affatto, io mi ero avvicinata ai principi igienisti senza conoscerli, salvo in ciò che concerne il digiuno completo che io consideravo come indispensabile per supplire alla mancanza di proteine.
Durante 14 giorni di digiuno, io ho perduto 9,5 kg. al 5° giorno, la pulizia dei seni si era prodotta. Era facile percepire tutte le regioni pulite, ciò che mi indicò molto nettamente l’estensione dei guasti. Il pus evacuato fu nerastro, poi parecchi giorni più tardi, giallo. In seguito, lo scolo si inaridì e i dolori della testa scomparirono.
Quanto alle mie noie digestive, la causa reale ne apparve molto chiara il 6° giorno nella notte. Dolori molto violenti alla nuca furono seguiti da leggeri dolori al fegato poi un fiotto di bile che non è terminato realmente (che) al 6° giorno della ripresa alimentare. Durante tutto questo tempo, ebbi nella bocca un gusto dolciastro, talvolta alcolico.
A fianco a questi 3 avvenimenti importanti, ho riprovato una cistite vecchia di 33 anni: un piccolo bruciore, un’evacuazione di membrane (la vecchia cicatrice senza dubbio) poi fu finita. A qualche ora da lì, dolore al rene corrispondente poi calore, poi fresco. La cistite era liquidata.
Una seria pulizia fu fatta lungo le vertebre, in particolare al livello d’una scoliosi lombare vecchia di 10 anni e perfettamente corretta in apparenza…
Io considero come molto positivi i risultati ottenuti (intervento chirurgico evitato al livello dei seni).
Spero egualmente che un regime abbastanza severo mi permetterà di migliorare definitivamente e sicuramente lo stato del mio fegato e lo stato generale.
Il 3 novembre 1976.
Sig.na G.

Ulcera.

Conoscendo l’igienismo" da 10 anni, mi è occorso il dolore di un’ulcera per venire a digiunare 20 giorni e rendermi conto della rovina nella quale ero a poco a poco precipitata insidiosamente.
Ho così, nel corso di 20 giorni, che a mio avviso sono assai insufficienti, più la ripresa, fatto una pulizia di tutta la sporcizia che io coltivavo in me.
Ed è allo scopo di riprendere il "tutto crudo" che io riparto, con perseveranza, a poco a poco.
I miei dolori sono scomparsi.
Il mio umile grazie al signor Mosséri che ci sembra severo, ma che è lì, malgrado venti e maree."
Il 10 settembre 1976.
R. S. 33 anni.

P.S.: Il termine "Igienismo" è sotto virgolette, poiché il suo regime era come quello di tutti malgrado le sue conoscenze igieniste!

L’opinione di un’infermiera elvetica.

Caro Signore,
Le scrivo per dirLe quanto il mio stage a Rigny-la-Nonneuse mi è stato benefico, da parecchi punti di vista.
Per cominciare sul piano della salute… ho la fortuna di non avere avuto mai gravi problemi, ma dopo quest’estate, mi sento ancora meglio nella mia pelle. Altro segno importante: io non ho più regole da 3 mesi! Attualmente, cerco di continuare ad alimentarmi in modo igienista, ma mi urto spesso col fattore sociale…mangio spesso anche un poco di cereali e di formaggio, ma la maggior parte del tempo mi diletto di frutta e di ortaggi crudi!
Ho dunque assistito al Congresso di medicina naturale, e adesso comprendo meglio la Sua posizione in rapporto a quest’ultima. La maggior parte degli oratori continuavano effettivamente a utilizzare i medesimi schemi della medicina tradizionale, con la sola differenza che essi offrivano dei mezzi meno aggressivi per palliare i sintomi… rari erano i casi in cui c’era una rimessa in questione, ricerca delle cause reali. Eppure, mi sembra che una medicina naturale onesta potrebbe essere una tappa verso l’igienismo, per esempio, per le persone che non hanno ancora raggiunto il livello di coscienza sufficiente per comprendere, integrare e vivere l’igienismo.
Sto per partire per gli Stati Uniti alla fine dell’anno, dove conto di continuare la mia ricerca. Riceva, Signore, i miei migliori saluti.
M. Z.

Artrosi, sinusite.

Dal gennaio 1975, in seguito ad una caduta, io soffrivo alla colonna vertebrale. Allorché ero stanca, la mia schiena prendeva una posizione voltata.
All’osservazione delle radiografie, il kinesiterapeuta parlò di artrosi. Una serie di 20 massaggi non diede alcun risultato soddisfacente.
Un professore di yoga mi rimise a posto parecchie vertebre e mi consigliò di studiare il problema dell’alimentazione. Sono andata alla libreria Le courier du livre", 21, rue de Seine, Paris 6", per procurarmi il libro sulle Combinazioni alimentari e la vostra salute, di Herbert Shelton.
Consultando diverse opere igieniste, fui attirata dal libro del signor Mosséri, La salute col cibo. Intrapresi lo studio di quest’opera importante sull’alimentazione. Riuscii a sopprimere dai miei pasti: la carne, il pesce, il caffè. Un amico mi consigliò di partecipare a conferenze di naturopatia in cui presi coscienza della necessità del digiuno per recuperare la salute.
L’opera di Herbert Shelton sul digiuno rinforzò la mia risoluzione di digiunare. Ma io ignoravo che il signor Mosséri dirigeva una casa di igiene naturale a Rigny-la-Nonneuse (Aube), Marcilly-le-Hayer, in cui potevamo digiunare e ricevere un insegnamento igienista. Lo appresi sfogliando una raccolta di indirizzi.
Io potevo infine mettere in esecuzione il mio progetto. Decisi di consacrare le mie vacanze 1976 a curarmi efficacemente.
Ho fatto un digiuno di 21 giorni, dal 30 agosto al 19 settembre, più 6 giorni di rialimentazione. Non avevo alcuna apprensione. Cominciai il digiuno in fiducia. Nella notte del 10° giorno di digiuno, mi risvegliai: tutto il mio corpo lavorava intensamente. Mi riaddormentai e mi misi a sognare: " Mi trovavo in una grande sala di stazione in cui numerose persone armate di secchi e redazza davano una bella lavata." Quale analogia con la grande pulizia del corpo che cominciava!
L’indomani mattina, io respiravo molto profondamente, una grande calma si produceva in me. Pulendomi le narici, fui stupefatta da degli ammassi di pus secco che si erano liberati dal seno sinistro.
Fino all’11° giorno del digiuno, ero molto in forma, l’eliminazione si produceva lentamente. A partire dal 13° giorno, il fegato reagì, ebbi la nausea ma non arrivai mai a vomitare, ciò che mi stancò molto. Grandi placche brune apparse sulla fronte (non inquietarsi, scompariscono in seguito). Avevo molta sete e bevevo acqua in grande quantità quantunque essa mi paresse cattiva. Il 18° giorno, io presi un poco d’acqua limonata e mi sentii alleviata. Essendo limitata dal tempo, avevo deciso in modo arbitrario di digiunare 21 giorni. Durante questi 21 giorni di digiuno, io non avevo fame e nessun alimento mi tentava.
Persi 9 chili durante il digiuno (47 giorni all’inizio, 38 kg. alla fine del digiuno). Le chiacchierate della sera, l’ambiente simpatico erano di grande conforto nei momenti di stanchezza.
Ho fatto 6 giorni di rialimentazione dopo il digiuno. Il gusto si è molto affinato e ho potuto imparare a nutrirmi sanamente.
Questo digiuno è stato per me molto benefico. La mia colonna vertebrale si tiene dritta e ne provo un profondo benessere generale.
Ringrazio con molta riconoscenza il signor Mosséri che, malgrado le numerose difficoltà incontrate, conduce un combattimento solitario e accanito per alleviare malati che non credevano più alla guarigione."
Rigny-la-Nonneuse, 26 settembre 1976
L. B.

Quando si riceve un colpo su un seno o si fa una caduta, il luogo colpito è la sede di un tumore benigno o dell’accumulazione di cristalli artritici. Non è il colpo, né la caduta che ne sono la causa poiché se il soggetto non fosse tossiemico nessuna affezione si svilupperebbe. La causa è la tossiemia. Le radiografie non sono di alcuna utilità. I massaggi nemmeno.
Bisogna eliminare la causa. Le rimesse al posto delle vertebre suppongono che siano spostate, ciò che non è quasi mai il caso.

Depressione, insonnia.

A 47 anni, lei soffriva di depressione nervosa, d’insonnia e si drogava per dormire e calmarsi con tranquillanti, sonniferi, sedativi. Fece un tentativo di suicidio e fece un soggiorno in un ospedale psichiatrico.
Suo figlio la condusse da noi per fare una cura. I primi giorni lei ebbe paura di morire di fame e conseguentemente fu alimentata in attesa che prendesse fiducia vedendo gli altri pazienti digiunare. D’altronde, noi domandammo a suo figlio di soggiornare con lei per paura che avesse violente crisi di eliminazione come noi ci attendiamo. Infatti, arrestò i medicinali bruscamente da noi e si alimentò in modo igienista per 3 giorni. In seguito, digiunò 18 giorni e decise di interrompere il digiuno per rientrare.
Durante tale digiuno, si sentì a meraviglia e fece contro il nostro parere delle lunghe marce senza noie. La sua lingua era bianca come la neve e inoltre amara, ciò che denota l’estensione della sua intossicazione organica.
La crisi attesa all’inizio si dichiarò alla rottura del digiuno: nausea, incapacità di marciare, di leggere la sua posta, di scrivere checchessia, la sua vista era perturbata in modo che i suoi occhi sbirciavano, lei non vedeva che poco e da un solo occhio alla volta. Una palla la infastidiva alla gola e un nodo al petto.
A dispetto di tutti questi sintomi, il suo digiuno fu interrotto molto progressivamente con 50 g di pomodoro, tre volte il giorno: mezzogiorno, ore 15 e ore 18. Al 10° giorno, lei si alza un poco nella sua camera e parla un poco meglio, ciò che prima non poteva. Le nausee scompaiono e il suo appetito riappare. Lei riprende il suo sorriso abituale e la speranza rinasce nel suo cuore dopo 30 anni di sofferenze, di droghe e di miserie fisiche.
Se questa donna avesse digiunato senza una sorveglianza competente o avesse digiunato sotto una sorveglianza poco competente, le crisi che lei ha avuto avrebbero spaventato chiunque nel suo ambiente e si sarebbe subito chiamato un medico a consulto. Quest’ultimo, senza alcuna esperienza di digiuno, l’avrebbe rapidamente ospedalizzata con le conseguenze gravi che si conoscono. Quando le crisi prendono una piega così grave come quelle che abbiamo descritto per questa signora, occorre un sorvegliante con una lunghissima esperienza. Infatti, questa signora aveva perso parzialmente durante queste crisi la vista, la parola, la forza di tenersi in piedi. Attualmente, lei riprende a poco a poco tutte le sue facoltà.

…e io porto un sacco di cemento.

A 50 anni, egli sembrava come se ne avesse 80 con la sua barba lunga, bianco-rossa, le sue innumerevole rughe, la sua aria affaticata e il suo sguardo stanco. Le lotte lo avevano usurato prematuramente. Infatti, questo signore svizzero era un istitutore ribelle ai metodi correnti di educazione e di insegnamento. Egli abbandonò così il suo mestiere e partì per l’America a vivere di niente. Egli ritornò parecchi anni dopo a vivere in Francia in autarchia. Acquistò nel Mezzogiorno un piccolo terreno senza valore e vi costruì con le sue mani, a poco a poco, una casa per alloggiarvi la sua famiglia numerosa. Il terreno fu coltivato ed egli si nutriva dei prodotti della terra senza acquistare niente o quasi. Perfino i suoi abiti, li tesseva lui stesso. Era contrario a tutto ciò che proveniva dalla civiltà, il lusso, il modernismo… I suoi figli non andavano a scuola, ma era lui che li istruiva. Spesso riceveva visite dei rappresentanti dello Stato venuti per controllare l’andamento dell’istruzione dei piccoli. E se uno di essi si ammalava, lo Stato rischiava di sottrarli alla sua custodia a meno che egli accettasse di sottoporli ai vaccini, e ai trattamenti medici classici… In breve, egli andava avanti a forza di nervi e si usurava rapidamente. Nulla di sorprendente che avesse un’ulcera e che fosse invecchiato prima dell’età.
Io sono vecchio, diceva, adesso i miei figli daranno il cambio.
Venne, dunque, nella nostra casa e vi digiunò fino al ritorno della fame per 30 giorni. Parecchi mesi più tardi, ci scrisse questa lettera meravigliosa:
Cratoule, 2 settembre 1974
Signore,
ecco presto un anno che ho lasciato Rigny dove ho digiunato sotto la vostra sorveglianza per 30 giorni. Le uve maturano. L’autunno arriva. Ciò mi fa pensare ai giorni preparatori per il digiuno.
Dopo il mio ritorno vado bene. Le forze rivenivano molto lentamente. Io ero spesso sorpreso di non poter fare certi lavori. Tuttavia, con la primavera le forze sono ritornate e quest’estate io portavo un sacco di cemento come un giovanotto.
Da due a quattro mesi dopo il digiuno, era abbastanza difficile di non prendere delle cattive abitudini riguardo al cibo. Infatti, avevo voglia di mangiare tutto ciò che è nocivo per la salute. Adesso, va molto bene. Per rimpiazzare il pane, noi mangiamo dei cereali germogliati, grano, orzo, avena e segale…
Malgrado che abbiamo spesso delle idee contraddittorie, ho imparato molto presso di Lei e soprattutto ad avere il coraggio di digiunare se non ci si sente bene. La ringrazio di ciò….
Questa primavera, ecco ciò che è successo: il figlio di 14 anni della nostra amica che vive con noi aveva la febbre. Ha smesso di mangiare 3 giorni e stava meglio. Ma dal momento in cui ricominciava a mangiare la febbre tornava. E ciò per 10 giorni. In quel momento, ho ordinato che doveva digiunare. Il ragazzo era del tutto d’accordo. Ha digiunato dunque per 15 giorni con la febbre e 2 giorni senza febbre. I 3 o 4 ultimi giorni del suo digiuno, cominciava ad essere felice, chiedeva della carta per disegnare. Si alzava e camminava nella camera e chiedeva se si poteva dargli un lavoretto. Quando riprese il cibo, guardava i frutti e diceva spesso: Che bello, quanto è grazioso!", prima di mangiare. Io non avevo mai visto un ragazzo così felice. Ha ripreso così tutte le forze e può lavorare come prima. Ma una piccola storia è successa su quest’argomento. Infatti, quando aveva abbastanza forza, se ne andava a giocare nel giardino, ma era magro! Un giorno, la polizia arriva per dei controlli e i gendarmi hanno parlato col ragazzo. Subito, essi sono andati dal sindaco per dirgli che a Cartoule, c’era un ragazzo molto debole. Il sindaco ha inviato l’assistente sociale dall’indomani. Costui ha fatto venire subito un medico. Noi gli abbiamo detto che il ragazzo era guarito e che non avevamo bisogno di medico… Il medico diceva che il ragazzo aveva probabilmente la febbre maltese.
Due delle nostre figlie avevano anch’esse la febbre. L’una ha digiunato 10 giorni e l’altra 7 giorni. Quella che ha digiunato 10 giorni va benissimo e l’altra di quando in quando ha male alle orecchie. Può darsi che essa non sia guarita del tutto. La madre del ragazzo, di cui si parla sopra in questa lettera, ha avuto anch’essa una febbre e ha digiunato 12 giorni. All’inizio andava bene ma adesso ha male alla schiena, a volte alle braccia, alle mani e nelle gambe. Noi non abbiamo fatto analisi del sangue. Sembra che occorrerebbe un digiuno più lungo negli adulti rispetto ai ragazzi.
Ed è così che si danza…
Augurando a Lei e alla Sua casa tutto il bene, riceva, signor Mosséri, i miei migliori saluti."
S. L.

Gli adulti hanno passato più anni a intossicarsi dei ragazzi e allora hanno bisogno di un digiuno più lungo di questi. Ma i ragazzi digiunano con più facilità degli adulti poiché hanno più riserve essenziali.
Inoltre, non è normale che parecchi membri di una medesima famiglia abbiano così spesso delle febbri. Ciò proviene sicuramente dalle noci che noi consigliamo di abbandonare.
Infine, è sempre rischioso far digiunare un bambino a casa poiché si rischia che le autorità vi sottraggano la custodia. In una casa igienista il medico annesso fa evitare questa possibilità spiacevole e pericolosa. Anche il fatto di allevare un bambino con un regime semplicemente vegetariano è già valso a un padre o a una madre vegetariani di vedersi sottrarre la custodia a favore del genitore non vegetariano dal giudice. La lezione da trarne è che bisogna usare molta discrezione se non delle astuzie per evitare tali noie.

Depressione nervosa.
Sabato 20 ottobre 1976
Signor A. Mosséri
10290 Rigny-la-Nonneuse (Aube)

Caro Signor Mosséri,
"Caro Signor Mosséri, Io ho sofferto orribilmente e moralmente di depressione nervosa"" e questo da 13 anni - con alti e bassi - soggiorni in cliniche psichiatriche, seguiti da ritorni alla vita normale poi da ricadute. Insomma un vero ciclo infernale che mi sembrava non dovesse mai terminare.
" Certamente ho avuto un mucchio di noie: sono sola con un piccolo Pietro di 8 anni che è sordo, - mi sono sposata,, poi ho divorziato - sono sordastra. Alla fine, un nonnulla era per me causa di depressione.
Due anni fa, sono venuta qui per un digiuno di 23 giorni. Sono stata meravigliata dal risultato. Finalmente rivivevo!
Ma in quel periodo e, retrospettivamente, mi accorgo che non ero matura per l’igienismo. In quel periodo, pensavo che un cambiamento di vita era più importante di tutto quello che avevo appreso sull’igienismo.
Dopo quel digiuno, io lasciai la mia famiglia per andare a vivere sola in un’altra città. Pensavo di non essere mai più depressa.
E poi, ripresi a poco a poco le mie vecchie abitudini alimentari: molto tè, - caffè, - latte, - formaggio. Inoltre, io non sapevo riposarmi. Mi sono molto sovraffaticata (veglie fino a molto tardi).
Lo scorso febbraio, ho subito un intervento chirurgico all’orecchio e allora sono ricaduta nelle depressioni nervose.
Non ho allora voluto riprendere alcun tranquillante, ma ho accettato alcuni tonici
Ora sono 2 mesi che sto a Rigny e non mi riconosco! Ho digiunato 30 giorni, poi mezzo digiuno una settimana. Non è che in capo a 40 giorni - e non verso il 20° giorno come nel 1974 - che ho risentito un maggior benessere.
Ho imparato e letto molto. Ho dovuto fare talvolta grossi sforzi per accettare i principi igienisti poiché sono infermiera. Parto e vado a riscoprire la vita.
Mi dico che devo prestarmi molta attenzione dal punto di vista alimentare, soprattutto per evitare gli alimenti azotati, poi ancora dal punto di vista del riposo. sono riuscita ad imparare a riposarmi. Sono ben decisa a superare le tentazioni.
Certamente, gradirei condurre tutti quelli che amo all’igienismo… e questo attraverso il mio esempio di buona vita e di gioia di vivere."
Gisèle B., 33 anni
73470 Novaloaise-le-Lac.

Arterite.

Rigny-la-Nonneuse, il 19-11-76
(Aube)
Ho fatto una cura di digiuno dal 3 al 20 novembre e ne sono molto soddisfatta. Soffrivo enormemente alla gamba sinistra (arterite)) e adesso non mi fa più male per niente. Per di più, mi sento molto meglio, mi sembra veramente di essere ringiovanita interiormente. Ho anche imparato molto su cose di interesse vitale per la salute. E’ veramente un’esperienza molto arricchente che ho fatta qui.
Ringrazio sinceramente il signor Mosséri delle sue cure fatte con dedizione e sperimentate."
Signora N., Istitutrice onoraria
Montneyran 26120.

Il digiuno non è sempre la soluzione.

Certuni arrivano da noi molto magri e non hanno abbastanza riserve per digiunare a lungo. Un giorno o due o tre, può essere una settimana di digiuno basteranno secondo il caso. In seguito, sarà applicato un regime molto limitato per parecchie settimane. Essi perderanno ancora peso con questo regime come se digiunassero. Ma in capo ad alcune settimane, essi si stabilizzeranno. Occorreranno loro parecchi mesi per riguadagnare il peso perduto. La loro salute si ristabilirà nel medesimo tempo. Occorre una lunga esperienza per guidare questi casi poiché spesso essi sono disperati.
La maggior parte immaginano che essi possano seguire a casa propria il regime limitato. E’ un errore. Essi devono essere guidati come se digiunassero. Le loro apprensioni devono essere eliminate con chiarimenti continui che essi reclamano tutti i giorni. Occorre tutto il tempo rimetterli sulla strada igienista, poiché hanno tendenza a consumare tale o tal altro alimento "specifico", tale trattamento particolare, ecc. bisogna costantemente dissipare i loro dubbi.
E’ così che il signor Christian R. del Belgio arriva con 52 kg per 1,80 m. Il suo minimo è 42 kg. Soffre di digestioni difficili, bruciori allo stomaco, fegato congestionato, bronchite cronica, catarri, male alle gambe, edema, stomaco rivoltato, ansietà, debolezza di memoria, mente confusa, sintomo di Raynaud (dita che si intorpidiscono, allo stesso modo la fine della lingua che diventa insensibile), le unghie non crescono più da parecchi mesi, c’è sangue nelle urine, mal di schiena, cistite, mal d’orecchie, anemia, ecc.
In capo a 7 giorni di digiuno, il suo peso cade a 50 kg. Non manifesta più alcun segno di eliminazione: alito pulito, gusto pulito della bocca, urine chiare,... L’eliminazione è dunque interrotta per mancanza di riserve. Il digiuno è interrotto. Egli è deluso! Ma il digiuno non è sempre la soluzione: lo si nutre di pasti minuscoli. Gli chiediamo di attendere la fame feroce, poi gli diamo 200 g circa di frutta in miscuglio. Il pasto seguente è composto di 200 g di ortaggi metà crudi e metà cotti con insalate e patate (400 g al giorno).
In capo a 3 settimane di un tale regime, egli cade a 48,5 kg. ma non urina più sangue. La fame diventa più reale e regolare. E’ sulla strada della salute. Gli occorreranno parecchi mesi per rigenerarsi totalmente: 6 mesi forse, se non più.
Così, un lunghissimo periodo di regime limitato rimpiazza vantaggiosamente un digiuno in chi non ha riserve. Ma bisogna assolutamente che quei grandi invalidi restino a letto al di fuori di piccole passeggiate quotidiane facoltative. Essi perderanno peso esattamente come se digiunassero. Avranno anche sintomi di eliminazione. Avranno appena la forza di alzarsi dal letto, ma ciò non ha niente di inquietante in generale.
Un secondo caso arriva da noi con un peso di 43 kg. per 1,58 m. Il suo minimo è dunque a 30 kg. circa. Depressione nervosa, disturbi mentali, insonnia, … essa prende tranquillanti tutti i giorni. Le è chiesto di interromperli prima di venire, ma lei continua a prenderli. Arriva. Si interrompono i tranquillanti e le si dà un regime di preparazione che dura qualche giorno. Una violenta crisi mentale si manifesta. Le si dà una mezza compressa di tranquillante (ne prendeva 3 al giorno). Si calma, ma chiede con insistenza di digiunare. Digiuna 2 giorni, ma i sintomi di eliminazione sono troppo violenti: sintomi mentali, depressione, mal di testa, palpitazioni, ecc. Scende a 39 kg. La persuado a interrompere il digiuno e a seguire un semi-digiuno (2 piccole mele al giorno). Non prende più tranquillanti dopo la sola mezza compressa che aveva preso. Dopo una settimana, i sintomi si attenuano e lei comincia a dormire alcune ore la notte.
Al 6° giorno, era al mattino in uno stato mentale lamentevole poiché aveva sognato la sua sepoltura. Il suo cuore era sano e non c’era di che inquietarsi. Spesso, questi sogni sono premonitori poiché esprimono uno stato fisico interno reale catastrofico. Ma i casi mentali hanno un’immaginazione fertile e le angosce continue.
La prima mezza compressa è stata data dopo 3 giorni di calma relativa, dunque il 4° giorno. Tre altri giorni di calma e lei si ritrova in uno stato di ansietà e di nervosismo eccessivi. Le viene data una mezza compressa di tranquillante l’8° giorno. Sono occorse due ore perché si calmi. Lei dispera di rimettersi. Non dorme, ma è rilassata. E’ l’effetto del veleno che è uno stupefacente violento. Tutte le droghe interrompono l’eliminazione e la tensione risultante.
Il 9° giorno, lei dichiara che il suo polso affetto dall’artrosi è sbloccato.
Il 10° giorno, terza crisi nervosa, pupille dilatate, sogna la sua sepoltura, si crede perduta ma il suo polso è ben marcato e regolare. Intrattiene idee macabre quantunque non abbia mai cercato di suicidarsi.
Siccome lei è di salute delicata, e le sue riserve sono deboli e il suo polso è leggero, le sue crisi non durano che un giorno per ritornare 3 giorni più tardi. Gli altri casi che noi avevamo avuto pesavano di più e le loro crisi duravano una settimana per non tornare più. Per una statura di 1,58 m lei pesa oggi 37,5 kg. Il suo minimo è 30 kg. circa. Lei prende a mezzogiorno 200 gr. di mele e lo stesso la sera. La mattina beve molta acqua. Un giorno che essa aveva dimenticato di bere, si è scatenata una crisi.
Dodicesimo giorno: lei perde 1 kg. in 2 giorni. Regime: 400 g di mele dolci al giorno. Lei si lamenta costantemente di disturbi mentali, di una mente disturbata, di una compressione alla testa, perde la speranza totalmente e immagina che il suo stato sarà permanente. "Lei mi ha fatto molto danno, stavo bene e lei mi ha reso folle. Sono diventata uno straccio umano. Morirò ben presto. Voglio rientrare a casa mia. Non ho più speranza." Impossibile ragionare con lei a causa del suo nervosismo e del suo disordine mentale permanente. Non è più trasportabile allo stadio in cui è. Il suo ritorno a casa sarebbe catastrofico, poiché suo marito ostile e non convinto l’avrebbe ospedalizzata. Le sarebbero di nuovo stati dati i tranquillanti. Vi sarebbe restata mesi e mesi. Lei non arriva a comprendere che il suo stato rappresenta una crisi di eliminazione come è il caso in tutti i drogati che sono svezzati dalla loro droga e che queste crisi sono passeggere. Ci rese malati davanti a una tale situazione, lei che è a metà strada del suo ristabilimento. E’ un problema difficile da risolvere. Lei non coopera. E’ scontenta. Non comprende che il passaggio dallo stato cronico allo stato acuto rappresenta un miglioramento. Crede che il suo stato sia peggiorato e che lei vi passerà la vita se non morirà presto. I dispiaceri che lei mi diede provocarono in me un’indigestione e un’infiammazione alla faringe la mattina dopo al risveglio.
Tuttavia, il pomeriggio di quel medesimo giorno, lei risentì una lucidità di mente per ore e ne fu incantata. Prese coraggio. L’indomani, ricadde nel medesimo stato di mente disturbata dovuta all’eliminazione che proseguì soprattutto la notte.
Sedicesimo giorno, sabato: il peso si stabilizza a 36,5 kg. Il nervosismo scompare e lei parla normalmente. In più questo flusso di parole rapide. Ma la sua bocca è molto amara, ciò che denota un fegato intossicato che si disintossica a fondo. Le idee nere continuano ad assalirla: chiamatemi un pastore: voglio essere cremata qui, non dimenticate di mandare i miei affari a mio marito quando sarò morta, ecc. Il suo polso batte bene, il suo cuore normale, le sue forze normali, ha molta sete e beve spesso.
Il 10° (anche nel francese c’è un ritorno indietro nel progressivo dei giorni) giorno era in piena crisi mentale, il marito telefona per avere notizie. Gli chiesi di mandare qualcuno della famiglia per tenerle compagnia e sostenerla. Lei si affrettò a dire a suo marito che stava bene e che non aveva bisogno di nessuno. Il marito mi disse che ne avrebbe parlato ai figli e che mi avrebbe richiamato. Io avevo commesso là un grosso svarione poiché la sua famiglia era ostile ai metodi naturali. Avevo una reale inquietudine e temevo che adesso la famiglia venisse e la conducesse a casa, soprattutto che lei si augurasse di ritornare a casa. Passai delle notti in bianco con molto snervamento. Non potevo lasciarla partire in quello stato, tutto sarebbe stato messo sulle mie spalle. Non potevo rimandarla che all’ospedale. Cercai di convincerla che all’ospedale sarebbe stata di nuovo drogata coi tranquillanti. In breve, suo marito telefona 5 ore più tardi, lo tranquillizzai. Egli non si può spostare da così lontano. Fortunatamente! Conta di richiamare tra qualche giorno.
Dal suo arrivo, noi gli avevamo annunciato che il suo digiuno sarebbe durato da 20 a 30 giorni e la ripresa alimentare altrettanti giorni. Dunque, in tutto 2 mesi di soggiorno. Lei era indisposta inoltre dai suoi problemi materiali e si augurava che il suo soggiorno non sorpassasse alcune settimane.
Il 17° giorno lei ritrova la sua lucidità, ma si lamenta di mancare di riflessi. Lei vuole che le si chiami il medico "per ricevere il colpo di grazia", poiché lei dice di essere spacciata. Il medico viene e la trova in perfetto stato! Lei aveva un soffio al cuore all’inizio, non ce l’ha più. Ma lei si lamenta tutto il tempo di una cosa o di un’altra. La sua bocca essendo sempre amara, viene rimessa a digiuno (mattino e mezzogiorno: mezzo litro di aranciata chiara - acqua più un cucchiaio da minestra di succo d’arancia).
Io non ho più il coraggio di metterla a digiuno dall’inizio a causa delle sue crisi nervose violente.
Lei comincia a dormire naturalmente, il 23° giorno, dopo 3 giorni. Sete intensa, cistite e ovaie dolorose. Le vengono date 5 tazze d’acqua da un mezzo litro profumata da due cucchiai da minestra di succo d’arancia. 35 kg. Lei urina 1 volta al giorno soltanto, malgrado che beva 2 litri al giorno. Attendiamo il momento in cui non avrà più sete e urinerà abbondantemente. Sarà il tornante.
Il 25° giorno: cistite, dolori nella regione cardiaca e nel viso la notte (dolori nervosi), sete, amaro. E’ pessimista e non ha alcuna fiducia nei metodi naturali per operare "il miracolo" come lei non cessa di ripetere.
Il 26° giorno: la cistite scompare, i dolori cardiaci e quelli dei nervi non esistono più, la sete diminuisce come l’amaro. Dorme. Sussistono solo delle urine rare e assai poco abbondanti. Interrompiamo il digiuno progressivamente con succhi fortemente diluiti.
Il 27° giorno: lei passa una pessima notte d’angoscia e di agitazione mentale. Credeva arrivata la sua fine… Ma questa crisi nervosa è attenuata al momento della rottura del digiuno, poiché la digestione dei primi "pasti" rappresenta per il corpo una fatica considerevole. E’ normale. Tutti i digiunatori si sentono più stanchi il giorno dell’interruzione del digiuno che la vigilia quando digiunavano. Ma nei casi mentali, questa stanchezza prende delle andature drammatiche e impressionanti: disturbi mentali, delirio, allucinazioni, angosce, ecc. Ciò non ci scoraggia affatto poiché l’avevamo già incontrato in casi simili. Infine, la sera di quel medesimo giorno, lei si sentì già molto meglio di poter leggere per la prima volta dopo più di due settimane. E’ l’ottimismo.
Il semi-digiuno è interrotto progressivamente. Due settimane dopo la rottura, lei dorme meglio, ha molta fame, prende un chilo per settimana, le sue forze ritornano lentamente. Tuttavia, lei ha dei momenti di malinconia in cui desidera la morte. Lei lo ripete. Suo marito telefona, lei glielo dice e lui si spaventa. Passa la visita medica d’uscita. Ogni giorno fa una piccola passeggiata. Lavora ai ferri e fa dei ricami. In alcuni mesi, lei si normalizzerà fisicamente e mentalmente.

Riavvicinarsi a Dio.

Caro signor Mosséri,
Io non posso impedirmi di scrivervi tanto la mia gioia è grande di aver seguito il vostro consiglio e di aver cominciato a leggere la collezione della rivista La Nuova Igiene.
Molto tempo fa io mi sono convertita a Gesù Cristo e attraverso lui alla verità spirituale del Vangelo. Quale sconvolgimento, quale gioia. Ma oggi di nuovo, io mi sono convertita all’igienismo e attraverso di esso alla verità di ordine fisico e naturale. medesima gioia, medesimo sconvolgimento una volta di più.
Certamente, ciò costa qualcosa! Il vangelo mi è costato tutto. Tuttavia, è verissimo che chi perde la propria vita la ritrova, ma colui che vuole perderla la perderà. Ciò si ritrova anche nell’igienismo. Ciò mi è costato fino a (per un poco di tempo solamente) l’armonia nella famiglia... e certamente quelle care cattive abitudini…Ma ciò che si riceve in cambio è talmente superiore!
Io amo i vostri scritti e quelli del dottor Shelton, essi sono veri. Per me sono prediche che mi riavvicinano a Dio! Che fanno cadere le scaglie dai miei occhi, poiché ero infermiera, ma la vita negli ospedali mi aveva sempre profondamente ferita. Io ero perseguitata per la mia fede che io cercavo di comunicare sentendo che essa a ben superiore a tutti quei rimedi…
Spero presto di avere l’assenso di mio marito per un breve soggiorno nella vostra casa… Sono riconoscente verso Dio per questa luce e piena di gratitudine verso di voi e i vostri compagni di squadra. Che dio vi benedica! Non è una formula ma l’espressione del mio cuore.
Vogliate ricevere…
Sig.ra Faver, via Jolissaint 20,
St-Imier, Svizzera

Digiunare per rivivere.
Caro signor Mosséri,
Ecco adesso 4 mesi che ho terminato il mio digiuno di 20 giorni nel vostro centro. Io posso affermarvi che comincio a uscire dal nulla in cui ero prima. Comincio a 33 anni a palpare" il mondo, a sentirlo; il digiuno ha veramente fatto cadere alcune barriere che mi affondavano fino ad allora.
E io comprendo ancora più la responsabilità di quelli che sanno e che, come voi, conducono una lotta difficile e appassionante.
Per darVi alcune notizie di ciò che mi aveva condotto da voi (ciò che noi crediamo essere un ulcera), ho acquisito la convinzione che il mio dolore dal lato destro aveva la sua fonte nell’intestino crasso. Poiché, e io sono lontano dall’essere diventato totalmente "saggio", quando mi succede di fare qualche eccesso in protidi, ho una successione di dolori e di gas molto caratteristici. Spesso anche d’altronde prima di evacuare.
Attualmente, è ciò che io credo.
Acquisto sempre più la convinzione che voi avete ragione rigettando totalmente qualsiasi forma di protidi; è appena un mese che ne ho ripresi e non per il mio bene.
Questo primo digiuno mi ha aperto la via, e a dispetto degli eccessi nei quali io scivolo abbastanza spesso, ve ne avevo parlato d’altronde poiché io mi sapevo abbastanza debole, io so che mi occorrerà raddrizzare la barra a pena di cadere di nuovo.
Spero bene che un giorno abbastanza vicino io abbia l’occasione di condividere le vostre nuove scoperte e di digiunare ancora prima di ripartire ancora meglio in una vita attiva e serena.
Buon coraggio alla scuola della salute e della vita."
S. R.

Una cisti eliminata.

Sono venuta per una cisti ad un’ovaia della grandezza di un mandarino con sanguinamenti dalla vagina. In capo a 11 giorni di digiuno, la cisti fu ridotta alla grandezza di una noce e in capo al 19° giorno, non vi fu più niente. Ecco, ne sono molto contenta.
Signorina S. Danièle, Reims.

Pietro ha 6 anni.

Egli digiuna 12 giorni per curare dei reni malati (nefrite) che fanno albumina. Due settimane dopo la ripresa alimentare, le urine non rivelano che tracce di albumina. La sua testimonianza rappresenta un disegno simpatico di una casa, di un albero a colori con queste parole:
Grazie per il signor Mosséri di avermi guarito e grazie per il cioccolato bianco.
Pietro.

Asma.

Al mio arrivo, 8 giorni fa, io non conoscevo niente dell’igienismo e adesso sono convinta che è la sola maniera di vivere sanamente e di guarire da tutte le malattie accumulate nel corso della vita. Ne sono riconoscente al signor Mosséri poiché è grazie a lui che sto per cambiare il mio modo di vivere. Speravo poco da questo breve soggiorno. Per me, è un contatto in previsione di un digiuno in estate. Ora, io riparto con una speranza formidabile e una vitalità che non avevo arrivando. Io sono riposata poiché la vita qui è calma e ben organizzata, un ambiente gradevole, ravvivata dalla gentilezza dell’assistente molto competente del signor Mosséri.
Ho 43 anni, sono asmatica da più di 16 anni (prima gravidanza). Nel corso di tutti questi anni, ho cambiato trattamento più e più volte. Un trattamento al cortisone mi fece prendere 15 kg ciò che mi disperò. Fu anche in questione di togliermi una parte di un polmone, mio marito vi si oppose fortunatamente! All’epoca, io ero talmente scoraggiata che avrei lasciato fare!
Ritorniamo all’inizio: asma durante la mia gravidanza, terribili crisi dopo il parto (alla salita del latte) poi uno stato asmatico si insediò e in seguito il dottore diagnosticò: asma cardiaca. Risultato: attività ridotta al minimo. Per me, ciò fu la depressione.
Allora un cugino mi condusse a Parigi, al Consolato di… Un dottore curava con delle punture. Dalla 2^ ebbi un netto miglioramento. In capo ad alcuni mesi, io gli dissi il mio desiderio di avere altri figli. Rispose che nello stato attuale del mio cuore sarebbe stato pericoloso per me. Poi, un giorno egli diede il semaforo verde. La mia seconda gravidanza passò in buone condizioni, ma alla montata lattea, l’asma ritornò con tutta la sua intensità. La mia pressione si abbassò in modo pericoloso. Io non avevo più la forza di portare il mio bambino (più di 4 kg). Dal momento in cui ne ebbi la forza, ritornai a Parigi. Ma un nuovo problema sopraggiunse. Ogni volta all’epoca delle regole, un foruncolo sodo e grosso come il mignolo si formava nel posto di ciascuna puntura. Allorché ve ne furono una decina, io mi vidi nell’impossibilità di continuare il trattamento.
Allora, feci di nuovo ricorso alla medicina classica per arrivare quest’inverno a 2 o 3 supposte il giorno e una decina di vaporizzazioni di Ventolin più un’iniezione in caso di grosse crisi e di altri medicinali.
Dopo corrispondenza col signor Mosséri, ho deciso di venire 3 giorni nella sua Casa di cura a Rigny-la-Nonneuse (Aube) 10290. Ho prolungato di 8 giorni. Prima di venire qui, avevo soppresso tutti i medicinali salvo le supposte e il Ventolin. Ho seguito la settimana di preparazione (yogurt, frutta e crudezze). Ho perso 3 kg. Io sono arrivata il 5 febbraio e ho avuto una crisi la notte. Non ho potuto resistere. Ho messo una supposta. Il signor Mosséri mi dice che bisognava sopportare la prossima crisi senza sollievo con una mezza supposta. La domenica sera, ho pazientato un poco di tempo e mancando di coraggio, ho messo una mezza supposta. Fu l’ultima volta. Il lunedì nessuna crisi, il martedì verso le ore 4 una crisi cominciò e un quarto d’ora dopo terminata senza medicinali. Non più asma i giorni seguenti. Credo di sognare. Ho perso 5 kg. in corso di questi 8 giorni. Eccomi dunque liberata da 8 kg in poco tempo.
Il mio mestiere mi permette di contattare numerose persone. Ne sono felice poiché così potrò propagare tutti i benefici dell’igienismo.
Grazie signor Mosséri e a presto, io spero, con altri adepti."
Rigny-la-Nonneuse 10290 (Aube), il 13-2-.77
Signora Cl. Th.

Santuario della salute.

Vicino alla porta d’entrata, voi avete annotato questa iscrizione, in lettere blu, su una pietra graziosa. In realtà, voi state per essere presi per il silenzio, la pace che regnano in questa casa. Il signor Mosséri, la sua infermiera vi introducono. E’ un vero santuario: deve essere facile per chi lo vede, di entrare in comunione con Dio, coi suoi fratelli, e vi si gusta un benefico riposo.
Il silenzio è tale che voi credete solo nella casa. Eppure, lei è occupata da una decina di pazienti che si ritrovano ogni sera per la chiacchierata del signor Mosséri.
Venuti da tutti gli angoli della Francia e dall’estero, senza essersi mai incontrati, fanno molto presto conoscenza. Dei legami si creano, un’amicizia sincera e profonda, una vera fraternità si creano qui come in nessuna parte altrove. E’ confortante e ciò aiuta a sopportare il digiuno.
Vengo dunque dal passare 32 giorni alla casa di cura del signor Mosséri a Rigny-la-Nonneuse 10290 nell’Aube presso Marcilly-le-Hayer e Romilly-sur-Seine. Dunque, 19 giorni di digiuno completo all’acqua e 6 di semi-digiuno. A 70 anni! Mi accompagna mia sorella, più giovane di me di due anni. Ecco in quali circostanze:
Io sono attualmente curato del settore rurale di Heiltz-le- Maurupt, regione di Vitry-le-François. Ho la responsabilità di 6 villaggi!
Da numerosi anni, io mi trascinavo in uno stato di salute scadente. Eppure ero saggio nella mia alimentazione e nel mio modo di vivere. Mangiavo pochissima carne. avevo quasi soppresso il pane. Mangiavo ortaggi del mio orto. Avevo delle nozioni di naturismo, alimenti più sani degli altri… Ma tutto ciò non bastava.
Una signora, un giorno, è venuta a trovarci con suo marito a proposito di cultura biologica: Signora L. di Revigny-sur-Ornain. Lei ci ha raccontato la sua storia:
Aveva un fibroma all’utero: emorragie continue, ospedale, trasfusioni sanguigne. Si sentiva partire. Si voleva operarla. Rifiutò, ma si fece portare dal signor Mosséri che era a 130 km da casa sua. Digiunò un mese. Il fibroma scomparve. Uscì dalla Casa di cura totalmente trasformata, ringiovanita.
La relazione del suo caso particolare ci ha fatto riflettere. Abbiamo preso contatto col signor Mosséri; abbiamo acquistato le sue opere, le abbiamo studiate accuratamente. Dopo di ciò, dopo 3 mesi di riflessione, abbiamo fissato una data per una cura di digiuno di 4 settimane. Mia sorella e io, ci sentiamo trasformate. Cominciamo a rialimentarci a poco a poco. In una quindicina di giorni, riprendiamo le nostre attività con un vigore rinnovato e la soppressione di tutti i malesseri: stanchezza continua, oppressione, disturbi digestivi, dolori intestinali, vertigini. Mia sorella di 68 anni si sente sorprendentemente ringiovanita. La nostra vita è stata trasformata, e noi continueremo d’ora in avanti a osservare i precetti di saggezza, di buon senso, di alimentazione che abbiamo acquisito qui con la pratica quotidiana. Ci rammarichiamo solamente di non aver conosciuto 35 anni prima la Casa di Cura del signor Mosséri, questo Santuario della salute".
E’ talmente semplice ritrovare la salute venendo dal signor Mosséri."
Curato G. B. Sernaize-les-Bains.
P. S.: 35 anni fa, la casa di cura di Rigny-la-Nonneuse non esisteva poiché io non avevo che 17 anni! A. M.

Calcoli.

Sono arrivata dal signor Mosséri in piena depressione nervosa relativa ad uno choc operatorio intervenuto 15 giorni prima. Avendo sofferto molto fisicamente (da qui resistenza nervosa diminuita) e avendo dovuto ingurgitare morfina, sonniferi, calmanti, e medicinali di qualsiasi specie. Sono sopraggiunte crisi di lacrime e bulimie. Dal mio 1° giorno di digiuno niente più lacrime, né stato ansioso, ma piuttosto una sensazione di espansione, di benessere che va accentuandosi di giorno in giorno.
Durante gli 8 giorni di digiuno, io non ho provato alcuna stanchezza reale, ma una perfetta espansione di tutto il mio essere. Sentivo rivivere il mio corpo" dall’interno, io direi quasi "cellula per cellula".
Alcune crisi di eliminazione che io ho sofferto e osservato sono le seguenti: mal di gola leggero, ronzii d’orecchio subito scomparsi in capo a qualche giorno, una piccola tosse al risveglio, urina scura all’inizio come pure le feci dei primi 3 giorni scolorite, leggera emicrania passeggera, bocca pastosa, lingua molto carica, gengive ricoperte da una pellicola bianca sempre più spessa, alcuni gas e qualche foruncolo che segnalano l’uscita dei medicinali. Tutti questi sintomi risultanti da malattie anteriori (adenite, otite, intestini sofferenti di colite, itterizia, bronchite,…). La sera del 7° giorno, avendo avuto male per 2 giorni ai reni ai reni (molto leggermente) ebbi lo stupore di vedere ciò che avevo appena eliminato nelle mie urine: circa 2 cucchiai da minestra di sabbia e di fango di color grigiastro!
Avendo sofferto di 3 crisi nefritiche, io riconosco perfettamente questo fango! Lì, senza sofferenza, in 7 giorni di digiuno, ho eliminato tutto questo fango! Se io non fossi venuta, mi preparavo una bella crisi nelle settimane che stavano per venire!
Un altro beneficio: una pelle luminosa, più chiara, più unificata (posso affermarlo essendo estetista), leggero miglioramento dell’attività visiva, le idee più chiare, una sensazione di profondo benessere.
Grazie signor Mosséri di tutti i benefici che sono dovuti alla vostra grande competenza e quanto a me, io seguirò d’ora in avanti i vostri consigli igienisti alimentari con cura di digiuno annuale.
Rigny-la-Nonneuse, 10290 (Aube) il 23-2-77
P.S.: Ho perso in 7 giorni 6 kg.
Signora B. di Parigi.


 

CAPITOLO 35 - CORRISPONDENZA CON H. M. SHELTON

(grande igienista e scienziato americano).

Questa corrispondenza è cominciata verso l’anno 1950, ma con gli sconvolgimenti che hanno scosso l’Egitto, in cui io dimoravo allora, la prima decade di questo scambio fu perduta per sempre. Quello che si leggerà concerne le annate dal 1960 al 1970.
Discepolo di questo scienziato americano, era naturale che io mi indirizzassi a lui per qualsiasi faccenda dottrinale e per qualsiasi caso che presentasse una qualunque difficoltà. Si vedrà che le risposte di Shelton sono brevi e precise.

Il 30 settembre 1963
Signor A. Mosséri
Francia
Caro signor Mosséri,
Grazie per la vostra lettera e ordine di libri. Noi abbiamo spedito il volume III. L’operazione per i testicoli discesi non è soddisfacente e non può portare a niente di buono.
D’altra parte, io non vorrei implicare il collegio igienista nelle manovre di borsa.
Con i miei migliori auguri, io rimango

Shelton ha ottenuto, 25 anni fa, l’autorizzazione dello Stato del Texas a fondare una facoltà igienista e di rilasciare il diploma di dottore in igienismo che sarebbe riconosciuto in Texas e in altri stati d’America. Ma per realizzare un tale progetto, occorrono dei capitali colossali e Shelton ha sempre rifiutato di cominciare a poco a poco. Fu allora che io gli suggerii di lanciare una sottoscrizione e di fondare una società anonima le cui azioni sarebbero acquistate e vendute in borsa dagli adepti, ma egli rifiutò, come si vede. Non ci sono pertanto altre soluzioni, se non di cominciare in piccolo come ha fatto Thomson parecchio tempo fa, fino alla sua morte. Egli teneva dei corsi a tempo pieno che duravano cinque anni, riservati ai diplomati, il che occupava tutto il loro tempo: questi corsi erano seguiti da un lungo stage. In questo periodo, non si possono seguire che dei corsi per corrispondenza il cui livello necessariamente non può essere spinto e che sono destinati a tutto il pubblico. Per l’America c’è il dottor Lewinson, Casilla H, Loja; Ecuador. Per la Francia A. Passbecq, 388 bd Joseph- Ricord, 06140 Vence, anche Nature et Vie, 123, Rue du Village, Kervenanec, Lorient 56100. Questi corsi devono essere seguiti da uno stage di almeno tre mesi in una casa igienista. (Migliore dei corsi, è lo studio di una collezione intera della rivista La Nouvelle Hygiène, 21, rue de Seine, Paris 6°.)

Caro Dr. Shelton,
Mi piacerebbe sottoporvi il caso di questo digiunatore che mi fa dubitare di uno o due principi igienisti importanti.
Si tratta di D. M. che digiunò 24 giorni per disturbi digestivi. Età: la trentina, peso medio. Fui costretto a interrompere il suo digiuno, poiché egli non era più capace di bere acqua senza vomitarla immediatamente. Inoltre, il suo peso cadde a 40 chili per 1,72 m. Sputava e tossiva senza pausa dall’inizio del digiuno e di più ancora verso la fine del digiuno. Dolori al petto provenienti da una vecchia bronchite. Il digiuno fu dunque interrotto, ma tutto ciò che gli si dava non passava, mentre l’eliminazione era al culmine. Sputi, dolori al petto, ecc.
In tre settimane egli prese 2 chili che perse bruscamente la quarta settimana della ripresa nella misura di mezzo chilo al giorno. Il suo peso raggiunse così 36 kg. Mi parve evidente che se la perdita di peso fosse continuata, egli non sarebbe sopravvissuto.
Fu allora che lo mandai all’ospedale. Di tutti i medicamenti che gli si davano (sonniferi, antibiotici, perfusioni) egli gettò tutto quello che poteva nella pattumiera, cioè i sonniferi, ma non poteva rifiutare gli antibiotici (punture), né le perfusioni intravenose.
Adesso, ha cessato di sputare e ha ripreso sei chili in sei settimane.
Ora, io rifletto sul tema di due cose:
1) Io ho interrotto il digiuno prima del ritorno della fame, poiché le sue riserve mi sembravano esaurite, a giudicare dal suo stato generale. Il meccanismo del ritorno della fame semplicemente non ha funzionato in questo caso. Questo meccanismo è guasto in certi casi?
2) Ho pensato, inoltre, che se l’eliminazione poteva essere interrotta, la sua vita poteva essere salvata. Ora, gli antibiotici hanno arrestato l’eliminazione (sputi, tosse). Gli antibiotici gli hanno salvato la vita?
3) Qual è il valore delle perfusioni intravenose?
Volume 6:
Appena l’edizione francese del vostro volume 1 sarà pubblicata, ho l’intenzione di tradurre il vostro volume 6. Avete l’intenzione di pubblicarne un’edizione nuova e rivista? Io ho la vostra vecchia edizione.
Sinceramente vostro.
A.M.

Caro signor Mosséri,
Risponderò anzitutto alle vostre domande. La fame spesso non sopraggiunge nei soggetti nervosi o mentali. E nei casi fatali, essa non si manifesta quasi mai: malati cardiaci avanzati, tubercolosi avanzata, cancro, nefrite, ecc.
La difesa delle perfusioni non sta in piedi. Infatti, il glucosio preso per via intravenosa danneggia i reni e gli aminoacidi provocano l’anafilassi. Il corpo non sembra capace di assimilarli. E per il caso in questione, l’assunzione di peso non significa necessariamente più tessuti. Un esempio familiare, è quello che prende peso mangiando sale e bevendo acqua.
Adesso, ecco alcuni commenti riguardo al vostro caso. Spesso quando si prosegue il digiuno 2, 3, o 4 giorni si supera la linea dello scacco verso il successo totale. Al momento in cui gli avete interrotto il digiuno, egli non perdeva probabilmente che 150 grammi circa il giorno. Avrebbe dunque potuto continuare a digiunare ancora parecchi giorni senza problemi. Interrompere l’eliminazione, ecco quello che non occorreva fare. Vomitare l’acqua, non è in sé una ragione per arrestare il digiuno. Quando un digiunatore vomita l’acqua, è generalmente possibile dargli acqua tiepida e a piccoli sorsi senza che egli la vomiti.
Voi avevate forse ragione a interrompere il digiuno, ma al vostro posto io non l’avrei interrotto.
La revisione della nuova edizione del volume 6 non porterà cambiamenti di struttura essenziali e non comporterà che numerose aggiunte. Voi potete tradurre la vecchia edizione.
Con i miei migliori auguri,
io resto sinceramente,
Herbert M. Shelton.

Una quindicina di anni sono passati dopo questo caso e la conclusione che abbiamo tratto è che bisognava procedere a una rottura del digiuno con l’ingestione di brodi caldi per parecchi giorni consecutivi. Attualmente, questo signore dirige una casa di digiuno e tutta un’organizzazione igienista in pieno sviluppo con rivista e pubblicazioni in appoggio.
La risposta di Shelton non ci aveva completamente soddisfatti e noi gli rispondemmo in questi termini.

Caro Signor Shelton,
Grazie per la vostra lettera, ma scusatemi se insisto ancora su quel caso strano. E’ troppo importante che io abbia la vostra opinione, poiché ciò sembra un’eccezione al principio importante secondo il quale "I medicinali non sono mai necessari".
Dunque, qualche tempo dopo aver interrotto il digiuno, egli cominciò a perdere peso nella misura di mezzo chilo il giorno, per raggiungere un pericoloso livello di emaciazione che è la metà del suo peso precedente: da 80 a 40 chili per 1,72 m.
L’eliminazione proseguiva a tutta velocità (sputi). Fu allora che io lo mandai all’ospedale. Ora la penicillina ha interrotto questa eliminazione quasi istantaneamente e con le perfusioni intravenose egli riprese parecchi chili. La sua cera e i suoi occhi incavati, vuoti, era quella di un moribondo, mentre adesso egli sta bene e sorride.
1) Ne ho concluso che questa eliminazione a fondo l’avrebbe ucciso esaurendo le sue riserve.
2) Che la penicillina salvò la sua vita interrompendo questa eliminazione.
3) Esattamente come in certi casi il ritorno della fame manca per le medesime ragioni l’eliminazione non avrebbe rallentato fino all’esaurimento delle riserve e alla morte del malato. In certi casi, un mezzo o l’altro sarebbe giustificato (penicillina o altro) per arrestare l’eliminazione.
4) Tutto ciò è concepibile come eccezione nel caso che noi discutiamo, visto che il suo peso era precipitato da 80 a 40 chili per 1,72 m nello spazio di un anno.
5) Lei dice che in certi casi la fame non ritorna, ora quando questo meccanismo è guasto (ritorno della fame), il senso somatico deve essere a un livello molto basso. In questi casi speciali, bisognerebbe trovare un mezzo per interrompere l’eliminazione, altrimenti il paziente muore.
Il problema è chiaro e io sarei felice che gli portasse tutta la Sua attenzione.
Voglia gradire, caro dottore...

Non avendo mai incontrato un caso simile da 15 anni, io adesso penso che egli non fosse in pericolo di morte e che l’eliminazione poteva proseguire ancora alcuni giorni. Tuttavia, il margine di manovra era stretto.
Ecco la risposta dello scienziato:

Caro signor Mosséri,
Lei ha ragione a mettere in dubbio certe conclusioni e perfino a rivederle secondo nuovi dati, ma bisogna in quel momento prendere in considerazione tutti i dati del problema e non una parte soltanto di essi.
Lei mi presenta due gruppi di fatti: anzitutto, il malato dopo aver mangiato alcuni giorni, ha una crisi ed elimina molto, ciò che gli fa perdere peso. In seguito, lo invia all’ospedale in cui è trattato con la penicillina e alimentato con perfusioni.
Infine, Lei ignora la crisi e il suo carattere salvifico, conclude che la penicillina e le perfusioni gli hanno salvato la vita. Io penso piuttosto che è l’eliminazione che gli ha salvato la vita.
Io non ho mai visto l’eliminazione fare del male a qualcuno. Al contrario, è un fatto che tutte le crisi sono limitate nella loro forza e nella loro durata. Mi sembra probabile che Lei ha inviato quell’uomo all’ospedale giusto nel momento in cui la crisi terminava. (Le crisi terminano gradualmente o improvvisamente).
Se le Sue conclusioni fossero corrette, allora tutto l’igienismo in principio e in pratica crollerebbe. Se la penicillina può salvare la vita fermando un processo rimediante e se questo processo è veramente assassino, allora, noi dovremmo lasciare il campo libero ai fornitori della medicina.
Infine, Lei non ha alcuna prova che il paziente fosse in uno di questi stati patologici irreversibili al suo ultimo stadio in cui la fame non torna poiché la digestione non è più possibile, o che fosse in uno stato neurofisico che gli impediva di riconoscere la fame. La Sua descrizione indica che la fame non è ritornata perché il processo di eliminazione era vigoroso.
Io trovo difficile credere che possa esistere uno stato di saturazione tossiemica tale che sia desiderabile arrestare il processo di eliminazione e di espulsione. L’avvenire stesso del paziente richiede l’espulsione delle tossine. La Sua supposizione che il senso somatico è debole e che l’espulsione e l’eliminazione si svolge ciecamente è una nuova scappatoia contro la vita. Ora io non conosco un solo fatto che possa corroborarlo.
Con tutto il mio rispetto, io suggerirei di ripensare a questo caso da cima a fondo. Scruti minuziosamente tutti i fatti e veda se non ha omesso nulla nel Suo ragionamento.
Con i miei migliori auguri per il nuovo anno, resto,

Lì si era arrestata questa corrispondenza su quest’unico caso. E’ evidente che se il paziente non era morto, è perché egli aveva ancora delle riserve che lo sostentavano, (poiché egli non mangiava quasi nulla di ciò che gli si dava) e non le perfusioni che non possono nutrire alcuno. Solo lo stomaco può preparare le materie nutritive e non si può digerire al di fuori di esso per iniettarli in seguito.

Caro Signor Mosséri,
Voi avete ragione sull’argomento dell’effetto delle purghe e anche dei lassativi leggeri che scompigliano la digestione.
Durante il digiuno, non c’è digestione, è evidente, ma io sono sempre stato contrario a questa forma di medicazione, anche durante un digiuno.
Con i miei migliori auguri, resto

Caro signor Mossèri,
La Rivista Igienista del mese di agosto 1964 avrà completato il suo 25° anno. Ho l’intenzione di farne un numero speciale di anniversario e apprezzerei da parte Sua una breve lettera di circostanza.
Niente mi incalza, ma sarei lieto di averla prima del 15 giugno.
Con i miei migliori auguri, io resto,

Caro Dottor Shelton,
Lei mi ha suggerito di rivedere i fatti sull’argomento del mio digiunatore. Ora io ho avuto una vecchia signora che è morta di cancro allo stomaco e degli intestini poco dopo il suo digiuno. Io sono pienamente convinto che il digiuno abbia affrettato la sua morte scatenando un’eliminazione che il corpo non poteva terminare. Se l’eliminazione non fosse stata scatenata, lei sarebbe vissuta più a lungo.
Nel Suo libro Il digiuno, Lei ha citato Hereward Carrington che diceva che c’è come una corsa tra le riserve e la tossiemia. Forse ha ragione in certi casi speciali?
In ciò che concerne il caso precedente, il suo peso cadde da 80 a 40 chili per 1,72 m nell’intervallo di un anno, compreso il periodo del digiuno di 24 giorni. Alla fine di tale digiuno, egli aveva dei disturbi nervosi, una respirazione difficile, un polso a 120, un cattivo stato generale e una forte eliminazione che proseguiva.
Io non ho esperienza sull’argomento del peso minimo necessario per vivere. Ho pensato, a priori, che quel digiunatore non sarebbe vissuto al disotto dei 32 chili e temevo che il suo peso raggiungesse questo limite. Non aveva alcuno stato patologico avanzato, ma la sua digestione era nulla.
All’ospedale, sono occorse tre settimane affinché l’eliminazione rallentasse. Siccome egli perdeva una libbra la settimana precedente la sua ammissione all’ospedale, suppongo che il suo peso sarebbe disceso ancora più basso, verso i 30 chili, se avesse continuato da me.
Se quel digiunatore poteva vivere con 30 chili, allora le mie conclusioni che la penicillina gli ha salvato la vita sono false. E’ la sola uscita. Ha mai scritto uno studio sul peso minimo?

Il Suo volume 3 sul digiuno:
Nella Sua ultima edizione revisionata, un paragrafo rimane tale e quale sull’argomento del maggiore Austin sulle purghe e i clisteri. Mi sembra che nei Suoi commenti l’argomento principale manchi. Infatti, Lei non ha detto che il maggiore Austin si era sentito meglio con la purga poiché essa aveva ritardato la sua eliminazione più del clistere. M’inganno?
Ma io deploro anche la vostra frase: "Se noi supponiamo che si possa aver bisogno di una purga o di un clistere prima di un digiuno, la purga sarebbe preferibile, ma io non raccomando né purga, né clistere." - Il clistere non è meno snervante della purga?

Oggi, mi pare evidente, dopo 30 anni di esperienza, che l’eliminazione nel caso che noi studiamo non doveva essere arrestata e che essa non avrebbe fatto del male al digiunatore. Infatti, io ho spinto talvolta il digiuno al disotto del peso che io considero come limite, senza alcun pericolo.
D’altra parte, Shelton aveva citato il maggiore Austin che aveva tentato di digiunare senza purga, poi con purga. Senza purga, egli soffriva di mal di testa durante il digiuno e con purga, nessun mal di testa. Rifece l’esperienza 2 volte con i medesimi risultati.

Caro signor Mosséri,
Sono d’accordo con Lei che in certi tipi di cancro il digiuno può affrettare la morte, ma non perché esso aumenta l’eliminazione. L’ho notato, infatti, nei cancri del pancreas e del fegato. Sembra che vi sia cedimento delle piccole funzioni nutritive che sussistono ancora in questi organi.
Lei ha mal interpretato l’idea di Carrington. La spesa consuma le riserve e la tossiemia di cui egli parla, non ha niente a che fare con l’idea che gli scarti sono eliminati così in fretta che il processo esaurisce le riserve, ma con l’idea che i rifiuti accumulati sono così vasti e le riserve così piccole che queste non basteranno per l’eliminazione totale dei rifiuti. In questi casi, la fame riviene prima della pulizia della lingua. Io non ho mai visto la funzione della digestione e quella dell’assimilazione fare difetto in un caso come questo, come voi suggerite.
Io vedo delle persone che vanno in giro e che sono molto attive con un peso molto sotto al peso minimo teorico per vivere. Ho visto anche dei digiunatori scendere al disotto di questo peso minimo teorico. Dewey aveva sottolineato che non c’è pericolo di morte per inanizione prima di raggiungere lo stato di scheletro.
D’altronde, non c’è dubbio, come voi suggerite, che le purghe inibiscano l’eliminazione più dei clisteri. Ma io non credo che la differenza sia abbastanza grande da giustificare le diverse sensazioni di benessere provate da Austin. Il fatto è che non ci sono due digiuni, anche nello stesso individuo, che siano identici. D’altra parte io ho suggerito che bisognava ripetere l’esperimento su alcuni dei casi prima di trarne una conclusione sicura. Degli esperimenti su una sola persona non possono essere sufficienti.
Infine, io avevo detto che la purga sarebbe preferibile al clistere (nel caso in cui se ne ravvisi la necessità) poiché essa pulisce tutto il tubo digestivo, mentre il clistere non tocca che il colon.
Con i miei migliori auguri, resto

Certi casi troppo gravi sono uccisi dal digiuno "lungo" o altro. Io ho sempre incriminato un’eliminazione troppo forte. Bisogna senza dubbio incriminare anche l’assenza delle riserve "essenziali".

Caro signor Mosséri.
Un male di denti significa un’infiammazione, forse un ascesso. Ora l’infiammazione è costruttiva, ma non riesce sempre.
Un mal di denti durante il digiuno significa la stessa cosa, ma riuscirebbe di più. Non occorre per questo interrompere il digiuno. Un foruncolo sulla gengiva spesso si sviluppa per drenare un ascesso. Poi, c’è la cicatrizzazione ed è tutto.
Con i miei migliori auguri, resto

Caro signor Mosséri,
Io non posso! Infatti, non ho alcuna esperienza con le protesi di seni e di nasi tali e quali me li descrivete. Non posso dunque dire in anticipo quali sarebbero gli effetti del digiuno in casi del genere.
Tuttavia, penso che a priori, dovrebbe avervi un certo effetto.

Nota: Una signora aveva dei seni che aveva riempito con un’iniezione con una materia plastica per gonfiarli e dar loro un aspetto migliore. Questa signora mi aveva domandato se il digiuno avrebbe un qualsiasi effetto sui suoi seni. Subito io avevo scritto a Shelton per avere il suo parere, come si è appena letto. Si noteranno le quattro parole che seguono la sua firma. E’ sicuramente il suo avvocato che gli aveva consigliato di non firmare le sue lettere per evitare di avere noie col corpo medico. Infatti, degli spioni gli avevano chiesto se poteva guarire il diabete, rispose per lettera che il diabete poteva in principio essere rimediato con un digiuno ma, ahimè, era un tranello. Gli s’intentò un processo per pratica illegale della medicina e per aver emesso una prognosi medica per iscritto. Voi praticate la medicina, lo si era accusato, mentre non avete che il diritto di praticare l’igienismo. Molto furbo! Infatti, Shelton ha il permesso di praticare l’igienismo e non la medicina. Ma con l’aiuto di un buon avvocato, egli non ebbe difficoltà a ottenere un proscioglimento in tribunale. (Il dottor Shelton non era un medico).
Una delle mie pazienti soffriva di paralisi agli arti inferiori. Aveva meno di trent’anni. Siccome era piuttosto invalida, io non potevo accettarla. Lei scrisse una lettera a Shelton che le rispose come segue. Stando alle ultime notizie, lei morì uno o due anni dopo.

Cara signora E.,
Ho letto il vostro racconto dettagliato nella sua recente lettera e devo dire che è stata punita per la sua ghiottoneria. Sembra anche che Lei abbia tentato tutti i trattamenti e tutti i medici e assai poco di ciò che avete fatto è costruttivo nel Suo caso. Al contrario, tutto ciò che Lei ha fatto deve aver contribuito all’aggravamento del Suo stato. Per quanto posso giudicare da ciò che mi dice sulla Sua malattia, essa è molto avanzata e noi non possiamo promettere molto che possa giustificare il Suo viaggio in America con tutte le spese che ne deriveranno. Le occorrerà, infatti, uno o due anni per ottenere un piccolo miglioramento, quello di cui il Suo organismo sarebbe capace. E’ per questa ragione che io non posso raccomandarLe di venire al fine di curarSi.
Le sembrerà che noi Le chiudiamo la porta, ma in tutta coscienza, non possiamo incoraggiarLa a venire quando non possiamo prometterLe che così poco.
Con i miei migliori auguri,

E’ sicuro che le possibilità per questa ragazza sono minime, ma nessuno conosce il segreto di Dio. Infatti, noi non sappiamo in anticipo ciò di cui la natura è capace in questo o in quel caso disperato, soprattutto che in certi casi disperati molto rari (paralisi totale), il ristabilimento è sopraggiunto con sorpresa di tutti. In principio, quindi bisogna provare una cura di digiuno, anche se non si è mai certi del risultato finale.
Al momento, abbiamo appena avuto il nostro primo caso di tappo incollato che ebbe una crisi violenta in capo a trentadue giorni di digiuno. Abbiamo avuto sette o otto casi simili che abbiamo descritto in quest’opera. Dal primo caso, noi scrivemmo a Shelton. Come si vedrà, egli non ha mai incontrato una crisi di questo genere e la sua prima risposta era a lato del problema reale. Io avevo pensato che fossero delle emorroidi. I sintomi somigliavano piuttosto a un’enterite o a una colite. Ahimè, no! Non era che un tappo incollato.

Caro signor Mosséri,
Le crisi che seguono un digiuno lungo sono dovute a qualche difetto nell’interruzione del digiuno, se non a comportamenti segreti da parte dei digiunatori stessi. A vostra insaputa, essi possono prendere tale o tale alimento, tale vitamina, tale concentrato, ecc. Essi sono anche troppo attivi prematuramente. Essi hanno letto da qualche parte che questo o quell’alimento o tale prodotto è utile e lo prendono senza dirvi nulla. Se potete sapere la verità (e a volte il loro vicino di camera ve lo dirà), vedrete che il male proviene dal non aver seguito le vostre istruzioni nell’interruzione del digiuno.
Sull’argomento del dottor Cursio, è più di un anno che egli è stato inquietato... Secondo la mia opinione, ciò è a suo favore. La loro lentezza indica che essi considerano questo caso come poco grave. Infatti, penso che la sua esitazione indichi che egli teme che il verdetto non sia in favore del dottor Cursio. Può darsi anche che egli preferisca che questo caso sia deliberato dopo il suo ritiro in pensione.

Nota: Un adepto aveva intrapreso un digiuno presso il proprio domicilio per un’affezione del sangue che aveva contratto nell’esercito in seguito a una serie di vaccinazioni. In capo a due o tre settimane di digiuno, si rivolse al dottor Cursio che venne a rendergli visita con un altro dottore igienista, il dottor Epstein, salvo errore. Essi gli consigliarono di interrompere il digiuno subito e gli portarono alcuni frutti. Ma il padre del digiunatore, che era ostile al digiuno, lo fece ricoverare in ospedale dove morì. La morte fu attribuita al digiuno e non ai trattamenti medici in ospedale. Essi ottennero dal dottor Epstein una promessa di abbandonare totalmente la pratica dell’igienismo, con una messa alla prova di cinque anni. Quanto al dotto Cursio, lo lasciarono in libertà provvisoria. E come si vede nella lettera precedente del dottor Shelton, tutte le supposizioni ottimiste furono fatte. Ahimè, si vuole scoraggiare i pratici igienisti dal proseguire le loro attività antimediche.

Caro signor Mosséri,
L’assenza di mestruazioni può avere due ragioni. Anzitutto, un’eccellente salute in cui l’ovulazione continua regolarmente senza perdita di sangue.
Poi, la malattia o la malnutrizione tali da sospendere l’ovulazione.
Le femmine cessano di avere le loro regole dopo un cambiamento di regime, ma questo non è che temporaneo e non porta alla sterilità.
L’aumento di peso con l’insulina sembra essere una ritenzione d’acqua, poiché l’insulina accresce l’ossidazione. Tali aumenti sarebbero permanenti solo se l’uso dell’insulina fosse continuo.
Il pane contiene altre sostanze oltre all’amido. Quando un paziente mangia notevoli quantità di pane, ciò fa molto più che alcuni datteri. Il dottor Thomson non ha tenuto conto dell’effetto di inibizione dello zucchero sulla secrezione sulla saliva. E’ probabile che se l’amido fosse mangiato per primo e ben masticato e insalivato, e poi si mangiassero i datteri, la digestione sarebbe meno difficile. Ma anche in questi casi, i datteri sarebbero trattenuti troppo tempo nello stomaco.
Con i miei migliori auguri, rimango

Nota: Gli animali selvaggi in natura non hanno le regole. Dal momento in cui li si addomestica, cominciano ad averne.
Prendere insulina per ingrossare può dunque essere un inganno.
Sull’argomento della combinazione pane/zucchero, Thomson aveva scritto che egli vedeva perché bisognava dissociarli, poiché essi sono entrambi degli idrati di carbonio, il pane che diviene zucchero con l’azione della ptialina.
E’ dunque evidente che lo zucchero inibisce l’azione della ptialina e che si avrebbe beneficio a prendere i datteri dopo le patate, per esempio. Ma questa faccenda è stata trattata con più dettagli in altre mie opere.

Caro dottor Shelton,
Vi prego di dirmi qual è la vostra esperienza nei due casi seguenti:
1) Chi ha ricevuto del cortisone e medicinali simili può digiunare senza pericolo? Può morire digiunando?
Egli può fare un digiuno breve senza pericolo? Suppongo che egli debba prima sopprimere i medicinali per un certo tempo prima di intraprendere il digiuno. Quale sarebbe questo periodo preliminare ?
Col cortisone, alcune persone s’ingrassano molto. Come possono digiunare mentre gli effetti dei medicinali (obesità) sono ancora lì? Si deve attendere che tali effetti siano eliminati col tempo?
In breve, come curare tali malati? Parlo di chi ha preso il cortisone, ACTH, indocid, butazolidina, ormoni, ecc.
2) Voi avete scritto che il digiuno normalizza la bile in modo che i calcoli biliari sono disciolti. Suppongo che ciò non succeda dopo i sessantacinque anni e quando la vitalità è debole. E a settant’anni con una forte vitalità, si possono sperare dei buoni risultati?
Ringraziandovi in anticipo,
sinceramente vostro in favore dell’igiene naturale.
A. M.

P. S. : Accettate la nutrizione a sequenza? Esempio, consumare datteri quindici minuti dopo un pasto amidaceo. In questo caso, i datteri soggiornerebbero poco nello stomaco.

Caro signor Mosséri,
ho preso numerosi pazienti che avevano assunto l’ACTH e il cortisone il giorno prima della loro ammissione. I medicinali furono interrotti bruscamente e cominciarono il digiuno subito. Nessuno è morto o ha manifestato segni di pericolo. Solo, ho notato che questi malati si rimettevano più lentamente di quelli che non hanno preso questi medicinali.
D’altra parte, io non ho notato che l’età è un fattore importante nello scioglimento dei calcoli biliari. La grandezza del calcolo e lo stato generale del soggetto sono probabilmente più importanti della sua età.
L’alimentazione a sequenze può darsi non sia completamente falsa. Tuttavia, io diffido e dubito del valore delle tappe alimentari. Penso che sia meglio mangiare tutto il pasto in una sola volta, piuttosto che complicare il processo digestivo prendendo prima alcuni alimenti, poi altri qualche tempo dopo. Esperimenti recentemente effettuati nel dipartimento di fisiologia dall’una o dall’altra delle nostre facoltà mediche hanno rivelato che gli alimenti assunti anche in piccole quantità durante la digestione la ostacolavano.
Con i migliori auguri, resto
vostro per una salute vigorosa.
Herbert M. Shelton
(dettato ma non firmato).

Nota: è evidente che se si mangia una cosa qualsiasi durante la digestione, questa è ostacolata considerevolmente. Il piloro avrebbe tendenza ad aprirsi per lasciar passare il bolo non digerito e fare posto ai nuovi alimenti appena assunti. Inoltre, lo stomaco non può iniziare una nuova digestione mentre la precedente non è ancora terminata. Come può armonizzare una serie di processi digestivi che dipendono gli uni dagli altri con una nuova serie che non coinciderà nel tempo? Dunque, non mangiare alcunché tra i pasti. Tuttavia, bisogna rispettare un certo ordine nello stesso pasto per i diversi alimenti che lo compongono.

Caro Signor Mosséri,
Tutti i segni di pericolo durante il digiuno sono discussi nel mio libro che tratta del digiuno. Essi sono rari, ma bisogna conoscerli. Io non vedo come voi non li abbiate notati nella lettura del mio volume.
Con i miei migliori auguri, io resto,
vostro per una salute vigorosa.
Herbert M. Shelton
(dettato ma non firmato).

Nota: il malinteso deriva da ciò che Shelton chiama questi sintomi nel suo libro: "sintomi o complicazioni gravi" e non "segni".

Caro Signor Mosséri,
Si può far digiunare un caso avanzato di diabete mellito? Lei ha quarantaquattro anni, aveva preso l’insulina, ma l’ha interrotta da un anno, 2,3% di zucchero nel sangue. Gli altri sintomi mostrano che il caso è avanzato. Devo rifiutare o accettarla e osservare i sintomi pericolosi possibili? Avete dei consigli particolari per questo caso?
Io non ho ancora mai curato casi di diabete avanzato con tutti i denti cariati, prurito della vulva, ecc.
Date frutti dolci dopo il digiuno?
Ringraziandovi in anticipo,
A. M.

Il 16 agosto 1965
Caro Signor Mosséri,
Non c’è alcun pericolo a far digiunare il caso che menzionate. Il vero pericolo consiste nella rottura del digiuno. Vi è abbastanza zucchero in un bicchiere di succo d’arancia per causare disturbi. E’ una fonte di pericolo. Tutti i frutti contengono dello zucchero e devono essere dati con prudenza. Gli ortaggi e i loro succhi sono preferibili per interrompere il digiuno. Io suggerisco una serie di digiuni brevi piuttosto che un digiuno lungo, questione di prudenza.
Con i miei migliori auguri, io resto,
vostro per una salute vigorosa.
Herbert M. Shelton
(dettato ma non firmato).

Caro Signor Mosséri,
Un digiuno lungo ogni anno, se necessario, io non ho obiezioni a ciò, ma digiuni corti ripetuti troppo frequentemente e troppo ravvicinati hanno fatto del male. I digiuni corti possono essere ripetuti con profitto, ma vi sono di quelli che ne hanno abusato.
Con i miei migliori auguri, io resto,
vostro per una salute vigorosa.
Herbert M. Shelton
(dettato ma non firmato).

Desolato per i vostri problemi. Io non conosco le leggi della Francia, né com’è definita la medicina nel codice francese, ma io credo che la vostra migliore difesa sarà che voi non pratichiate la medicina, che voi non offriate di trattare o di guarire le malattie.
Con i miei migliori auguri, io resto,
vostro per una salute vigorosa.
Herbert M. Shelton
(dettato ma non firmato).

Il 19 settembre 1966

Caro Signor Mosséri,
L’indirizzo del Dr Yoseph Razzon è: Rehov Arlozorov 170/2 - Kiryat Mlahi - Isra&eeml;l. (E’ un igienista A.M.)
Vi ringrazio e sono contento delle informazioni che mi avete dato su quello che avviene in Inghilterra. Avevo, infatti, supposto che ciò non era per niente igienista.
D’altronde, gli editori Americani del mio libro "Il digiuno può salvarvi la vita" sono alla ricerca di un grande editore francese. Essi sperano così di ottenere una vasta diffusione dell’opera in Francia. Se essi non riusciranno a trovarne uno, sono sicuro che permetteranno... di pubblicarlo.
Con i miei migliori auguri, io resto,
vostro per una salute vigorosa.
Herbert M. Shelton
(dettato ma non firmato).

Il 18 agosto 1967

Caro Signor Mosséri,
Sono parecchi anni che io possiedo il vostro libro "Come curare senza operazione ernia, emorroidi, ptosi, varici". Oggi vi scrivo perché penso che conosciate bene la questione delle ernie.
Mio figlio, dieci anni e mezzo, nascendo aveva un’ectopia testicolare, cioè i suoi testicoli non erano discesi nelle borse. Alcuni giorni fa uno dei testicoli è disceso portando con sé una parte dell’intestino. Mio figlio ha, dunque, quando è in piedi, una borsa un poco gonfia. La sua ernia rientra facilmente quando è coricato, ma anche il testicolo rientra con essa.
Un medico consultato mi ha evidentemente raccomandato l’operazione: 1° per far discendere i testicoli; 2° per fermare l’ernia. Io credo che è una faccenda delicata. E desidererei il vostro parere sulla questione, poiché nel vostro libro non parlate di questo genere di ernia provocata da una discesa tardiva dei testicoli. E’ probabile che quando l’altro discenderà, se discenderà, mio figlio avrà un’ernia da entrambi i lati. Ciò non gli procura nessun disturbo per il momento, ma mi domando come la situazione evolverà. Per di più, mio figlio è in ottima salute, sportivo, allegro, piuttosto birichino. Noi consumiamo un’alimentazione sana composta in gran parte di crudezze. Egli desidera essere più tardi un istruttore di sci...
Ecco perché io ho cominciato a fargli eseguire gli esercizi prescritti nel vostro libro, non oso insistere troppo temendo di impedire al testicolo sinistro di ridiscendere e al destro di discendere.

Caro Signor Mosséri,
Non ho alcuna esperienza con questo genere di casi che descrivete. Non raccomanderei l’operazione, senza tuttavia promettere grandi cose con gli esercizi.
Con i miei migliori auguri...

Note: Notare il timbro che sostituisce la firma dello scienziato, d’ora in avanti.

Ecco la copia di una lettera ricevuta da uno dei miei adepti sull’argomento di sua moglie, affetta da un cancro al seno.

Caro Signor B...
Il primo errore commesso con vostra moglie, è l’asportazione della tumefazione del suo seno. Poi, lei è stata assoggettata a una lunga serie di abusi terapeutici senza alcuna utilità per lei. Come conseguenza dell’operazione, raggi al cobalto e medicinali, lei si trova in uno stato senza ritorno.
Mi dispiace di dirle che non c’è più nulla da fare per lei e non vi consiglio di condurla qui.
E’ ancora una vittima della pratica medica che non comporta nulla di costruttivo.
Con i miei migliori auguri...

Caro Dottor Shelton,
Vi prego di darmi la vostra opinione su due casi eccezionali seguenti:
1° caso: un uomo di una cinquantina di anni viene a digiunare. Egli soffre di artritismo. Il quinto giorno del digiuno, la sua lingua, il suo braccio destro e la sua gamba destra furono paralizzati per cinque ore. Durante una crisi che durò parecchi minuti, la sua respirazione era difficile, i suoi occhi fuori dalle orbite, si sentiva morire, aveva nausee, una grande prostrazione e il sangue che saliva al viso che diventava un poco rosso.
Io interruppi il digiuno con brodo caldo di ortaggi per parecchi giorni.
Poteva digiunare più a lungo? Che significa questa paralisi? Pensate che la paralisi sia inevitabile quando lui invecchierà?
2° caso: un altro uomo di quarantasette anni venne a digiunare per curare un fegato doloroso da trent’anni. Aveva sofferto anche molto tempo fa di disturbi mentali, epilessia, ecc. Il 51° giorno del digiuno, ebbe una crisi violenta di pazzia, respirazione rumorosa, polso rapido e irregolare, si sentiva morire e diventare pazzo. Rifiutò di bere per due giorni, mentre il dolore al fegato aumentava durante questa crisi. La crisi durò tre giorni, poi ridiventò a poco a poco normale. Invece di parlare senza interruzione a voce altissima, ridivenne normale.
Il digiuno fu interrotto dall’inizio della crisi. Lo si forzò a bere. Pensate che occorresse attendere la fine di questa crisi per interrompere il digiuno?
Adesso, il dolore epatico è scomparso, ma la sua lingua, al cinquantunesimo giorno di digiuno, era sporca quanto il primo giorno. Consigliate un altro digiuno quando avrà recuperato un poco di peso?
Accettate o rifiutate tali casi? Essi costituiscono un rischio che minaccia la nostra sicurezza. Io non ho l’intenzione di accettarli in avvenire.
Nell’attesa della vostra risposta e dei commentari,

Dr Albert I. Mosséri
10290 Rigny-la-Nonneuse.
(Aube) France

Caro Signor Mosséri,
Io non ho mai avuto qualcuno che abbia sviluppato una paralisi come la descrivete voi nel vostro primo caso. Non so che cosa bisogna pensarne. Siccome questa paralisi era di breve durata, sembrerebbe che facesse parte di una crisi e potrebbe non tornare più. Se quest’uomo conduce per l’avvenire una vita igienica, potrebbe non essere paralizzato in avvenire.
Con riferimento al vostro secondo soggetto, ho visto parecchi casi di follia svilupparsi come li descrivete. I disturbi mentali non si sono sviluppati nei digiuni seguenti. Quando io sospetto tali crisi, limito il digiuno a due settimane.
Avete ragione a rifiutare casi di questo genere visto il rischio certo che comportano.
Con i miei migliori auguri, io resto,
vostro per una salute vigorosa.
Herbert M. Shelton.

Nota: Questi casi richiedono parecchi commenti molto interessanti.
1) Il primo soggetto ha avuto l’occasione di fare un secondo digiuno e di riavere di nuovo la medesima paralisi, nonostante una lunghissima preparazione prima del digiuno. Shelton dunque si sbaglia pensando che la paralisi potrebbe non tornare nei digiuni seguenti. Non avrebbe ragione che per le crisi mentali.
2) La vita non può mai essere al 100% igienista e inoltre con l’età, la tossiemia si accumula. E’ dunque del tutto immaginabile che quest’uomo abbia una paralisi quando invecchierà. E’ perfino sicuro.
3) Shelton dice che egli limita il digiuno a quindici giorni quando sospetta delle crisi mentali, ma queste crisi sopraggiungono spesso i primi giorni del digiuno. Per prevenirle, bisogna piuttosto chiedere a questi soggetti d’interrompere i sonniferi, i calmanti e i tranquillanti parecchie settimane prima del digiuno. In seguito si può limitare il digiuno a quindici giorni per prudenza supplementare.

Caro Dottor Shelton,
Vi prego di volermi cortesemente manifestare la vostra opinione se un digiuno è o no da consigliare nel caso seguente:
Una donna sulla cinquantina si era fatto asportare il seno quando una biopsia aveva rivelato un tumore canceroso. Era il 1963. Adesso, lei è attiva, si sente meglio e lavora duramente. Dopo l’ablazione del tumore, lei ha subito sessanta sedute di cobalto per irradiazione. Io sono meravigliato che la sua salute non si sia prostrata da allora.
Pensate che lei abbia potuto superare i misfatti di questi raggi? Consigliate un digiuno in questo caso per prevenire una ricaduta del cancro?
Attendo con interesse la vostra risposta,

M. A. Mosséri,
Rigny-la-Nonneuse,
Marcilly-le-Hayer (Aube) France,

Caro Signor Mosséri,
Noi non conosciamo alcun mezzo per superare gli effetti delle radiazioni. Un programma di vita sana comprendente anche un’alimentazione sana potrebbe rallentare l’evoluzione del male. Un digiuno di quando in quando potrebbe essere utile. E’ da vedere.
Con i miei migliori auguri, io resto,
Vostro per una salute vigorosa.
Herbert M. Shelton.

Caro Signor Mosséri,
Tutto ciò che posso dire sui tumori delle ossa, adesso, è che il digiuno rallenta la formazione del tumore, ma non porta al suo riassorbimento. Evitare l’operazione a qualsiasi costo.
Io ho avuto un avvocato di New York che aveva un cancro delle ossa trent’anni fa. Volevano amputargli la gamba, ma con alcuni digiuni di quando in quando e una vita sana tra ciascun digiuno, egli è riuscito a continuare a lavorare il suo lavoro di avvocato per tutti questi anni. Egli non ha preso alcun medicinale, né raggi, né radio.
Con i miei migliori auguri,

Nota: ci viene portato un giovanetto di quindici anni su una barella. Cancro delle ossa in seguito a una caduta su un campo di calcio. Evoluzione troppo rapida per sperare checchessia. In poche settimane, l’osso era raddoppiato di volume. Rifiutammo di prenderlo.

Caro Dottor Shelton,
Volete darmi il vostro parere su questo caso. Un uomo è venuto a digiunare. Tre anni fa egli aveva un’ulcera e gli è stata tolta una parte dello stomaco. Adesso, non soffre più. Il digiuno può far male al suo stomaco? Posso interrompere il digiuno con frutta acida?
Enterite: io ho constatato che i pazienti che soffrono di enterite cronica non possono interrompere il digiuno con succhi d’arancia senza avere una crisi acuta di enterite. Si tratta di digiuni interrotti prima del ritorno della fame. E se essi mangiano frutti crudi quattro o cinque volte il giorno dopo la rottura del digiuno, essi hanno la medesima crisi. Adesso, io interrompo il loro digiuno con succhi di ortaggi e più a lungo.
Pensate che il caso citato sopra (ulcera operata) potrebbe presentare dei problemi simili durante il digiuno o alla ripresa?
Attendo con molto interesse la vostra opinione.

Caro Signor Mosséri,
Noi non possiamo fare granché per questi invalidi fisiologici creati dalla chirurgia. Non si può mai sapere cosa attendersi durante un digiuno in tali casi.
Per i casi di enterite, io li curo esattamente come voi.
I migliori auguri,

Caro Dottor Shelton,
Io ho curato parecchi casi di enterite cronica da parecchi anni, ma senza successo. Io li ho fatti digiunare fino a trenta giorni.
Avete risultati migliori?
Io attendo la vostra riposta con interesse,
sinceramente vostro,
A. M.

Il 25 novembre 1969
Caro Signor Mosséri,
L’enterite cronica è uno stato molto difficile da curare. Occorre molto tempo per avere dei risultati, per esempio due o tre digiuni e perfino di più ancora sono necessari a questo fine. Tra ogni digiuno occorre un controllo rigoroso dell’alimentazione. Occorre anche un riposo prolungato.
I migliori auguri.

Caro Dottor Shelton,
Voi dite che l’inanizione comincia col ritorno della fame, ma questo ritorno della fame può certamente cominciare molto prima dell’esaurimento delle riserve, come è il caso delle persone relativamente sane.
E’ così che una persona sana può digiunare senza che essa sia troppo intossicata. Lei digiuna dieci giorni per esempio, poi c’è il ritorno della fame poiché l’eliminazione termina, ma questa persona possiede ancora molte riserve. Voi non potete dire che l’inanizione comincia col ritorno della fame in questo caso, poiché egli può digiunare ancora dieci giorni senza pericolo.
In questi casi, come riconoscere nelle persone sane, l’inizio della vera inanizione? Impossibile.
Io ne concludo che l’inanizione comincia quando la perdita di peso supera il 40% del peso "normale", circa.
E’ chiaro che il ritorno della fame non significa sempre l’esaurimento delle riserve. Ne concludo che l’inanizione non comincia necessariamente col ritorno della fame. Nelle persone sane, essa comincia molto più tardi. Gli Hunza: Voi non avete mai parlato di questo popolo che conduce una vita molto interessante.

Caro Signor Mosséri,
Lei ha perfettamente ragione: la fame ritorna nelle persone sane prima di raggiungere la soglia dell’inanizione. E lo stesso avviene in chi si ristabilisce da una malattia acuta.
Le conclusioni di Chosset secondo le quali l’inanizione comincia quando si perde il 40% del peso non sono precise. Infatti, parecchie forme di vita possono perdere il 90% del loro peso e sopravvivere. Nell’uomo, come ha sottolineato Dewey, l’inanizione non comincia che quando si raggiunge lo stato scheletrico.
D’altra parte, si è fatta troppa pubblicità sugli Hunza. Una leggenda è stata forgiata intorno al loro caso.
Con i miei migliori auguri,

Caro Signor Mosséri,
Sono felice di sentire le notizie delle sue attività in Francia.
Gli Hunza sono senza dubbio un popolo sano, relativamente ai popoli che lo attorniano, ma la maggior parte di ciò che è stato scritto su di essi è stata tratta dall’immaginazione di tali autori.
Con i miei migliori auguri,

Caro Dottor Shelton,
Questi ultimi dieci anni, ho avuto quattro casi che svilupparono un’enterite acuta alcuni giorni dopo l’interruzione del digiuno mentre prendevano succo di carote o brodo caldo di ortaggi.
I sintomi sono i seguenti: feci incontrollate, nerastre, liquide, premiti ogni dieci minuti con coliche. Il quarto caso sviluppò tale enterite il trentesimo giorno del digiuno alla vigilia della sua interruzione.
Ho imparato che bisognava proseguire il digiuno in questi quattro casi senza tener conto del loro peso. Io interrompo questo digiuno quattro giorni dopo la sparizione dei sintomi. Essi hanno bisogno di parecchi mesi per recuperare.
Io li nutro solo di alimenti cotti per un po’ di tempo, ma sto provando il riso per alcuni giorni, altrimenti il succo di mirtilli.
Ora, il terzo caso non reagì bene a questo programma. Tutti si rimisero, salvo quel caso. Questa signora digiunò trenta giorni, poi alcuni altri giorni, lei sviluppò quei sintomi. La sottoposi a digiuno per altri diciotto giorni. Ma fui forzato a interrompere tale digiuno poiché lei si sentiva "partire" e il suo peso precipitò da quarantasette a ventiquattro chili! La nutrii esclusivamente di cibi cotti per due mesi ma i sintomi continuano. Non ha riguadagnato che alcuni chili. Altezza 1,57 m.
Che devo fare adesso? Provare il riso in polvere? Il succo di mirtilli?
Ma come evitare tali incidenti? Forse i clisteri tutte le settimane permetterebbero di evitarlo?
Le proteine: si può mangiarne ogni due giorni o bisogna consumarle ogni giorno?
Quante volte siete stato disturbato? Ho bisogno di queste informazioni per aggiungerle al vostro articolo I principi o gli uomini? Al quale io ho aggiunto un titolo migliore Il culto della personalità. La traduzione di quest’articolo è appena uscita.
.................(Paragrafo tagliato per ragioni personali.)
Non è necessario ottenere un dottorato in medicina poiché certi medici non rifiutano di collaborare...

Caro Signor Mosséri,
Io non ho alcuna esperienza con casi di colite sviluppati dopo un digiuno. C’è qualcosa che non va con l’interruzione del digiuno. Perché temere i succhi di frutta? Perché temere le crudezze? Essi sono certamente più nutritivi di tutti gli alimenti cotti. Io le suggerisco di alimentare questa signora di crudezze e di succo di frutta. Io utilizzo il succo di carote raramente per interrompere un digiuno, poiché esso talvolta causa certe difficoltà.
Voi avete fortuna a trovare un collaboratore medico...
Io sono stato disturbato così tante volte che non le ho contate.
Vi auguro buona fortuna.

Caro Dottor Shelton,
Ho scoperto che dopo un digiuno lungo, i soggetti sono molto assetati ma non amano bere acqua. Ecco perché io tento di interrompere il digiuno con un brodo caldo di ortaggi invece dei succhi di frutta, il che permette di prolungare l’eliminazione il più a lungo possibile. Essi hanno bisogno di molti liquidi in quel momento e li preferiscono caldi. Questo brodo non interrompe il digiuno come i succhi di frutta e permette all’eliminazione di proseguire per qualche tempo.

Caro Signor Mosséri,
Grazie della vostra lettera. Beaumont ha osservato che gli alimenti si mescolano nello stomaco. Come un pasto possa superarne un altro al punto che la colazione possa essere vomitata alle 14 lasciando il pranzo consumato a mezzogiorno nello stomaco, io non so spiegarmelo. Io non ricordo di aver mai fatto una tale esperienza.

Caro Amico Mosséri,
Sembra che vi siano differenze considerevoli tra il codice penale del nostro paese e quello del vostro. ...In avvenire, lasciate tutti i casi pericolosi alla medicina, che essa se ne faccia carico...
In Israele, chi vuole digiunare può contattare il dr Joseph Razon, Rehov Jabotinky, Villa N 6, Kiryat Malakhi. In Inghilterra, è il Dr Keki Sidhwa, "Shalimar", First Av, Frinton-on-Sea, Essex CO 13 967.
Con i migliori auguri.

Caro Dottor Shelton,
Di quando in quando, dei viaggiatori di passaggio in Francia mi danno Sue notizie e spero che Lei continuerà almeno ancora una decade e Le auguro lunga vita. Sono trent’anni che io studio i Suoi scritti che mi meravigliano ancora oggi.
Collasso cardiaco: una vecchia signora asmatica è venuta per digiunare. Il diciannovesimo giorno, il suo cuore mostrò segni di debolezza in occasione di una lunga crisi di asma che non finiva più. Io ho interrotto il digiuno e ho anche accettato che lei prendesse un palliativo per attenuare la sua crisi, per paura che il suo cuore mollasse. Lei sa un modo migliore di prevenire un collasso cardiaco in questo caso? I tocchi di agopuntura e i trattamenti chiropratici non procurano alcun risultato per attenuare le crisi d’asma.
La purga prima del digiuno: io non ho mai dato purghe ai miei digiunatori da trent’anni, ma recentemente, ho avuto molti problemi con parecchi digiunatori (coliche tutti i giorni e per parecchi giorni durante il digiuno, insopportabili e penose). Queste coliche sono dovute evidentemente a feci immagazzinate nel colon. Ho, dunque, pensato che ciò costasse molta energia al corpo per immagazzinare tali feci, renderle aseptiche ed essiccarle per parecchie settimane di digiuno. Al contrario, una purga all’inizio del digiuno sbarazzerebbe il corpo di queste sporcizie e costerebbe sicuramente meno al corpo che doverle custodire per settimane.
Sarei felice di avere il Suo parere sull’argomento.
In occasione del suo ottantesimo compleanno,

Caro Signor Mosséri,
Io non credo che la Sua asmatica abbia la vita salva a causa di un medicinale. C’è sempre la tentazione di ricorrere a un palliativo quando s’incontrano delle difficoltà particolari, ma il ricorso ai lassativi nelle circostanze che Lei menziona è certamente inutile e potrebbe essere nocivo.
Nella nostra casa, abbiamo smesso di impiegare i clisteri nei casi di emorroidi e lo troviamo più soddisfacente.
Con i nostri migliori auguri.

Caro Signor Mosséri,
Grazie per la Sua lettera e il Suo apprezzamento per i nostri articoli nella rivista del dott. Shelton. Sono lieta di apprendere che essi Le piacciano e sono sempre contenta di sapere che sono tradotti e riprodotti nella Sua rivista.
Ricordo la nostra corrispondenza di alcuni anni fa quando lei era a Il Cairo e io a Parigi. E’ molto tempo fa.
Noi nutrivamo i bambini dando loro tre pasti il giorno e non abbiamo quasi mai avuto problemi, ma quando ce ne sono, essi provengono probabilmente dal latte materno. Può darsi che i bambini che Lei nutre non ricevano abbastanza cibo a ogni pasto. E’ meglio che i pasti siano più grandi che più frequenti.
Noi incontriamo certe persone che non sopportano bene le noci varie. Nella maggior parte dei casi, la transizione dura un anno. Siccome esse non soggiornano altrettanto nella nostra casa, noi serviamo loro di quando in quando del formaggio fresco. Non diamo del pane. Chi ha perso il potere digestivo richiede molti compromessi in attesa di riguadagnare quel potere.
Secondo noi, l’uomo non dovrebbe vivere solamente di frutta e di noci, ma di ortaggi in aggiunta. Come Lei dice, noi non pensiamo che la transizione possa essere brusca. Questo scacco è dovuto spesso alla cattiva qualità degli alimenti, poiché i metodi moderni di agricoltura danno alimenti poveri. Spero che il movimento igienista in Francia si estenda sempre più.
Io resto,

Nota: La dottoressa Vetrano è la direttrice della Casa del Dott. Shelton che si trova in semi-pensione, non occupandosi a ottant’anni che di letteratura igienista. I suoi articoli sono di grande valore.
Lei dice che essi nutrono i bambini con tre pasti (latte) il giorno, ma i due ultimi pasti sono preceduti un’ora prima da un succo di frutta, il che fa in realtà cinque pasti. Noi siamo perfettamente d’accordo con questo schema. Tuttavia, aggiungiamo un altro pasto di latte a mezzanotte durante le prime settimane in cui le quantità sono piccole e il bambino non è ancora entrato nel ritmo del giorno e della notte.
Quanto alla faccenda dei protidi (noci, formaggi, ecc.) noi li sopprimiamo totalmente. Infatti, il corpo fabbrica i protidi di cui ha bisogno a partire dagli alimenti che gli sono forniti (trasmutazioni biologiche). Si possono accatastare teorie di ogni genere sulla necessità dei protidi per l’organismo, tanti grammi il giorno, ma la sola cosa valida sono i fatti. Ora, gli scienziati hanno scoperto in Nuova Guinea delle popolazioni che vivono da secoli con solamente dieci - venti grammi di protidi il giorno (patate, frutta e ortaggi). E tali popoli sono stati trovati molto muscolosi, resistenti, in buona salute. Gli alimenti proteici sono degli afrodisiaci che distruggono la salute.
I robusti possono resistere molto a lungo, ma le persone di salute cagionevole sono presto guastate dalla tossiemia, l’infezione, i tumori, l’affezione del fegato, dei reni, degli intestini e del mentale.

Dottor Vetrano,
Grazie della Sua lettera che conteneva non pochi insegnamenti preziosi. Il movimento igienista si allarga ogni anno. Se Shelton avesse scelto la Francia, l’Inghilterra o la Germania per nascervi e lavorarvi, avrebbe riportato la vittoria sulla medicina in poco tempo. Infatti, i popoli in questi Paesi leggono la letteratura igienista e comprendono perfettamente tutte le nostre dee e seguono alla lettera le istruzioni. In America e negli altri Paesi del mondo, gli adepti convinti non applicano che il 50% o perfino il 20% nella loro vita di ogni giorno. In Francia, la percentuale sale al 70% secondo me, e in Germania forse al 90%. Qui le persone sono molto meticolose e non sono soddisfatte che se seguono alla lettera le istruzioni e i principi. Se un giorno dovessi lasciare questi paesi, non resteranno più igienisti o quasi. Il libro di Shelton sulle combinazioni è alla sua terza edizione. La maggior parte dei nostri adepti proviene dagli altri movimenti di naturopatia esistenti. Il più forte di essi possiede un centinaio di negozi di regime e ci considerano nemici pericolosi per la sua esistenza. Siamo attaccati, ma ciò prova la nostra importanza.
E’ necessario mescolare le noci varie nel medesimo pasto per avere tutti gli aminoacidi? Il corpo immagazzina tali aminoacidi? Il corpo elimina le tossine negli intestini durante il digiuno?
Mi piacerebbe sapere quale specie di transizione raccomandate in generale. Lei dice che occorre circa un anno ma quale programma consiglia ai Suoi malati? Suppongo che alla fine di questa transizione non ci saranno più ortaggi cotti, né niente di cotto, né patate cotte né crude. 100% crudo.
Un anno dopo aver abbandonato progressivamente il pane, il riso e i vari cereali, si può restare vigorosi senza perdere peso ed energia? Avete incontrato molti esempi tra i vostri pazienti?
Mi dite che in un anno la digestione delle noci potrà normalizzarsi? E chi ha una digestione povera, una debole vitalità ed è magro? Suppongo che gli occorrerà più di un anno. E per gli anziani? Il Dott. Shelton non ha mai scritto sull’argomento della transizione poiché non ama il "gradualismo". Anche dopo un buon digiuno, le secrezioni non si normalizzano per permettere a tutti di mangiare crudo al 100% al primo colpo.
Shelton aveva scritto che i bambini digeriscono meglio gli alimenti che la loro madre aveva consumato quando era incinta (vita intrauterina). Volete dire che un adulto potrebbe cambiare in un anno questa tendenza ereditaria acquisita?
Osservo i miei pazienti da molto vicino in questo campo.

Caro Signor Mosséri,
La prego di scusare il ritardo che ho messo nel risponderLe, ma mi avete posto non poche questioni e io ero occupato a scrivere due articoli.

No, non è necessario mescolare le noci per avere tutti gli aminoacidi. Infatti, se si mangiano le noci con insalate e ortaggi cotti o crudi, questi ultimi forniscono gli aminoacidi mancanti e il tenore proteico del pasto si equilibra perfettamente. Inoltre, la maggior parte delle noci contiene tutti gli aminoacidi necessari.
Noi serviamo due ortaggi cotti ogni giorno a mezzogiorno con una grossa insalata e formaggio o delle noci.
Sembra che il corpo possieda una riserva di proteine che esso disintegra e utilizza quando ne ha bisogno. Best e Taylor dicono: "Le ricerche scientifiche di questi ultimi anni non sono riuscite a far scoprire un deposito o qualsiasi altra forma di proteine che funzionino esclusivamente da riserva. Tuttavia, i tessuti organici, soprattutto quelli del fegato, del timo, della prostata, delle borse del canale alimentare, del pancreas, della milza e dei reni, contengono, infatti, proteine labili che sono cedute quando il bisogno si fa sentire. Questi organi perdono queste proteine labili rapidamente. Quando si è prodotta un’ipoproteinemia grave con delle plasmaferesi ripetute in un cane normale, esso risintetizza dal 40 al 60% delle proteine del plasma durante il digiuno. Una forte proporzione è convertita in idrati di carbonio, che è utilizzato in seguito per fornire l’energia necessaria ai processi vitali."
Il corpo elimina le tossine durante il digiuno? Sì, in una certa misura.
Un menù al 100%% crudo è il migliore, ma esattamente come il Dott. Shelton, io credo che per adattarvisi bisogna immergervisi e mantenervisi. Nessun adattamento è possibile quando si consumano delle crudezze di quando in quando, una o due volte la settimana. Nel Suo programma, è come se si tagliasse la coda di un cane ogni giorno, aspettando ogni volta il processo di cicatrizzazione, fino a raggiungere la lunghezza desiderata!
Con i miei migliori auguri per il nuovo anno, resto,

Nota: La citazione dei fisiologi Best e Taylor, secondo la quale il corpo risintetizza le proteine, conferma le trasmutazioni biologiche all’interno del corpo.
E’ evidente che dopo un digiuno, si ha bisogno di transizione alimentare per nutrirsi igienicamente e che i pasti vecchi possono essere soppressi bruscamente, ma per chi non digiuna, le difficoltà sono di tutt’altro genere, ciò che ci conduce a raccomandare in questi casi un cambiamento progressivo, la miglior strada e la più facile per cambiare regime, è di cominciare con un digiuno. Altrimenti, le insidie sono considerevoli e il tempo richiesto è molto lungo.

Cara Dottoressa Vetrano,
Grazie per la Sua lettera... Grazie di aver risposto alle mie domande. Io sono lieto di aver avuto la Sua lettera precedente in cui Lei dice il contrario di questa! Adesso, Lei dice: "Immergetevi in un regime crudo al 100% senza transizione" mentre prima diceva "che il periodo di transizione potrebbe durare un anno" per normalizzare la digestione delle noci. Lei dice anche che vi servite di ortaggi cotti come transizione, presumo.
La maggior parte dei pazienti non può digerire 120 grammi di noci. Il risultato ne è la putrefazione, dunque, una transizione in ciò che concerne la quantità sembra necessaria. Lo stesso è per la cellulosa (crudezze, ecc.).
Il pane e i cereali: So per esperienza con i miei pazienti e con me stesso che la soppressione brusca di tutti i cereali provoca una considerevole perdita di peso e di energia. Questo calo è permanente? Si ritrovano il proprio peso e le proprie forze senza cereali?

Il 5 marzo 1967
Caro Signor Mosséri,
Sull’argomento del caso che Le è stato riferito e che è deceduto tre anni dopo aver digiunato, in Italia, io credo che siano stati commessi tre errori:
1) il digiuno era troppo lungo e senza sorveglianza.
2) il digiuno aveva superato la soglia di sicurezza.
3) il paziente era stato rimesso nelle mani dei medici.
Infatti, con le loro perfusioni, probabilmente anche delle trasfusioni sanguigne e il rimpinzamento di proteine concentrate, essi erano sicuri di ucciderlo.
Doveva essere ben duro per durare tre anni con questi cattivi trattamenti.
D’altronde, vi è sicuramente un malinteso tra noi poiché utilizziamo i termini senza precisione. Un regime di transizione è una cosa, e una transizione fisiologica è un’altra. Quest’ultima è un adattamento. Io non credo nei regimi di transizione, ma ho fatto dei compromessi poiché la maggior parte dei nostri pazienti sono anziani e non hanno denti.
Io non penso che le crudezze, anche quelle che contengono molta cellulosa, possano causare la colite.
D’altra parte, noi crediamo che la soppressione dei cereali dal regime, riduca l’energia dei nostri pazienti. Invariabilmente, sopprimiamo tutti i cereali, pane compreso, bianco o completo. I cereali richiedono molta energia e tempo per la loro digestione in confronto con gli alimenti delle altre categorie, che sembra molto più economico eliminarli dal menù.
Sinceramente sua per la verità e la salute.
Virginia Vetrano D. C.

Il 3 agosto 1968
Cara Dottoressa Vetrano,
I Suoi articoli contengono dei tesori e adesso sto traducendo quello che tratta del dimagrimento (settembre 67).
Lei dice "che si possono trovare raramente persone che hanno delle alterazioni organiche gravi che rendono pericoloso il digiuno a meno di avere una sorveglianza competente."
Vorrei avere la lista di certe alterazioni nascoste e i segni dai quali sono rivelate. Forse un giorno scriverà un articolo sulla questione.
Nell’attesa della Sua risposta,
sinceramente suo,

Caro Signor Mosséri,
In risposta alla Sua lettera, sono molto lieta che Lei trovi i miei articoli pieni d’insegnamenti.
In ciò che concerne le Sue domande, Lei troverà nel volume III tutte le risposte. Le principali debolezze nascoste che possono manifestarsi durante un digiuno sono quelle del cuore e dei reni. Uno di questi giorni, scriverò su questo argomento.
Mi si è riferito che... ha dei problemi... Può informarmi? Niente di grave, spero.

Un giovane di diciotto anni sofferente di sclerosi a placche (una sorta di paralisi) aveva scritto alla dottoressa Vetrano che gli rispose in questi termini:

Caro Signor Giorgio,
Ho studiato con cura il Suo caso come Lei lo descrive nella Sua lettera. I giovani che sviluppano malattie del sistema nervoso di buon’ora nella vita hanno una predisposizione marcata e si rimettono lentamente.
Siccome ciò può richiedere parecchi anni e parecchi digiuni corti per ristabilirsi, io non Le consiglio di venire da così lontano. Sopratutto noi non promettiamo il ristabilimento in un mese o due.
Altrimenti, Le suggerisco di mettersi nelle mani del Signor Albert Mosséri, a Rigny-la-Nonneuse, 10290 Marcilly-le-Hayer (Aube) Francia, col quale io prenderò contatto e consultazione a condizione che egli accetti di prenderLa in carico. Mi tenga al corrente.

Questo giovanotto è venuto. Ha digiunato circa trenta giorni senza alcun risultato apparente. Invece di perseverare, si è messo di nuovo nelle mani dei medici.

Cara Dottoressa Vetrano,
Il signor Giorgio... mi ha appena rimesso la Sua lettera. Egli soffre di sclerosi a placche da sei mesi. Aveva avuto una paralisi facciale a tredici anni e l’asma quando era un bambino.
Adesso digiuna nel mio istituto.
Sarei felice di avere il Suo parere su questo caso particolare.
Ho l’intenzione di fargli una serie di digiuni da quindici a venti giorni ogni due o tre mesi. Che ne penserebbe?
La ingrazio in anticipo,

Il 17 luglio 1973
Caro Signor Mosséri,
Riguardo al signor Giorgio... non pensiamo che il suo primo digiuno debba superare i quattordici giorni e vista la sua diatesi nervosa, pensiamo che occorra un intervallo di tre mesi di alimentazione appropriata tra ciascun digiuno.
Interrompere il suo digiuno con cento grammi di succo di carote o di sedano ogni due ore dalle 8 alle 18 il primo giorno. Il secondo giorno, potrà consumare una varietà di frutta fresca o di succo di ortaggi.
Io aggiungo un programma d’interruzione per lui. Si assicuri che vivrà secondo la legge naturale tra ciascun digiuno, altrimenti non farà alcun progresso.
Con i miei migliori pensieri...

P. S.: Sarebbe più saggio che l’intervallo fosse di quattro mesi tra ciascun digiuno, ma ciò dipenderà dal suo stato nel momento in cui è venuto.
Virginia Vetrano, D. C.
Direttrice.

Nota: abbiamo omesso di riprodurre il programma che Lei aveva allegato poiché da allora non interrompe più il digiuno col succo, ma con i frutti interi, teneri. Del resto, in Francia, il sedano è troppo forte perché si possa prenderne il succo.

QUANTI PASTI IL GIORNO?

Per evitare la bulimia, si mangerà ciascun pasto ogni volta che si ha veramente fame, da due a sette pasti o minipasti il giorno,

Esempi di minipasti:
1) Due o tre frutti, formaggio fresco
2) Una lattuga, mezzo avocado
3) Crudezze in miscuglio, groviera grattugiata
4) Ortaggi cotti
5) Patate cotte
6) Datteri o fichi secchi
7) Banane secche o mele secche

E’ evidente che si riserverà la frutta secca dolce durante le ore di lavoro, poiché non si può mangiare l’insalata in ufficio!

Condimenti tollerati:
Olio d’oliva, olive nere, aromatici dolci, timo, dragoncello, cipollina, cipolla e aglio (poco), succo di limone, pomodoro, cumino, cerfoglio, ecc. maionese, ecc.
Non sono mai permessi i condimenti forti come il pepe, l’aceto, la mostarda, il sale, ecc.
Quanto al peso totale il giorno, abbiamo notato che certuni possono accontentarsi e rifiorire con 1,5 chili il giorno, mentre altri hanno bisogno da 3 a 4 chili di cibo (frutta e ortaggi soltanto).
Ricordiamo che il gorilla, che è il primate che si avvicina di più all’uomo, non mangia banane, né noci varie. Leggere a questo fine l’opera di Schaeller, recentemente pubblicata, Un anno presso i gorilla.



INDICE DEI CAPITOLI NEL LIBRO STAMPATO.

1. - Pratica del digiuno annuale presso le popolazioni antiche................ 9
- Pratica del digiuno nell’isola di Maurizio............................................ 10
- Il semi-digiuno annuale presso gli Hunza…......................................... 11
- Il digiuno annuale presso gli Arabi..................................................... 11
2. - Il metabolismo e l’autolisi durante il digiuno................................... 15
3. - Le riserve del corpo.......................................................................... 16
4. - Il digiuno, poi l’inanizione............................................................... 19
5. - Primato della fame durante il digiuno e nella vita corrente.............. 23
6. - Le carenze......................................................................................... 28
7. - Le morti durante il digiuno................................................................ 31
8. - I medicinali e il digiuno...................................................................... 40
9. - Il digiuno non è un rimedio............................................................... 50
10. - In che cosa consiste il digiuno...................................................... 52
11. - Quando, dove e quanto tempo digiunare...................................... 55
12. - Come non digiunare.................................................................... 60
13. - La preparazione del digiuno........................................................ 63
14. - Il semi-digiuno............................................................................... 67
15. - Consigli durante il digiuno.......................................................... 70
16. - Le purghe e i clisteri durante il digiuno......................................... 83
17. - Il tappo incollato............................................................................. 88
18. - I sintomi e le crisi durante il digiuno............................................. 92
19. - Quando e come interrompere il digiuno...................................... 99
20. - La frugalità dopo il digiuno col sistema Mosséri........................... 116
21. - Come vivere dopo il digiuno....................................................... 126
22. - Le cure di succo e altre............................................................... 135
23. - Le quattro forme di digiuno......................................................... 141
- Il digiuno settimanale...................................................................... 141
- Il digiuno annuale........................................................................... 142
- Saltare un pasto occasionale........................................................... 143
- Il digiuno mattutino (sistema Dewey)................................................ 147
24. - Ringiovanire, dimagrire, ingrassare col digiuno............................. 154
25. - L’assuefazione alle droghe spezzata col digiuno............................ 160
26. - Il digiuno nelle malattie acute..................................................... 164
27. - Il digiuno nelle malattie croniche.................................................. 171
28. - Evoluzione della malattia............................................................. 182
29. - Il ritorno alla salute..................................................................... 185
30. - L’igienismo................................................................................ 186
31. - I rimedi naturali durante il digiuno................................................ 188
32. - La nozione di rimedio................................................................. 193
33. - Le tisane durante il digiuno......................................................... 197
34. - Casi vissuti................................................................................. 204
35. - Corrispondenza con H. M. Shelton e V. Vetrano........................... 281


IL CIBO IDEALE E LE COMBINAZIONI SEMPLIFICATE.


di Albert MOSSE’RI

In quest’opera che è il seguito e un complemento di La salute col cibo, Albert Mosséri approfondisce la questione dell’alimentazione igienista in numerosi campi. Dopo aver esposto che l’uomo non è né carnivoro, né granivoro (cereali, pane, ecc.) né onnivoro (un miscuglio di tutti gli alimenti), l’autore risponde alla domanda: "Che cos’è un alimento naturale?" mostrando in che consiste l’alimentazione naturale specifica all’uomo.
I capitoli seguenti sono consacrati al sale, al pane e ai cereali, al crudivorismo, alle piante medicinali, ai problemi delle carenze, della denutrizione e della magrezza, al pericolo dei protidi concentrati, ecc.
Quali casseruole usare, come seccare la frutta e gli ortaggi? Come nutrirsi in viaggio? Queste questioni sono trattate con altre al fine di facilitare la pratica di un’igiene alimentare corretta.
La seconda parte è consacrata all’approccio alle combinazioni alimentari, destinate nello spirito dell’autore a degli igienisti consapevoli, mentre il libro di H. M. Shelton sul medesimo argomento è stato scritto al vasto pubblico.


LA SALUTE COL CIBO.
di Albert MOSSE’RI

5^ edizione rivista e completata

L’autore ha riunito in quest’opera la somma delle sue ricerche e della sua esperienza nel campo dell’alimentazione umana. Certamente, si tratta di un argomento complesso in cui le abitudini, le credenze si mostrano spesso sia diverse sia contraddittorie.
Digestione, assimilazione, nutrizione... sono queste le funzioni spesso mal comprese da molti di quelli che non stabiliscono un legame tra il modo alimentazione e la salute.
Ecco perché l’autore si è impegnato a riassumere le regole generali che dovrebbero presiedere a una nutrizione equilibrata, in funzione fondamentalmente di un’alimentazione sana, ma senza dimenticare che altri fattori vi hanno ugualmente una parte importante.
Si scoprirà che parecchie di queste regole vanno contro le idee ricevute; esse sembreranno talvolta perfino impraticabili o eccessive, ma qui l’autore non cerca di fare alcuna concessione ai gusti più diffusi né alcun compromesso con le abitudini alimentari più ancorate.
In questo importante lavoro di sintesi igienista, Albert Mossèri apporta delle risposte pratiche ai problemi che l’alimentazione pone come fattore di salute. Il proposito non è qui di suscitare qualche credenza in una pratica superstiziosa, ma piuttosto uno studio ponderato e una pratica chiara dei principi di vita sana.

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BIBLIOTECA IGIENISTA.

Principi dell’igienismo e fattori di salute. Introduzione all’igiene naturale del dottor H. M. Shelton. - Libro fondamentale, da leggere prima di qualsiasi altro. L’autore spiega in modo magistrale ciò che è la salute (e la malattia) e dà i principi guida della vera guarigione.
Tumori e cancri, del dottor H. M. Shelton. - L’autore ci situa chiaramente, in quest’opera appassionante l’importanza esatta di questi gravi disturbi. Egli mostra le ragioni di sperare nella maggioranza dei casi. Le cause dei tumori e cancri sono affrontate, come pure il pericolo delle operazioni e dei trattamenti moderni. La guarigione naturale attraverso l’autolisi.
Le combinazioni alimentari e la vostra salute, del dottor H. M. Shelton. - Le cattive associazioni di alimenti sono alla base della maggior parte dei disturbi della digestione e della nutrizione. Quest’opera è la prima che spiega interamente la teoria e la pratica del "regime dissociato".
Il digiuno, del dottor H. M. Shelton. - Studio magistrale, metodico e approfondito, che non lascia da parte alcun aspetto della questione. Quest’opera costituisce un apporto eccezionale nella ricerca dei fattori vitali che i malati e i sani dovrebbero conoscere.
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Salvate i vostri capelli, di J. C. Thomson. - Ciò che bisogna fare per ottenere una bella capigliatura e curare calvizie, forfora, alopecia, caduta dei capelli, ecc.
Salvate i vostri denti, di R. Haegel.
Per curare senza operazione: ernia, emorroidi, ptosi, varici, prolasso, di Albert Mosséri. - Metodi per curarsi con l’aiuto di esercizi speciali e di un’igiene appropriata.
Il cuore, di J. C. Thomson. - Prevenzione e ristabilimento dei disturbi con le cure igieniste.
La salute senza medicine, di H. M. Shelton. - Qual è l’effetto reale dei medicinali di fronte alla forza vitale e alla salute? L’errore fondamentale della medicina.
Il digiuno che guarisce, del dottor Dewey. - Uno dei primi libri importanti sul digiuno, che resta una testimonianza in favore del digiuno.

L’editore della presente opera sarà lieto di inviarvi il suo catalogo di opere sull’alimentazione sana, il digiuno, l’orticoltura biologica e su alcuni altri aspetti del vivere meglio.

Finito di stampare il 2 dicembre 1991
nelle officine di Normandie Impression S.A.
ad Alençon (Orne)
N° di stampa : I1-2135
Deposito legale : dicembre 1991


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